VITTORIO UMBERTO GRILLI,: Signor Presidente, ringrazio l’onorevole interrogante per il quesito da egli posto. Al riguardo si fa presente che, nell’ottica di incentivare l’occupazione per il tramite dell’investimento di capitali nelle regioni del Mezzogiorno, l’articolo 2 del decreto-legge 13 maggio 2011 n. 70, convertito nella legge 12 luglio 2011, n. 106 e di recente modificato dall’articolo 59 del decreto-legge 9 febbraio 2012, ha introdotto un credito di imposta di favore dei datori di lavoro che, nel periodo compreso tra il 14 maggio 2011 ed il 13 maggio 2013, assumano in tali aree territoriali lavoratori dipendenti a tempo indeterminato definiti nell’accezione comunitaria «svantaggiati» o «molto svantaggiati».L’agevolazione rientra tra gli strumenti specifici previsti a livello europeo dal Patto Euro plus del 24 e 25 marzo 2011 al fine della promozione della produttività nelle regioni europee in ritardo di sviluppo e risponde ai requisiti attualmente previsti dalla Commissione europea. Attualmente i lavori di predisposizione del decreto attuativo sono ormai in fase di ultimazione.Al fine di favorire lo sviluppo del Paese, in particolare nel Mezzogiorno, sono state previste misure finalizzate ad incrementare la dotazione infrastrutturale, introducendo agevolazioni fiscali per attrarre investimenti di capitali privati. Inoltre, il Governo sta valutando una serie di ulteriori misure, sempre finalizzate all’attrazione di detti capitali.
Per ciò che concerne le misure già in atto, l’articolo 18 della legge di stabilità per il 2012 ha previsto la possibilità di finanziare infrastrutture mediante defiscalizzazione. In particolare, è previsto che possa essere ridotto o azzerato il contributo pubblico a fondo perduto per le società di progetto relativo alle nuove strutture stradali o autostradali da realizzarsi con il sistema di finanza a progetto, nonché per le nuove opere di infrastrutturazione ferroviaria e metropolitana e di Pag. 66sviluppo ed ampliamento dei porti e dei collegamenti stradali e ferroviari inerenti ai porti nazionali appartenenti alla rete strategica europea. Per quanto concerne poi, come richiesto, la realizzazione di infrastrutture nelle regioni meridionali, il Governo ha dato corso ad una operazione che garantisce al Mezzogiorno un valore globale di risorse pari a 9,6 miliardi di euro. Tale azione è stata caratterizzata sia dallo sblocco di interventi adottati approvati dal CIPE prima del 31 dicembre 2008, ma mai cantierati, sia attraverso l’utilizzo dell’apposito fondo per le infrastrutture strategiche, sia attraverso la conferma di interventi ritenuti indifferibili. In particolare ricordo, in primo luogo, il Piano per il sud, approvato il 13 agosto 2011 e registrato alla Corte dei conti il successivo 28 dicembre.
In secondo luogo, per quanto riguarda gli interventi per il Mezzogiorno inseriti nel Piano per il sud, si provvederà alla redazione di appositi contratti infrastrutture e sviluppo, i cosiddetti CIS. A tale riguardo, il Governo ha stabilito che tali contratti siano stipulati per i corridoi stradali e ferroviari. È già pronto, peraltro, il contratto per il corridoio Napoli-Bari, che a tutti gli effetti rappresenterà il primo esperimento di CIS e, quindi, consentirà l’avvio immediato dell’intera procedura.
Sempre nell’ambito del Piano per il sud vi sono quote finanziarie per dare l’avvio ad altri interventi strategici, tra i quali è possibile in questa sede evidenziare gli interventi stradali per la Termoli-San Vittore, l’asse ferroviario Napoli-Bari-Lecce-Taranto e l’asse Salerno-Reggio Calabria.
RISPOSTA ON. MISITI:
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, intanto la ringrazio per aver fatto un riassunto delle questioni che riguardano gli argomenti che ho sollevato nell’interrogazione a risposta immediata. D’altra parte questo tipo di risposte era già abbastanza noto perché noi abbiamo sempre seguito tale questione. Tuttavia, non vediamo un impegno nuovo e successivo perché la fiscalità di vantaggio ancora è di là da venire e speriamo che essa abbia degli effetti positivi. Abbiamo però delle certezze, rappresentate ad esempio dal mancato studio di fattibilità del quadruplicamento ferroviario che va da Salerno a Palermo.
Lei capisce che se non c’è questo investimento le ferrovie del Mezzogiorno rimarranno un secolo indietro rispetto a tutto il resto del Paese. Parliamoci chiaro, questo è un fatto che dipende molto dalla situazione delle ferrovie. Per esempio, noi abbiamo il sistema ferroviario italiano che è un unicum, è un sistema ferroviario in cui c’è una holding da cui dipendono tutti gli altri; sono 15 le società che dipendono, e il controllo avviene solo dal punto di vista finanziario, nel senso che ogni anno si approva il bilancio e basta.
Quindi riteniamo che bisogna avere una chiarezza sul recupero dei fondi FAS perduti, ossia 28 miliardi di euro che il CNEL ha segnalato, ha certificato, e questi vanno concentrati nelle infrastrutture ferroviarie che sono le uniche dove non è possibile in qualche modo attirare fondi privati. Su quelle stradali e autostradali ciò è possibile e vedremo come; seguiremo l’impegno del Governo e speriamo che il Governo accolga il nostro desiderio di arrivare a realizzazioni concrete.