Loiero faccia una giunta di livello.
Il modello Calabria in Italia viene considerato il peggiore.
Il Quotidiano della Calabria
L’arresto del capogruppo dei DS al Consiglio regionale Francesco Pacenza ha provocato una vasta solidarietà della politica calabrese, dimostrata in modo a dir poco inconsueto con due sit-in di deputati, senatori e consiglieri regionali davanti al carcere.
Come mai non hai partecipato?
Mi faccio questa domanda nella speranza che sia l’ultima a cui io debba rispondere su questo caso.
La mia umana solidarietà a Franco Pacenza e alla sua famiglia è stata sincera sin dal giorno dell’arresto. Detto questo, non posso non affermare che il rispetto della piena autonomia d’indagine dei magistrati deve essere sempre accettata ,anche se gli indagati siamo noi stessi.
Pertanto,mentre auspico che Pacenza possa dimostrare la propria completa innocenza, considero inopportuna ogni manifestazione che possa apparire all’opinione pubblica una interferenza indebita verso l’operato della magistratura.
Personalità come Biagio de Giovanni, Elio Veltri, Marco Travaglio ed Ennio Simeone, mi sembra condividano questa mia posizione.
Qual’è il suo giudizio sulla Calabria, regione su cui è concentrata l’attenzione della stampa e delle TV nazionali?
Sarei molto più contento se si parlasse meno della mia regione, in quanto i fatti calabresi riportati danno un’immagine negativa. La criminalità, le frane, le alluvioni, il clientelismo, la disoccupazione intellettuale e l’endemica crisi economica non sono stati quasi mai contrastati adeguatamente .
La classe dirigente, nell’ultimo ventennio, non è stata in grado di far valere anche gli aspetti positivi.
In Italia, il modello Calabria è considerato il peggior modello regionale. All’estero la Calabria è sinonimo di ‘ndrangheta’; sappiamo invece che questa regione ha dato e continua a dare un contributo rilevante di idee,risorse e uomini alla nostra Nazione.
Se le cose stanno ancora così, pensi che sia una responsabilità del presidente Loiero e della sua Giunta?
Non lo penso affatto. Loiero è un buon politico e fa quel che può. Egli vorrebbe realizzare di più ma non gli è possibile nelle condizioni date.
Ci vorrà molto tempo prima che la Calabria diventi una regione normale. Il Presidente però può iniziare a modificare l’attuale situazione stagnante, agendo in due direzioni:
– lavorare per una Giunta di alto profilo,
– assumere con concorso meritocratico 300-400 giovani laureati con lode, possibilmente in possesso di alta specializzazione, ottenuta in Italia o all’estero, promuovendo nel contempo,tramite incentivi, l’uscita di quei funzionari che non si sono adattati ai nuovi compiti della Regione e delle Provincie.
Ma così i risultati non ci sarebbero in tempi brevi; e intanto i fondi europei si perderebbero ancora. Cosa si può fare nel breve periodo?
Certo, l’ immissione di nuove forze giovanili darebbe effetti positivi nel tempo. Ma se non si comincia mai il ricambio della classe dirigente burocratica è solo un miraggio.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi europei la Regione non si trova in una situazione positiva. C’è da dire però che non è solo demerito della Regione ma del sistema Calabria, che non funziona. Infatti,oltre ad un bravo Assessore regionale, occorre avere Provincie e Comuni efficienti, imprenditori e sindacati che svolgono bene i loro compiti.
Cosa può fare Loiero per avviare questa nuova fase senza rinunciare a qualche buon risultato nel presente?
Può nominare una Giunta di buon livello e accelerare la riforma dello Statuto per potere avere un Esecutivo di alto profilo. Si modificherebbe così l’attuale stato di ordinaria amministrazione ,che in un anno e mezzo non ha portato risultati rilevanti, come spesso lo stesso Presidente ammette candidamente.
Ma quale consiglio specifico puoi dare a Loiero?
Innanzitutto c’è da considerare che vi è omogeneità politica quasi dappertutto: nei comuni, nelle province, nella Regione e nel Governo Nazionale.Gli imprenditori e i sindacati hanno più volte espresso la volontà di sottoscrivere accordi per lo sviluppo con le Istituzioni.
E’ una situazione ideale perché tutti si rimbocchino le maniche e lavorino per il bene della Calabria.
I parlamentari di maggioranza e opposizione riportino a Roma i veri interessi della Regione, senza strumentalizzazioni o visioni di parte. Il Governo nazionale accolga le istanze sulle infrastrutture, sul porto di Gioia Tauro, sui crediti ambientali, che la Giunta regionale deve rivendicare con forza, superando il mero assistenzialismo che non porta da nessuna parte.
Tu parli del ruolo delle Provincie, ma anche queste non godono di buona salute, come dimostrano le vicende di Reggio Calabria, dove il Presidente, dopo tre mesi, non è riuscito nemmeno a completare le nomine degli assessori. Perchè avviene questo?
In generale le Provincie calabresi stanno dando una buona prova; sfortunatamente invece Reggio Calabria non segue lo standard normale: sono state fatte scelte non rispettose dei risultati elettorali e rifiutate proposte di grande spessore per la composizione dell’Esecutivo. Ma, al di là della responsabilità di Morabito e del suo capo corrente di partito, che lo avrà consigliato, il vero problema della Provincia di Reggio Calabria è il gran numero delle forze politiche,che hanno presentato addirittura un numero ancora più elevato di liste. Tutto ritorna quindi alla scarsa cultura di governo della classe dirigente politica e burocratica calabrese.
L’ultima domanda è su Italia dei Valori, che ha ottenuto un indubbio successo elettorale. E’ il terzo gruppo dell’Unione alla Camera ed è determinante al Senato. Si pone, però, spesso in contrasto con gli altri partiti; perché? Come pensate di collaborare nel Governo Nazionale e per la rinascita della Regione?
E’ vero; Prodi, Loiero e Morabito dovranno tener conto della nostra forza, altrimenti non faremo sconti. Prodi ha capito che la nostra posizione è la più idonea per avviare un dialogo nel Paese e riaggregare le forze politiche. Italia dei Valori è un mezzo per traghettare dal basso un “pezzo” rilevante della classe dirigente del Paese verso il Partito Democratico. E’ il vero partito di frontiera con i moderati del centrodestra. Infatti Tabacci e Follini con Italia dei Valori hanno aperto un dialogo al centro dello schieramento politico. D’altra parte le primarie per Prodi hanno dimostrato il nostro peso, che oggi è anche aumentato. Quindi Prodi, che sa di poter essere” stritolato” in un accordo di vertice tra DS e Margherita, è molto interessato alla nostra posizione.
Per quanto riguarda Loiero e Morabito, diciamo con chiarezza che Italia dei Valori non è alla ricerca di poltrone ma che alla Regione e alla Provincia conviene avere il nostro diretto contributo per la gestione della cosa pubblica. Siamo disponibili anche ad indicare alte personalità della Società civile, pur di avere Giunta regionale e Giunta provinciale in grado di attuare una svolta positiva nella guida delle Istituzioni calabresi.
di Aurelio Misiti
deputato di Italia dei Valori
www.aureliomisiti.it