LE DICHIARAZIONI PROGRAMMATICHE DEL PRESIDENTE LETTA, PER QUANTO PRUDENTI E SCARSAMENTE DETTAGLIATE, PRESENTANO UNA INTERESSANTE SPECIFICAZIONE SUL MEZZOGIORNO QUANDO AFFERMANO CHE SENZA CRESCITA AL SUD IL PAESE NON PUO’ USCIRE DALLE ATTUALI DIFFICOLTA’ ECONOMICHE.
IL NORD DEVE RIPARTIRE MA DA SOLO NON SARA’ IN GRADO DI SALVARE L’ITALIA.
E’ NOTO CHE IL SUD POSSIEDE LE POTENZIALITA’ IN TERMINI DI RISORSE UMANE E, AGGIUNGO ANCHE MATERIALI, PER FARE RIPARTIRE LA SUA ECONOMIA MA ESSE RIMANGONO INESPRESSE FINCHE’ LA SUA CLASSE DIRIGENTE NON SARA’ CULTURALMENTE PREPARATA AL GRANDE SALTO DALL’ASSISTENZIALISMO ALL’AUTONOMIA ECONOMICA.
I PARTITI DI MAGGIORANZA DEVONO ATTUARE LE PAROLE DI LETTA , ATTRAVERSO IL SOSTEGNO PIENO AI PROVVEDIMENTI GOVERNATIVI CHE VANNO IN QUELLA DIREZIONE.
INOLTRE ESSI STESSI DOVRANNO SUPERARE TABU’ CHE IMPEDISCONO DI ELIMINARE LE RIGIDITA’ DEL “VECCHIO” SINDACATO IN TERMINI DI CONTRATTI TERRITORIALI, ABBANDONANDO LA PARTE ECONOMICA DEL CONTRATTO NAZIONALE PER TENER CONTO DELLE CARATTERISTICHE SOCIALI ED ECONOMICHE DELLE SINGOLE REGIONI..
IL SUD VA INCORAGGIATO A COMPLETARE LE PROPRIE INFRASTRUTTURE E NELLO STESSO TEMPO AD APRIRE MIGLIAIA DI PICCOLI CANTIERI DI MANUTENZIONE ORDINARIA E STRAORDINARIA NEI SETTORI SISMICO, IDROGEOLOGICO , EDILE, STRADALE E FERROVIARIO.