TERREMOTO: GRANDE SUD, AVVIARE PIANO MANUTENZIONE STRAORDINARIA EDIFICI

(AGENPARL) – Roma, 31 mag – “Più grave del sisma è il comportamento di tutti o quasi nell’affrontare il problema terremoto con razionalità”. Lo afferma il capogruppo di Grande Sud alla Camera dei deputati Aurelio Misiti, già presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e direttore per un quinquennio di tutti i servizi tecnici dello Stato. Per Misiti “l’errore più grave che si possa commettere, e in passato è stato sempre (o quasi) commesso, sarebbe quello di amplificare sui media nei primi quindici giorni le dettagliate notizie relative alle vittime e agli immobili sbriciolati, per poi dimenticarsi quasi per sempre. L’altro errore da evitare, anche se meno grave, e in passato è stato sempre (o quasi) commesso – aggiunge -, è quello di avviare la ricostruzione con un impegno parziale di spesa rinviando il completamento a un tempo indeterminato. E’ arrivato il momento invece di cambiare profondamente l’approccio con un fenomeno naturale, abbastanza conosciuto dagli studiosi, le cui conseguenze sulle strutture e le infrastrutture indispensabil i al vivere civile, vengono fronteggiate solo dopo l’evento e quasi mai prima. Occorre invece – prosegue – che l’intera classe dirigente del Paese e cioè la politica, il sindacato dei lavoratori e degli imprenditori, la cultura tecnico-scien tifica e umanistica e le stesse comunità religiose a partire da quella cattolica, comprendano che gli effetti del terremoto sul “costruito” sono molto più importanti dello stesso fenomeno naturale, e che bisogna ridurre al minimo o annullare i disastri”. Per far ciò “i governi a tutti i livelli – spiega l’esponente del movimento arancione – devono impegnare una parte consistente delle risorse economiche disponibili, utilizzandole come investimen ti produttivi ad elevato reddito. Infatti l’esperienza degli ultimi centocinquanta anni ci insegna che le spese in termini di ripristino e la perdita di vite umane risultano inversamente proporzionali all’avanzamento della cultura tecnico-scientifica e manutentiva nell’industri a delle costruzioni. Cioè a dire – aggiunge -: dove si è operato nel costruire immobili seguendo le normative antisismiche che man mano si sono affinate, a partire dalle prime misure adottate dopo il terribile sisma del 1908 nello Stretto di Messina, le conseguenze dei terremoti si sono ridotte notevolmente, tanto è vero che nei primi settantacinque anni di unità d’Italia si sono avute oltre centonovantamila vittime mentre invece nella seconda metà soltanto diecimila”. “Oggi si possono ritenere maturi i tempi, anche al fine di superare la grave crisi economica e occupazionale dell’Italia – sottolinea Misiti -, per avviare subito un grande piano nazionale di manutenzione straordinaria sull’edilizia pubblica e privata e in generale sulle piccole infrastrutture , per far corrispondere la resistenza ai terremoti del costruito in tutto il territorio nazionale, in quanto da alcuni anni è stato riconosciuto dalla legge come territorio sismico. Ciò – aggiunge – consentirà di aprire, nel giro di pochi mesi, con modesti fondi pubblici, decine di migliaia di piccoli cantieri per l’adeguamento sismico e strutturale di almeno quarantamila manufatti stradali e ferroviari, nonché centinaia di migliaia di cantieri, finanziati con fondi pubblici e privati, per l’adeguamento e l’isolamento sismico”. “Questo è il vero salto di qualità di cui l’Italia ha bisogno per uscire dalla crisi economica e contribuire, come ha spesso fatto in passato, alla realizzazione pratica di quanto il pensiero tecnico-scientifico ha prodotto per contrastare gli effetti di un fenomeno naturale che, senza le opportune iniziative razionali, eliminerebbe quanto l’uomo realizza per il suo benessere”, conclude Misiti.
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