AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, al termine di una lunghissima e tormentata seduta la V Commissione (Bilancio) ha approvato questo disegno di legge di stabilità; una maratona che è stata necessaria e che ha visto anche una dialettica molto dura, tant’è vero che su due emendamenti importanti il Governo aveva dato parere contrario ed è stato battuto dalla Commissione stessa. Certo c’è stata la collaborazione anche del Governo per poter modificare un testo che era stato criticato appena uscito da palazzo Chigi.
Era stato criticato da destra e da sinistra, anche in parte dal centro dello schieramento politico e comunque non era criticato su un aspetto importante, cioè sugli investimenti complessivi, sul costo complessivo della manovra o disegno di legge di stabilità.
Certo, molti colleghi si sono soffermati sui principali emendamenti, soprattutto su quello fiscale, che i relatori, Renato Brunetta e il collega del PD, Baretta, hanno insieme proposto alla Commissione, che ne ha preso atto a stragrande maggioranza e lo ha approvato.
Un emendamento fiscale che ha abrogato il tetto e la franchigia su deduzioni e detrazioni; ha soppresso l’aumento dell’IVA previsto dal 10 all’11 per cento; ha incrementato le detrazioni fiscali per i figli a carico (180 euro per ciascun figlio), con una spesa prevista di un miliardo di euro; è stato previsto un incremento dei fondi destinati alla produttività; è stato costituito un fondo per l’eliminazione dell’IRAP per i lavoratori autonomi, con una spesa di 300 milioni di euro, mentre 700 milioni di euro sono stati investiti per l’IRAP sul lavoro. La norma sulla cooperative sociali ha comportato 153 milioni di euro di spesa. Inoltre è stata eliminata la retroattività delle norme che prevedevano la rivalutazione dei redditi domenicali ed agrari, la revoca del regime fiscale favorevole per le società agricole con 97 milioni di spesa. È stata reintrodotta l’esenzione Irpef per le pensioni di guerra e ripristinata la clausola di salvaguardia sul calcolo del TFR, con altri 170 milioni di euro. La cosa importante, anche se programmatoria, ma importantissima, è quella dell’istituzione di due fondi: un fondo famiglie e un fondo imprese. Voglio mettere l’accento su questi fondi, anche se non posso qui indicare delle cifre, perché non indicate dai relatori, ma si tratta di un fatto importantissimo, soprattutto l’istituzione del fondo famiglie, che è finalizzato alla riduzione della pressione fiscale sulle famiglie e che viene finanziato da proventi derivanti dalla lotta all’evasione fiscale, dalla riduzione della spesa per interessi sul debito pubblico e da eventuali operazioni one-off. Il fondo per le imprese è anch’esso finalizzato alla riduzione del cuneo fiscale e alla concessione di un credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo dell’impresa, ed è finanziato mediante risorse derivanti dalla progressiva riduzione dei trasferimenti alle imprese. Questi due fondi sono di grandissima importanza, perché saranno validi nel tempo e anche per gli altri Governi. Mi vorrei soffermare – visto che su molti altri aspetti si sono soffermati i colleghi, mettendo in rilievo l’importanza degli emendamenti approvati con l’accordo e con il sostegno del Governo – sul
fondo, previsto da un emendamento, per il quale si prevede uno stanziamento di 250 milioni di euro per la difesa del suolo. Voglio dire con franchezza che questo fatto è importante di per sé, certamente, in questo momento soprattutto, e credo sia stato inserito proprio perché in questi giorni siamo ancora sottoscacco su questo terreno. Vorrei soffermarmi su tale finanziamento perché lo ritengo non solo molto importante, ma perché indica purtroppo una nostra mentalità, una nostra linea, che è sbagliata, nel senso che interveniamo dopo che eventi come alluvioni, terremoti, e così via, sono accaduti. Ebbene, credo non si tratti soltanto di intervenire guardando dal punto d i vista emergenziale tale questione, ma si tratta di intervenire su questo tema in modo ordinario, rafforzando le strutture del Ministero ad hoc, il Ministero dell’ambiente.
Quest’ultimo oggi può utilizzare esclusivamente personale (tecnici) che provengono addirittura dal Ministero delle poste. Sono degli spostamenti dovuti al sovraffollamento di quel Ministero e il Ministero dell’ambiente si deve servire esclusivamente, per queste evenienze, dell’ISPRA, con le scarse risorse umane e materiali. Va ricordato, su questo punto, che le tremende alluvioni del 1951 e del 1966, che hanno distrutto il Polesine e molte opere d’arte a Firenze, non hanno indotto le istituzioni italiane a realizzare quelle opere indispensabili per la difesa preventiva del territorio. Basterebbe guardare il bacino dell’Arno. Se non sarà affrontato il problema dell’abbattimento dell’onda di piena attraverso una serie di piccoli bacini a monte, la città di Firenze sarà travolta, così come avvenne nel 1966. Il caso di Roma è emblematico e dimostra che dove si interviene preventivamente si possono evitare le catastrofi. In definitiva – e mi avvio a concludere, signor Presidente – su questo provvedimento sono state preannunciate tre votazioni di fiducia. Il testo da sottoporre a fiducia del Parlamento dovrà contenere non solo gli emendamenti votati con l’accordo
del Governo in Commissione ma, a mio avviso, anche i due importanti emendamenti approvati in Commissione bilancio con il parere contrario del Governo.
Se ciò non dovesse avvenire, è anche naturale che i gruppi parlamentari che hanno appoggiato tali emendamenti – in particolare Grande Sud, che mi onoro di dirigere – saranno costretti a riconsiderare il proprio atteggiamento in relazione, se non alla fiducia – perché quella sarà assicurata da tutti noi – certamente al testo del provvedimento finale.