Signor Presidente, nell’esprimere il nostro giudizio su questo provvedimento non possiamo non prendere atto di alcuni aspetti che riguardano la positività del provvedimento stesso.
È chiaro che il provvedimento ha uno scopo principale, che è quello di rideterminare i requisiti di accesso e i criteri di calcolo dei contributi con una connessa limitazione dei costi ammissibili. Questo significa che il Governo che ha proposto il decreto-legge in esame ha come obiettivo quello di ridurre gli sprechi ed evidentemente di valorizzare coloro i quali non fanno sprechi, ma possono invece essere utili alla pluralità delle opinioni ed alla diffusione della cultura attraverso l’editoria.
È chiaro che poi l’altro obiettivo è quello di tenere presente ciò che avviene nel mondo. Soprattutto ciò che avviene nel mondo giovanile, italiano e internazionale, non poteva non essere urgentemente trattato, anche prima della legge delega che dovrà sicuramente approfondire questi aspetti e migliorare i tentativi di innovazione contenuti in questo provvedimento urgente, cioè il sostegno ad una editoria che si va sempre più diffondendo e che è l’editoria digitale, collegata anche strettamente ad una modernizzazione dell’editoria tradizionale, la quale non può reggere il confronto a lungo andare. Tant’è vero che nei giornali principali al mondo si comincia a parlare di sostituzione totale del cartaceo da parte dell’editoria digitale. Quindi già l’introduzione urgente di questo aspetto è un fatto estremamente positivo, che ci deve vedere favorevoli.
Naturalmente è anche previsto nel disegno di legge di conversione del decreto-legge, e soprattutto nelle modifiche che sono stata apportate dal Parlamento, qualcosa di più di quello che il Governo inizialmente aveva proposto. Io credo che questo sia un bene.
È infatti difficile trattare nel modo tradizionale i nuovi strumenti che sono venuti fuori dall’esperienza di questi ultimi anni e cioè non solo l’articolo 3-bis che è stato citato che chiaramente va incontro alla esigenza di questa editoria digitale ed anche al mondo giovanile che si vuole introdurre in questo ambiente. Direi che questo significa che il Parlamento e il Governo italiano hanno compreso fino in fondo che queste innovazioni possono ampliare lo spettro della discussione, possono migliorare la cultura delle giovani generazioni e possono influenzare più positivamente l’opinione pubblica sui fatti reali che avvengono nel nostro Paese e nel mondo.
È chiaro che alcuni provvedimenti che sono inseriti nel decreto-legge e che riguardano, per esempio, l’incremento delle percentuali minime di vendita necessarie per poter accedere ai contributi, vanno salutate anch’esse positivamente, perché esse significano tagliare alcuni sprechi molto importanti. Dal punto di vista dei contenuti ci sono altre innovazioni: per esempio, le disposizioni contenute sono unificate dalla finalità di riordinare la materia dei contributi diretti erogati dallo Stato a sostegno delle imprese editrici di giornali e periodici.
Per questo motivo sono stati rimodulati i parametri che legittimano la corresponsione dei contributi mediante l’introduzione di meccanismi che fanno corrispondere il contributo per le imprese editoriali ai livelli di vendita conseguiti e ai livelli di occupazione professionali garantiti. Questi sono, a mio avviso, contenuti positivi e naturalmente, conseguentemente è anche previsto l’abbassamento dei tetti massimi dei contributi erogabili, incentivando nel contempo l’occupazione presso le imprese del settore, perché se si fa, se si procede in questo modo, si incentiva l’occupazione.
Nella relazione illustrativa del provvedimento nonché nel preambolo esplicativo contenuto nell’articolo 1, comma 1, che illustra le finalità del provvedimento, la disciplina introdotta è certamente positiva in attesa della ridefinizione delle forme di sostegno all’editoria. Ciò significa che ci troviamo proprio – lo dice proprio questo comma 1 dell’articolo 1 – in una fase transitoria, dal passato verso il futuro, ed è evidente che dal punto di vista dell’ordinamento vigente c’è un’innovazione importante, che riguarda l’obbligo della relazione di certificazione del bilanci, ampliando in maniera non testuale l’ambito applicativo dell’articolo 6, comma 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 525 del 1997, anche in relazione ad imprese editrici di quotidiani italiani edite e diffusi all’estero. Anche questo è un capitolo importantissimo di questo provvedimento. Naturalmente l’obiettivo complessivo del provvedimento è quello di razionalizzare le risorse, ma sappiamo benissimo che ciò significa anche risparmiare sulle risorse tenendo anche conto di questa era digitale, perché più si afferma e si amplia l’era digitale, più si risparmia sugli investimenti e quindi si stabiliscono nuovi parametri a beneficio di chi presenti una maggiore tiratura a livello nazionale. È da segnalare anche che l’articolo 3 reca misure per favorire il passaggio all’editoria digitale. Sappiamo che c’è una crisi molto grave nel campo editoriale del cartaceo e molto spesso si formano cooperative e si realizza un passaggio dal cartaceo al digitale. Questo provvedimento verifica, fa il monitoraggio di queste cose in fondo, e tende a favorire questo passaggio e a migliorare le condizioni del passaggio stesso e quindi si tratta di un provvedimento benefico.
Certo, avremmo avuto molto piacere se si fosse già fatto adesso – ma speriamo di poterlo ottenere nella discussione successiva, quella che riguarda poi la legge delega – affrontare, con più coraggio, la questione del precariato all’interno di questo settore, una questione molto importante. Pensiamo, per esempio, a quanto vengono pagati gli articoli di giornali e riviste importanti: un terzo di quanto si pagano all’ora le badanti. Mi pare una cosa veramente vergognosa. Con tutto il rispetto per le badanti, credo che per un articolo impegnativo per un giornale importante con una diffusione di milione di copie per quanto riguarda i settimanali, soprattutto quelli femminili, sia veramente assurdo che questo compenso venga pensato per un giornalista che dilettante non lo è più perché magari non è più un giovanissimo e in genere da tanti anni fa il precario, il freelance che lavora per giornali importanti.
Quindi credo che questa parte qui vada guardata con attenzione nel dibattito che poi faremo, nelle decisioni e nelle approvazioni delle norme che si faranno per quanto riguarda la legge delega. Credo comunque che questo sia un primo importante e non timido tentativo di mettere ordine nella nostra editoria. Pertanto la componente politica Misto-Grande Sud-PPA voterà a favore del provvedimento.
Intervento in Aula dell’On. Misiti durante la discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 maggio 2012, n. 63, recante disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, nonché di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità istituzionale
Publicato da Segreteria, 9 Luglio 2012 alle ore 21:50
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