Il Quotidiano della Calabria
Il programma dell’Unione ha dedicato ampio spazio ai problemi del Mezzogiorno e al tentativo di inquadrare soluzioni realistiche e praticabili.
Oramai nell’opinione pubblica sta passando l’idea che il presupposto per qualsiasi politica di sviluppo del Sud non può che essere la legalità: non vuota parola ma continuo, costante e pervicace esercizio del rispetto delle regole in ogni circostanza, anche – e soprattutto – nel comportamento quotidiano.
Esaminando con imparzialità e autonomia le politiche di aiuto sviluppatesi negli anni passati non possiamo non constatare il loro evidente fallimento: gli incentivi in conto capitale erogati attraverso leggi speciali o le varie misure di programmazione negoziata hanno avuto un ritorno complessivamente deludente ed in molti casi sono stati occasione per speculazioni truffaldine.
Ad esempio Sviluppo Italia – che avrebbe dovuto essere lo strumento per la promozione della cultura d’impresa fra i giovani – si è invece gonfiata a dismisura, finendo per assumere competenze diversissime e fra loro poco coerenti. In conseguenza l’ultima Finanziaria, prendendo atto del sostanziale fallimento della sua missione originaria, ha ridimensionato fortemente il ruolo, senza che nessuna forza politica abbia espresso il minimo rimpianto.
Il Ministro Bersani sta ora ridisegnando le future politiche di sviluppo per il Mezzogiorno, unitamente a tutte le altre misure che necessariamente devono costituire gli strumenti indispensabili alla crescita del paese nel medio periodo.
In una realtà come quella italiana, infatti, da sempre avvezza ad un rilevante intervento dello Stato come elemento centrale e motore della spesa, l’idea che il mercato possa essere unico regolatore dei flussi di investimento – cosa di cui sembrava convinto il Governo precedente .- non è realistica. Invece la proposta del Ministro dello sviluppo economico, per quanto ci è dato sapere, si muove nella direzione giusta: l’eliminazione dei passaggi amministrativi nella concessione dei benefici. Il che significa, in altri termini, la ripresa della politica degli incentivi in forma automatica.
Niente più istruttorie che servivano unicamente ad ingrassare schiere di consulenti e per le quali gli stessi imprenditori erano costretti a fare assurdi contorsionismi: gli investimenti in generale non dovranno essere astrattamente valutati prima della loro concessione ma solo dopo che essi saranno stati effettuati e si sostanzieranno su concreti vantaggi fiscalmente rilevanti.
Essendo ancora in itinere la proposta Bersani ci permettiamo di fornire un semplice suggerimento, che comunque va nella direzione del Programma dell’Unione. E’ nota la disparità tra il Mezzogiorno e il resto del Paese, costituita dalla disponibilità o meno di risorse per l’accesso al credito e quanto questo sia essenziale allo sviluppo: ebbene le banche presenti al Sud – quasi tutte con sede centrale al Nord – non assicurano prestiti alle imprese nemmeno in quantità corrispondente alla raccolta nelle regioni meridionali.
Sarebbe auspicabile pertanto che l’azione del Ministro Bersani fosse finalizzata anche a togliere alle banche l’alibi della rischiosità eccessiva del credito nel Mezzogiorno, incentivando al massimo i fondi destinati alle garanzie sui crediti. Le buone aziende meridionali e quindi i cittadini non potranno che essergliene grati.
on Aurelio Misiti e Antonio Chiappetta
Italia dei Valori
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