il Quotidiano della Calabria – 25 aprile 2010
Misiti contro le mire della lega
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Osservatorio del 24 aprile 2010
BOSSI: IL NORD E’ STANCO DI ASPETTARE
NOI SIAMO STANCHI DI SENTIRLO
Bossi e i suoi godono per la lite in diretta tra Fini e Berlusconi e alzano il prezzo della Lega al di sopra del “valore di mercato”.
La spinta viene dalla base – dicono i leghisti – e infatti se si ascolta radio padania e si leggono gli scritti del foglio “La padania” c’è da rimanere esterrefatti. Spopolano le frasi più sconce, non solo contro Fini, ma contro chiunque non si allinei alla lotta contro il Sud per il bene del Nord.
C’è un tentativo di espansione pericoloso come dimostrano i risultati elettorali delle regioni limitrofe alla così detta “padania”. Addirittura la Lega, immemore degli attacchi giornalieri “agli sporchi meridionali”, ha l’ardire di piantare bandierine anche al Sud, nominando ad esempio i responsabili provinciali in Calabria. Forse nella Lega pensano che i calabresi hanno l’anello al naso?
Noi ci organizzeremo per ribattere punto per punto i ragionamenti leghisti. Ciò significa unire coloro che lottano per fare uscire il Sud dalla “depressione economica”, facendolo camminare al passo con il resto del Paese. Non vogliamo esportare il nostro pensiero di “sudisti”, ma semplicemente desideriamo una Nazione unita, tollerante e solidale.
E’ questo il nostro federalismo: responsabilizzazione della classe dirigente del Sud e bilanciamento delle entrate e delle uscite nelle nostre regioni.
E’ la fine dell’assistenzialismo ed è la consapevolezza di potercela fare da soli in un tempo determinato ma breve.
Questo è anche il principio su cui si fonda l’azione di ProCalabria e della forza politica che intendiamo costruire insieme a chi non è molto lontano dalle nostre idee.
LA NUOVA GIUNTA REGIONALE: SI POTEVA FARE DI PIU’
Con tutto il rispetto per le persone dei nuovi assessori regionali, da Scopelliti ci si aspettava qualcosa di più. E’ pur vero che il materiale umano a disposizione era quello, ma è anche vero che si poteva fare uno sforzo maggiore per inserire personalità calabresi di statura nazionale.
Quando l’on. Nino Foti aveva invocato il ritorno dei grandi cervelli calabresi ci eravamo illusi che il centrodestra, se avesse vinto le elezioni, avrebbe fatto ricorso a quelle personalità, ma ciò non è stato. Ancora una volta è prevalso un po’ di provincialismo, che non contribuirà certo a far uscire la regione dal ghetto in cui si trova dal 1970.
C’è però ancora tempo per rimediare. Il nuovo presidente, sebbene giovane, ha l’esperienza necessaria per verificare se gli assessori capiscano gli argomenti che trattano. Infatti raramente, vista anche la qualità della burocrazia regionale, i medici – ad esempio – possono costruire i ponti o sistemare le città.
Si obietterà che il politico non deve sapere tante cose, ma solo saper “comandare”. Se fosse vero questo in Calabria avremmo già attuato la Costituzione, che per la regione prevede il solo compito di legiferare e programmare, lasciando agli enti locali tutte le fasi attuative.
Purtroppo dalle nostre parti più che altrove ancora questa è utopia, qualunque sia il colore della maggioranza consiliare.
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Misiti: spero che dai democratici venga una opposizione costruttiva
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Osservatorio del 23 aprile 2010
SCONTRO FINI – BERLUSCONI. BOSSI: FUORI FINI O FINE DELL’ALLEANZA
La “lunga marcia” di Fini verso l’area politica liberaldemocratica non ha subito certo uno stop dalla direzione del PdL ma un’accelerazione. Gianfranco Fini, già capo di un partito (MSI – AN) che non brillava certo per democrazia interna, mentre si sta sempre più ricredendo e avvicinando alla democrazia liberale, ieri si è trovato in una situazione veramente paradossale: il suo primo “sdoganatore”, centrista liberal di un tempo, gli ha rimproverato di non voler praticare il centralismo democratico di stampo leninista. Il presidente del PdL si è convertito da tempo al centralismo democratico, forse in omaggio al suo strettissimo compagno di festini Wladimir Putin.
Il presidente della Camera ieri ha messo da parte il suo abituale aplomb e ha gridato come allo stadio: “che fai, mi cacci”? Non subito, certo, ma presto, avrà pensato il Cavaliere.
C’è da dire che senza i parlamentari amici di Fini il PdL non reggerà il confronto con il centrosinistra e su questo il premier valuterà i comportamenti del suo nuovo avversario.
Lo scontro di ieri, inedito e senza mezzi termini, ha lasciato interdetti alcuni osservatori e politici, ma altri come i centristi dell’UdC, i sudisti, gli amici di Rutelli e molti altri ancora, hanno apprezzato due cose: l’attacco alla Lega nord e la linea meridionalista del presidente della Camera. In coro affermano: sono anni che diciamo le stesse cose. È vero, ma Fini parla ancora convinto del bipolarismo, che è scivolato in bi-populismo, gli altri invece sono convinti che un bipolarismo così si trova già alla frutta. E intanto Tremonti ride e Bossi, nell’incontro di oggi, dirà a Berlusconi: fuori Fini o fine dell’alleanza.
IL PD CALABRESE AL BIVIO
Oggi si riunisce la direzione regionale del PD calabrese. ProCalabria dopo aver compiuto un atto apprezzato da molti, avendo aperto credito al vincitore, augurandogli di fare bene, vuole inviare agli amici “sconfitti” del PD calabrese non solo gli auguri sentiti di buon lavoro ma un messaggio concreto che va dritto nel merito.
Il PD, unico dei cinque gruppi politici presenti in Parlamento che ha fatto della partecipazione democratica una bandiera, dovrà stare attento a non commettere l’errore opposto a quello dei partiti cosiddetti “padronali”, dove un uomo comanda e basta. Le discussioni sono spesso proficue, però lo sono certamente se si fanno su progetti politici riguardanti la soluzione dei problemi dei cittadini, altrimenti non servono.
Se si tratta soltanto di sostituire il segretario regionale o di decidere sul capogruppo al Consiglio e non l’approvazione di una linea politica costruttiva per il bene della Calabria, allora vuol dire che lo sforzo di migliaia di militanti è stato vano.
Noi di ProCalabria auguriamo invece a questo partito non solo di strutturarsi bene ma di trovare una linea politica che consenta di poter governare la regione anche dalla opposizione e dal territorio, considerato che la stragrande maggioranza dei sindaci è di centrosinistra, come pure tre province su cinque, che rappresentano l’ottanta per cento della regione.
È fondamentale quindi il progetto politico e una opposizione radicale si sui principi ma propositiva e costruttiva sulle cose concrete nel Consiglio regionale.
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le graduatorie della gelmini
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Osservatorio del 22 aprile 2010
LE GRADUATORIE DI MARIA STELLA GELMINI
La proposta della ministra dell’Istruzione di istituire graduatorie regionali dei docenti della scuola statale, riservando loro i posti disponibili, è quanto mai intempestiva ma anche controindicata per il nord del Paese. Essa è frutto di una visione protezionistica, destinata – qualora venisse realizzata – a deprimere in primo luogo l’economia settentrionale.
Nei giorni in cui il presidente della Svimez afferma “ogni anno ventimila laureati fuggono dal sud al nord e altri duemila all’estero”, la scelta del centro-destra di assecondare la Lega nord nella sua politica di discriminazione è certamente contro i giovani del sud, ma può rappresentare un boomerang per l’economia del nord e quindi del Paese.
Per di più, attuare il discrimine verso i laureati del sud solo nella scuola rappresenta anche una certa incapacità di vedere la centralità dell’istruzione nell’economia e più in generale in una società avanzata. In altri termini, mentre i servizi dei comuni, degli ospedali, delle piccole e medie imprese, delle regioni settentrionali si alimentano e crescono grazie a questo flusso di cervelli, la scuola rimarrebbe in gran parte senza maestri e professori in quanto i laureati del nord preferiscono altri impieghi.
A noi sembra un vero suicidio e riteniamo che la signora Gelmini non può che ripensarci, per il bene del Paese.
IL MAGLIONE DELLA FIAT
Nessuno ormai ha dubbi, e non solo per le parole di Obama, sulle qualità gestionali di Sergio Marchionne. La Fiat con lui è rinata e si sta adeguando rapidamente alle sfide e alle regole del mercato globale. A noi è dispiaciuta molto la sua rigidità iniziale su Termini Imerese, che però si può concludere positivamente con una nuova iniziativa industriale che eviti guai seri ai lavoratori.
Ci fa piacere invece che il piano strategico annunciato preveda il raddoppio della produzione di auto nel nostro Paese. Se l’azienda raggiungerà gli obiettivi del piano, vuol dire che la crisi economica mondiale sarà presto superata e si può guardare al futuro con maggiori certezze.
La produzione e la vendita di sei milioni di auto nel 2014 significa l’esistenza di un vero slancio nell’economia mondiale, ma anche un benefico cambio di marcia nell’economia nazionale.
Si può criticare pure per il suo irriverente “maglione” ma la grinta di ieri, mostrata nella presentazione del piano strategico, ci ha dato l’impressione di trovarci di fronte a un uomo di alto valore in campo internazionale.
Gli Agnelli e il giovane Elkann, dopo gli errori del vecchio Giovanni e di alcuni amministratori “sfessati”, hanno finalmente trovato la gallina dalle uova d’oro.
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Studenti calabresi “protagonisti” a Montecitorio
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Osservatorio del 21 aprile 2010
Incontro studenti e deputati calabresi
Oggi si è tenuta la “giornata di formazione a Montecitorio” a cui hanno partecipato gli studenti dell’ITC “Pezzullo” di Cosenza e il “Careri” di Taurianova (RC) accompagnati da un gruppo di docenti.
I deputati Aurelio Misiti, che ha coordinato la riunione, Mario Tassone, Jole Santelli, Angela Napoli, Franco Laratta, Lella Golfo, Rosa Villecco Calipari, hanno ascoltato le relazioni delle due scuole e dopo hanno risposto alle interessanti domande degli studenti sulla legalità, la mancata industrializzazione, la disoccupazione giovanile, la sanità e le infrastrutture.
Gli argomenti trattati dai ragazzi sono “musica” per le nostre orecchie, ha dichiarato l’on. Misiti.
Noi parlamentari abbiamo affermato che la via della legalità costituisce l’unico modello che ci potrà consentire in futuro di battere la disoccupazione e di avviare la rinascita della regione.
Sulla mancata industrializzazione abbiamo spiegato che per la Calabria l’unica industria deve essere quella del turismo mentre sulla sanità abbiamo ancora una volta sottolineato l’esigenza di migliorare la qualità delle prestazioni offerte dalle strutture regionali per evitare l’emigrazione dei nostri concittadini verso le regioni del nord del Paese.
Infine sulle infrastrutture si è ribadito il concetto che le grandi opere, a partire dal sistema ferroviario, sono la base di qualsiasi tipo di sviluppo del Mezzogiorno.
I giovani studenti hanno apprezzato le risposte e la disponibilità dei deputati che, a conclusione della seduta, hanno confermato l’impegno a partecipare a seminari organizzati dai due istituti sui temi dell’energia e sulla costruzione del ponte sullo Stretto.
La convinzione di tutti – ha sottolineato Misiti – è che l’incontro è stato un momento di formazione particolarmente importante anche per noi deputati.
Tempistica interessante
Nessuno avrebbe potuto pensare che un politico navigato come Gianfranco Fini potesse scegliere già oggi la via della scissione del PdL. Egli ha proceduto a un primo reale strappo politico che il Premier non ha apprezzato ma che non può certo proibire. La formazione di una corrente è un dato di fatto e con tale strumento il presidente della Camera potrebbe ingrossare le proprie fila, attraendo una fascia importante di scontenti forzisti di cui si fanno già nomi importanti, come quello di Pisanu.
Il cammino di Fini verso il centro si svolgerà in questi tre anni di legislatura. Ma già adesso si possono intravedere alcuni aspetti. I primi mattoni di un centro della politica italiana si stanno sistemando al proprio posto. Casini e Rutelli non nascondono la propria intenzione; vi è un ipotizzato avvicinamento tra Fini e l’MPA di Lombardo, ma la coincidenza più significativa è quella dell’abbandono di Luca Cordero di Montezemolo della presidenza Fiat, rendendosi disponibile per altre attività, tra cui la discesa nel campo della politica, proprio nel settore vasto e moderato del cosiddetto centro politico italiano, che esprime la sua massima potenzialità proprio nel Mezzogiorno.
Siamo forse alla vigilia di una Kadima italiana?
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La svolta finiana vista da Misiti
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Osservatorio del 20 aprile 2010
OCCASIONE PER IL SUD
Il mondo politico italiano negli ultimi giorni è tutto concentrato sui rapporti tra Fini e Berlusconi.
Anche coloro i quali dicono di non volersi occupare del caso sono poi costretti a farne i conti. Sia gli amici che gli avversari di Fini però tendono a dimenticare l’oggetto del contendere e fissano l’obiettivo su fatti marginali e spesso anche di carattere personale. C’entrano invece temi concreti. In primo luogo c’entra la questione dell’unità nazionale, non solo formale ma sostanziale. Si tratta dell’atteggiamento della classe dirigente italiana verso il Mezzogiorno d’Italia, che a noi di ProCalabria appare il vero oggetto del contendere in questa partita.
È chiaro infatti che la politica della Lega, sostenuta da Tremonti e accettata per convenienza da Berlusconi, il quale prega Dio che gli conservi l’alleato Bossi, risulta palesemente antimeridionale. Essendo Fini da sempre un paladino dell’unità nazionale, non gli può sfuggire la contraddizione dell’attuale politica del PDL e cioè di Berlusconi, finalizzata a sostenere la parte più forte del Paese con le risorse sottratte al Mezzogiorno.
Fini si è reso conto probabilmente che un partito libero, nazionale e patriottico, non può non considerare il Sud come una risorsa dell’intero Paese, così come ormai la pensano i più moderni osservatori delle “cose” italiane. A sostegno di questa causa l’ex presidente di AN troverà ampio sostegno nell’intellettualità meridionale e, in tempi post ideologici, anche tra le forze politiche che provengono dal lato opposto rispetto all’antica collocazione di Fini. Non c’è da meravigliarsi quindi se a suo sostegno vi sono parti importanti del Partito Democratico, di Alleanza per l’Italia e dello stesso gruppo Misto.
La lunga marcia verso il Centro del presidente della Camera, di un centro in cui già si trova l’UDC di Casini, avrà riflessi molto importanti nella politica meridionale, e potrebbe esprimere la formazione in una nuova forza politica non solo di opposizione alla Lega ma anche capace di fare emergere le potenzialità necessarie a riequilibrare economicamente e socialmente il Sud con il Nord.
ProCalabria segue con attenzione l’evolversi della situazione politica e punta sempre a cogliere gli effetti positivi per la nostra Regione.
INFRASTRUTTURE E AMBIENTE IN CALABRIA
Ogni promessa è un debito. Parliamo di infrastrutture e ambiente.
ProCalabria, non è un mistero, è un’associazione politica e culturale seria e come tale segue una linea di concretezza su ogni questione che riguarda il benessere dei cittadini e l’avanzamento delle conoscenze. È su queste basi che si fonda la nostra posizione sul rapporto tra infrastrutture e ambiente.
Siamo per l’area metropolitana dello Stretto come polo di sviluppo economico del Mediterraneo; per l’area metropolitana di Lamezia – Catanzaro, come capitale della buona burocrazia regionale; per l’area metropolitana Cosenza – Rende – Montalto Uffugo come perno centrale della cultura e della scienza, che si basano sulla realizzazione di importanti infrastrutture nella salvaguardia delle caratteristiche ambientali del territorio.
In questo quadro puntiamo alla realizzazione del TAV in Calabria (Battipaglia – Sibari – Crotone – Catanzaro – Reggio Calabria) e Sicilia (Messina – Catania – Palermo), che comprende il ponte sullo Stretto e tante altre opere a coronamento dei corridoi europei numero uno e otto, e tra queste l’autostrada Jonica. Siamo per la valorizzazione e il rilancio dei porti commerciali calabresi (Corigliano, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia e il grande porto di Gioia Tauro) e il completamento di un piano diffuso di porticcioli turistici a sostegno dell’unica grande industria possibile in Calabria, che è proprio il turismo.
E a tal proposito vanno rafforzati anche gli scali aereoportuali tra cui quelli di Reggio Calabria e Crotone. La Giunta Regionale, che da sola non può certo realizzare queste opere, deve avere la capacità di stimolare lo Stato, l’U.E. e l’imprenditoria privata per indurli ad un impegno concreto per la loro realizzazione.
Va creato un clima favorevole per sconfiggere le pseudo culture dell’ambientalismo non scientifico, che molto spesso impediscono il progresso o comunque costringono a decisioni errate, come quella di seguire il tracciato della vecchia Salerno – Reggio Calabria. Questa scelta ha portato enormi danni economici e sociali alla Calabria e alla Sicilia, che ancora non possono essere quantificati, ma si tratta certamente di decine di miliardi di Euro.
ProCalabria vigilerà con attenzione sulle risposte che i calabresi attendono anche dall’Esecutivo regionale.