MISITI: PERCHE’ LA SENTENZA DI PRIMO GRADO NON ERA SENSATA

Marco Travaglio

Marco Travaglio

Il giornalista, esperto di giustizia, Marco Travaglio difende la sentenza di primo grado sul terremoto dell’Aquila affermando che la condanna degli studiosi della Commissione “Grandi Rischi” non riguarda la mancata previsione del terremoto ma la rassicurazione data ai cittadini in un comunicato stampa che non ci sarebbe stato il terremoto disastroso previsto da qualcuno .
Per un giornalista l’affermazione di Travaglio può sembrare azzeccata ma per gli esperti non è esatta. Quel comunicato o la conferenza stampa della Protezione civile sono frutto della impossibilità di prevedere i terremoti.
Infatti lo sciame sismico era cominciato da oltre quattro mesi, con enorme dissipazione di energia; ciò indusse gli esperti a pensare che si poteva escludere il terremoto disastroso che qualche pseudo scienziato si aspettava.
In effetti, come sempre in passato, le cose andarono così: non c’è stata la scossa di grado Richter elevato ma di grado modesto di 5,9 in sede locale.
E allora perché una simile scossa ha causato 309 morti, 1500 feriti, 15 miliardi di danni? La risposta è complessa ma si può schematizzare nel modo seguente:
La storia dei terremoti in Italia ci racconta che mai una grande città è stata distrutta o quasi da un terremoto; nemmeno Messina e Reggio Calabria scosse dal sisma ma distrutte dal maremoto. Questo ha indotto le autorità italiane a sottovalutare le difese preventive dei centri abitati e in primo luogo delle città. Quindi L’Aquila come le altre città italiane sono fragili. Da tempo i tecnici (non gli studiosi teorici del fenomeno) e in particolare Il Consiglio Superiore Dei Lavori Pubblici insistono perché lo stato affronti il problema prima del disastro. Occorre che le scelte e le modalità di intervento siano affidate a chi conosce bene gli effetti del terremoto sulle strutture e sulle infrastrutture e cioè a gli ingegneri esperti .
I fisici, i geologi, i sismologi, i vulcanologi studiano il fenomeno terremoto e non le conseguenze sulle costruzioni. Chi deve invece consigliare le istituzioni sul da fare, come in tutti i paesi avanzati sono i tecnici ingegneri specialisti e lo Stato unitario si era già dato gli organi adatti, come il citato Consiglio Superiore.
Se si ripristinasse il rispetto delle competenze ci sarebbero enormi risparmi economici e di vite umane. A questo scopo i tecnici sostengono la necessità di realizzare finalmente:
UN PIANO NAZIONALE DI ADEGUAMENTO SISMICO DEGLI EDIFICI STRATEGICI G IA’ INDIVIDUATI, che costerebbe molto meno del valore dei danni che produrrà il prossimo terremoto, garantito purtroppo dalla storia del nostro martoriato paese.



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