Intervento in Aula dell’on. Misiti (Grande Sud) sull’approvazione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 129 del 2012: Disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto

Signor Presidente, i nostri deputati di Grande Sud voteranno a favore della legge di conversione del decreto-legge su Taranto. Oltre a quanto abbiamo illustrato ampiamente e dettagliatamente nella discussione generale, in cui siamo entrati nel merito del provvedimento esprimendo anche qualche suggerimento, accompagnato da qualche critica, noi oggi ci pronunciamo favorevolmente, per ragioni aggiuntive che cercherò di illustrare.
Siamo favorevoli perché il decreto dà risposte positive alle aspettative della città di Taranto in merito al disinquinamento previsto già da molti anni, essendo stato inserito il sito di Taranto tra i primi 14 siti da bonificare di interesse nazionale con il decreto del Presidente della Repubblica n. 196 del 1998. Successivamente, altri provvedimenti hanno indicato altri siti, fino ad un numero massimo di 57, nel nostro Paese.
Il decreto-legge, inoltre, si preoccupa di indirizzare e sbloccare finanziamenti già programmati e aggiungere altri finanziamenti da programmare per lo sviluppo di misure infrastrutturali complementari alla bonifica, per incentivare le imprese già insediate in quel territorio che si propongono di utilizzare tecnologie innovative dal punto di vista della tutela ambientale.
Inoltre, sono previsti, nel decreto, incentivi per la riqualificazione di tutta l’area di Taranto, compresa quella marina, ciò al fine di garantire la continuità occupazionale durante il periodo della riorganizzazione degli impianti, indispensabile per poter ricevere l’autorizzazione integrata ambientale da parte dell’Ilva, valevole per continuare a produrre acciaio primario e acciaio semilavorato per l’industria manifatturiera italiana e anche estera.
La notizia, delle ultime ore, che l’Ilva investirà oltre 400 milioni di euro per bonificare l’interno dello stabilimento e avviare la sostituzione delle apparecchiature degli altiforni più obsoleti, nel rispetto assoluto della normativa comunitaria, ci fa molto, molto piacere. La nostra posizione, quindi, è favorevole alla ristrutturazione per ridurre drasticamente gli inquinanti nell’atmosfera di Taranto, anche a costo di una riduzione temporanea della produzione. Nel contempo, siamo favorevoli a mantenere la produzione dell’acciaio in Italia, e quindi a Taranto, dove si produce il 40 per cento della produzione italiana, salvaguardando la salute dei cittadini. Nell’articolo 2, poi, l’area è definita di crisi industriale complessa, e questo ai fini di applicare l’articolo 27 del decreto-legge n. 83 del 2012. Quindi, ci potranno essere altri accordi di programma con progetti di riconversione industriale con tutte le opere e gli impianti previsti, che sono già dichiarati, per questo motivo, di pubblica utilità, urgenti e indifferibili. Tutto questo, quindi, ci induce ad approvare senza indugio il provvedimento per far ciò che la stessa magistratura ha indicato: produzione industriale dell’acciaio sì, ma solo dopo gli interventi di salvaguardia della salute dei cittadini.



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