Seduta n. 238 di Lunedì 26 ottobre 2009
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, ritengo che su questo argomento sia giusto non aprire polemiche perché il Parlamento si dovrebbe concentrare a sostegno di tutti quegli organismi che lavorano nella direzione di risolvere questo grosso problema. Il problema che oggi abbiamo davanti non è una cosa generica né è soltanto quella di verificare se il pentito Fonti abbia detto la verità sulle 39 o 40 navi sommerse del Mediterraneo ma si tratta di un fatto concreto e preciso che dobbiamo affrontare, quello di dare risposte precise e semplici a una domanda cui, per la prima volta, si può rispondere. Infatti, l’Arpacal, in Calabria, spinta e sostenuta dalla procura di Paola, ha individuato il relitto di una delle navi indicate dal pentito Fonti.
Il problema è che in questo momento in quel territorio, cioè in quella parte della Calabria, vi sono 40-41 comuni interessati da una crisi profonda (perché di crisi si tratta) che si è sviluppata dal momento in cui è stato individuato il relitto, e per tale motivo il Governo è stato chiamato in causa e deve immediatamente dare risposte.
Quindi, è necessario sapere cosa vi sia nel relitto di questa nave affondata non a 3.000-3.500 metri (come sembrerebbe essere accaduto per altre navi affondate nel centro del Tirreno, nello Ionio o anche, qualcuno dice, nell’alto Tirreno verso la Toscana), bensì a 500 metri di profondità, di cui è stato visto e fotografato il contenuto.
Tra questo contenuto sono presenti anche dei fusti che certamente corrispondono a quanto ha dichiarato il pentito Fonti: dobbiamo sapere cosa c’è in questi fusti (e non in un uno solo di essi) e dobbiamo avere la certezza che tutti i fusti che si trovano dentro quella nave vengano estratti ed esaminati in modo tale da dare certezze ai pescatori, perché si tratta di una zona molto pescosa che è alla base dell’economia di tutto quel territorio. LEGGI TUTTO…