La Calabria che non vogliamo

Registriamo con amarezza che, oltre alla bellissima Calabria dei giovani di Locri, dei vescovi coraggiosi e dei preti infaticabili, della moltitudine di amministratori e di gente onesta e laboriosa, c’è la presenza di una piccola, assurda, Calabria del male. I delitti, i crimini bruttissimi di varia natura, le sparatorie nei centri abitati, le intimidazioni alla vita democratica, sono all’ordine del giorno. Perché tanta cattiveria in questa ristretta cerchia di gente? Perché non recepisce mai il messaggio di pace e di convivenza civile? Le intimidazioni verso una bandiera della legalità come il partito di Italia dei Valori, è il tentativo vano di costoro di mettere a tacere il principale nemico della illegalità. Ma i “ registi “ di questi atti, che vengono descritti come astuti e intelligenti, possono mai pensare di intimidirci e di sconfiggere noi, che per tutta la vita abbiamo sventolato la bandiera della trasparenza e della “incorruttibilità”? Essi non solo non passeranno ma allargheranno il nostro consenso e accentueranno il loro isolamento. I mezzi usati, come le lettere denigratorie che diffondono articoli “spazzatura” della stampa, oggettivamente sostenitrice di costoro, gli squarci alle gomme della vettura del capolista di Italia dei Valori, coperta dai simboli di Antonio Di Pietro, costituiscono messaggi per farci arretrare. Noi non solo non arretreremo ma facciamo appello ai cittadini di votarci in massa per sconfiggere la radice della illegalità di questo paese, che ha, speriamo ancora per pochi giorni, un Premier che non si vergogna di definire “coglioni” i cittadini che non lo votano, che incoraggia gli evasori fiscali e che si dimena come un ossesso per paura di perdere le elezioni. Gli italiani (anche quelli di centrodestra) si chiedono perché tanto attaccamento a Palazzo Chigi? Se il Premier è la causa di questo clima che cosa ti puoi aspettare dai delinquenti comuni?

di Aurelio Misiti
www.aureliomisiti.it



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