Il 14 luglio del 1936, Melicucco (RC) diveniva comune autonomo, staccando il cordone ombelicale con Polistena dopo oltre 100 anni .
Tra orgoglio comunale e riflessione sulla storia e la condizione attuale si è svolto un convegno a più voci che ha visto coinvolti i 6 sindaci viventi protagonisti degli ultimi 50 anni: prof. Aurelio Misiti (sindaco dal 1968 al 1971), dott. Furio Pronestì (sindaco dal 1988 al 1993), prof. Ottavio Amaro (sindaco dal 1993 al 2001), dott. Francesco Scopelliti (sindaco dal 2001 al 2006), ing. Francesco Nicolaci (sindaco dal 2006 al 2016), e infine l’attuale Sindaco arch. Salvatore Valerioti in carica dal giugno 2016.
Ha introdotto il Sindaco Valerioti, che ha ringraziato gli ex Sindaci per la loro partecipazione e per aver accettato l’invito per un evento importante per la storia della comunità melicucchese. Ha inoltre esposto il programma della giornata che vede protagoniste le realtà aggregative più significative che sono cresciute in questi anni a Melicucco: la banda municipale che ha suonato per le vie del paese concludendo con l’inno nazionale in piazza Primo Maggio; il Centro di Aggregazione per disabili che ha offerto uno spettacolo di musiche e danze e i ragazzi del Servizio Civile comunale che hanno allestito un’interessante e documentata mostra fotografica sulla storia melicucchese.
Il convegno è iniziato con la lettura della lettera inviata dal prof. Aurelio Misiti (pubblicata nella pagina precedente), impossibilitato ad essere presente per impegni fuori Calabria.
Il dott. Furio Pronestì dichiarandosi felice di poter partecipare insieme agli altri colleghi a un confronto libero, ha voluto rimarcare l’importanza dell’autonomia e dell’identità comunale. In questo senso bisogna stare attenti a nuovi assetti istituzionali – Città Metropolitana per esempio – che possono ledere l’autonomia dei piccoli centri.
Il prof. Ottavio Amaro ha parlato dell’importanza del senso di appartenenza e di attaccamento alle proprie radici, citando Cesare Pavese Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Autonomia non significa restare dentro i confini del proprio campanile, ma capacità di dialogare con il contesto; in questo senso la Città Metropolitana può rappresentare un’occasione per fare un salto di qualità territoriale anche a Melicucco.
Questo non è più un paese di soli braccianti e contadini, ma ha raggiunto un positivo grado di complessità sociale, con più laureati, più professioni e soprattutto più capacità imprenditoriali, evidenti sul piano del commercio e delle piccole imprese.
Parlare d’identità allora significa principalmente capacità di mantenere la propria storia basata sul lavoro e sull’onestà, come è stata per i braccianti negli anni ’50 o per gli emigrati che hanno saputo riversare risorse e sviluppo sul paese. L’emigrazione se da un lato ha distrutto e falciato la comunità dal dopoguerra agli anni ’70, dall’altro ha portato ricchezza e voglia di fare.
A partire dalla sua storia, scritta da persone come il sen. Domenico Romano (artefice dell’autonomia del 1936), il sindaco Vincenzo Mercuri e tanti altri protagonisti dal dopoguerra in poi, il paese deve continuare a migliorare e progredire, sul piano urbano e architettonico nonché sul piano culturale, economico e sociale.
Il dott. Francesco Scopelliti ha illustrato con date e passaggi puntuali i momenti storici e i protagonisti che hanno portato al D.L del 14 luglio 1936 che sancisce l’autonomia comunale di Melicucco.
Grazie al lavoro congiunto dell’avv. Domenico Romano, all’epoca alto dirigente del Ministero LLPP e responsabile per la ricostruzione post terremoto del 1908, e il Ministro Luigi Razza, si è riusciti a far digerire al governo Mussolini una soluzione contro tendenza che, invece di accorpare aree urbane, dava origine ad un piccolo comune per sdoppiamento. Mentre a Reggio si costruiva la grande Reggio, eliminando tante piccole autonomie comunali, Polistena perdeva la frazione di Melicucco, che acquisiva terreni anche da Rosarno e Cittanova. Inizia così la storia di Melicucco autonomo, con una vasta opera di costruzione delle sedi istituzionali che identificavano la comunità: il municipio con la piazza, il cimitero, la caserma dei carabinieri, la casa del fascio, la scuola materna.
L’ing. Francesco Nicola sottolinea i traguardi che il paese è riuscito a raggiungere tra cui quello demografico, inserito tra i 10 comuni con più alto tasso demografico. E’ un paese con molti giovani capaci e con idee che vogliono fare per il paese.
Complessivamente il convegno ha rappresentato un confronto fattivo e soprattutto un momento di coesione, ribadendo la storia del paese, ma anche la necessità di futuro.