Signor Presidente, signori del Governo, questa ennesima fiducia che Grande Sud compatto ha votato ieri cade in un momento di gravissima crisi economica europea e internazionale.
La lunga fila dei nostri fratelli greci, mostrata dalla televisione, davanti agli sportelli bancari per ritirare i propri risparmi in euro, ricorda quelle file sterminate davanti alle banche americane del 1929-1930 per ritirare i dollari depositati, che ad un certo punto non si trovavano più. L’appello del Presidente spagnolo, che annuncia rischi per il finanziamento del debito, è un altro sintomo che mette i brividi.
La nostra recessione è ormai acclarata per tutto il 2012 e ci dice pure che i provvedimenti votati da questo Parlamento, anche se necessari, non sono stati sufficienti per mantenere la variazione con il segno positivo del prodotto interno lordo. Siamo sinceri, signor Presidente: questa provvedimento sulle commissioni bancarie non è molto apprezzata dai cittadini.
Essi ci guardano con sospetto, in quanto la gran parte di loro pensa che il Governo e il Parlamento si preoccupino di sostenere le banche e non le persone meno abbienti e senza lavoro. Noi di Grande Sud, che guardiamo agli interessi del Paese attraverso l’esame dello stato in cui si trova il Mezzogiorno d’Italia, constatiamo che la crisi del 2008-2012 e tutti i provvedimenti anticrisi approvati hanno dato al sud pessimi risultati. L’occupazione è scesa del 3,1 per cento, mentre al centronord è scesa solo dell’1,2 per cento. La disoccupazione giovanile è aumentata di 8 punti, raggiungendo il 40 per cento. Sapete quanto è lo spread tra Caltanissetta e Bolzano? Trecentonovantasette punti! Sono dati della Banca d’Italia del dicembre 2011.
Tutto questo richiede al Governo e al Parlamento uno sforzo di fantasia, sì, ma anche di razionalità. Se il sud è la chiave per riprenderci come Paese, diamoci da fare cominciando da lì. Usiamo il nostro prestigio europeo e internazionale per avviare un piano di rinascita del Mezzogiorno, che richiede anche decisioni controcorrente.
Il primo punto è la lotta alla criminalità: non possiamo, infatti, oggi abrogare e accorpare tribunali e caserme, ma raddoppiamoli al sud e dimezziamoli in zone del Paese dove non vi è bisogno. Il Governo lavori per contratti nazionali e regionali per attrarre investimenti al sud, senza costringere le nostre imprese ad emigrare verso i Paesi dell’est. Il Governo non annunci soltanto i miliardi disponibili per le infrastrutture, ma si affidi a chi può e sa realizzarle, per attuare un piano straordinario per il sud. Lo sa il Governo che la dotazione stradale del sud è del 32,5 per cento inferiore a quella del centro e del 26 per cento inferiore rispetto a quella del nord? Da qui bisogna partire per riprendere a crescere in Italia.
Certo, qualcosa di nuovo c’è: prima di tutto, il rispetto internazionale. Obama incarica Monti di introdurre il G8 con una relazione quadro sull’economia, e questo ci fa onore. Il Fondo monetario internazionale ci promuove, ma ci dà consigli. Hollande parla italiano con la Merkel.
Il testo di questo disegno di legge, però, ha anche diversi punti positivi: l’Osservatorio come strumento di trasparenza e Pag. 81monitoraggio sui comportamenti delle banche rispetto ai cittadini e alle imprese; il rating di legalità, che può essere uno strumento importante per combattere la malavita; la franchigia temporanea delle commissioni bancarie sotto i 500 euro.
Noi di Grande Sud voteremo questo disegno di legge, ma segnaliamo il grande disagio dei cittadini italiani, soprattutto giovani e donne del Mezzogiorno, che chiedono a gran voce di passare subito dalla politica dei sacrifici a quella dello sviluppo del Paese.