La Camera,
premesso che:
il recente decreto legislativo n. 28 del 2011 – «Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE» – all’articolo 2, lettera e), definisce la biomassa come «la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde pubblico e privato, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani»;
le biomasse rappresentano una fondamentale fonte di energia rinnovabile, ricavata dal recupero di scarti vegetali ed altre fonti derivanti da processi industriali ed agricoli e presentano grandi potenzialità di sviluppo, specialmente nel territorio italiano naturalmente adatto ad accogliere impianti a biomasse per le sue caratteristiche;
la filiera biogas-biometano ha un rilevante impatto sull’economia agricola e industriale, ma presenta anche molteplici ulteriori aspetti positivi come: l’elevata efficienza negli usi (energia elettrica e termica, carburanti da biomasse, biodiesel e bioetanolo) e costi di produzione competitivi; inoltre, limita l’inquinamento di atmosfera e falde acquifere, migliora il ciclo della vita dei prodotti combustibili; ed infine, le biomasse rappresentano una fonte programmabile e conservabile attraverso l’utilizzo della rete e degli stoccaggi del gas naturale;
dal punto di vista degli impianti vi è una pluralità di soluzioni: la combustione diretta della biomassa, in forni appositi, ne comporta un’ossidazione totale ad alta temperatura; gassificazione, pirolisi e carbonizzazione, invece, sono processi che comportano un’ossidazione parziale della biomassa, in modo da ottenere sottoprodotti solidi, liquidi e gassosi, più puri rispetto alla fonte di partenza, che possono poi essere combusti completamente in un passaggio successivo;
le centrali termoelettriche alimentate da biomasse solide o liquide effettuano la conversione dell’energia termica, contenuta nel combustibile biomassa, in energia meccanica e successivamente in energia elettrica;
il fatto che le suddette centrali si basino, soprattutto, sugli scarti di produzione rappresenta un vantaggio economico e sociale rilevante, in quanto il settore riutilizza e smaltisce rifiuti in modo corretto, produce energia elettrica e riduce la dipendenza dalle fonti di natura fossile;
in futuro le biomasse potranno essere applicate per lo sviluppo di una chimica capace di produrre biomateriali,
impegna il Governo:
ad assumere iniziative volte ad incentivare l’opzione agroenergetica per l’imprenditoria agricola italiana, sottolineandone l’importanza come fonte alternativa di reddito e salvaguardando la funzione primaria dell’agricoltura;
a favorire, per quanto di competenza, le proposte di uniformare la normativa relativa alla definizione di sottoprodotto ed al ciclo integrato di rifiuti, in modo da superare le attuali difficoltà date dalle diverse fonti normative;
ad assumere iniziative finalizzate a differenziare il sistema degli incentivi al fine di determinare lo sviluppo di filiere industriali, favorendo così l’incremento del reddito e dell’occupazione;
a monitorare e vigilare sul corretto inserimento degli impianti nel tessuto urbanistico e rurale, preservando il paesaggio.
(1-00918)
«Misiti, Iapicca, Miccichè, Fallica, Grimaldi, Pugliese, Soglia, Stagno d’Alcontres, Terranova, Mario Pepe (Misto-R-A)».
(12 marzo 2012)
Mozione dell’on. Misiti ed altri concernente “INIZIATIVE IN MATERIA DI USO E SVILUPPO DELLE AGROENERGIE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI IMPIANTI ALIMENTATI A BIOMASSE”
Publicato da Segreteria, 12 Marzo 2012 alle ore 19:05
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