Il gesto che ci si aspetta da Adamo e Loiero

Il Quotidiano della Calabria
Rimani veramente male quando apprendi che persone di cui ti senti amico e su cui riponi tanta fiducia, sono oggetto di attenzione della magistratura. Mai avrei immaginato di dover scrivere sul caso dell’amico Pacenza o del più che amico Nicola Adamo.
Sono certo che il suo appello di non essere oggetto di eclatanti espressioni di solidarietà, corrisponda ad uno stato d’animo comprensibile. Non posso esimermi però di esprimere per lui e per la moglie il mio augurio che riescano a chiarire la propria posizione. Tuttavia è giusto rispettare il lavoro dei magistrati e non contrastarli con azioni dirette politiche o di pressione dimostrativa. Ognuno operi tranquillamente nel suo ruolo, ma mentre enuncio questi miei pensieri, non posso non domandarmi come mai il partito, erede del PCI di Berlinguer, che spesso mostra la patente di partito democratico avanzato e che aspira a divenire cerniera del nuovo soggetto politico del centro-sinistra, nell’anno 2006 pratichi ancora il metodo stalinista e vallettiano delle “purghe” e dei “licenziamenti”. Un onesto magistrato, che ha avuto solo il torto di aver fatto il proprio dovere, viene punito con il licenziamento della moglie. Un sindaco bandiera dei DS come Vincenzo Iannuzzi è mandato a casa solo perché si è candidato con l’Italia del Valori, partito dell’Unione. Un dirigente storico del PCI calabrese come Pino Soriero, viene espulso perché ha scelto anche lui di candidarsi come capolista al Senato con l’Italia dei Valori. Se questa logica fosse adottata da tutti, dovremmo mandare a casa tra gli altri: Loiero, presidente della Regione, e Bruni, presidente della Provincia di Vibo Valentia. Perché tanto spirito di vendetta alligna invece nei vecchi allievi di Berlinguer? Questa non è la migliore politica da praticare; l’attuale fase va vissuta con grande apertura mentale e soprattutto con la volontà di coesione verso gli altri partiti della maggioranza,evitando così di danneggiare le Istituzioni.
Coloro che dirigono attualmente il partito, se riflettessero sul proprio passato, dovrebbero essere i primi a difendere la libertà di pensiero, e non reagire in modo irrazionale, insorgendo di fronte alla sola prospettiva di una critica al proprio operato.
Il corretto atteggiamento politico di Adamo, tenuto nella conferenza stampa successiva all’avviso di garanzia, deve essere quindi sorretto anche da altre decisioni.
Il popolo calabrese attende altro dai DS e da un uomo come lui, che ha rinunciato allo status di parlamentare per continuare a lavorare nella giunta Loiero a favore della sua regione.
Il partito rinunci allo stalinismo di ritorno e Adamo dimostri altrettanto coraggio adesso, compiendo un atto che tutti apprezzerebbero. Egli, qualora il Presidente volesse confermarlo, rinunci alla carica. In questo modo a lui sarebbe più facile difendersi di fronte alla giustizia e all’opinione pubblica.
Il presidente Loiero, persona sensibile e umanamente legata al suo vice, saprà regolarsi in modo da favorire il suo ritorno quando sarà tutto finito.

di Aurelio Misiti
deputato di Italia dei Valori
www.aureliomisiti.it



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