Milleproroghe: Dichiarazione di voto del capogruppo di Grande Sud-PPA, On. Aurelio Misiti

Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative.

Signor Presidente, i nove deputati della componente politica Misto-Grande Sud-PPA voteranno la fiducia al Governo, così come hanno fatto in precedenza. Approfitto di questa dichiarazione di voto per entrare ancora nel merito del provvedimento più che nelle questioni generali della politica.
Ogni anno rinnoviamo l’impegno di non ricorrere a questo tipo di provvedimento, ma ogni anno approviamo il cosiddetto milleproroghe che, per fortuna, quest’anno è un po’ più contenuto. Tutto questo denota, purtroppo e comunque, un distacco tra il legislatore e la pubblica amministrazione: il primo non è messo in grado di valutare i tempi necessari per l’attuazione delle leggi; la pubblica amministrazione, dal canto suo, non è ancora in grado di ridurre i tempi. Speriamo, almeno, di ridurre annualmente il numero delle proroghe.
Ci sono nel provvedimento proroghe indispensabili, come quelle previste all’articolo 1 che riguardano i giovani ricercatori e i docenti associati universitari. Dare la possibilità agli atenei di predisporre queste assunzioni è molto positivo e si impedisce così a molti giovani di emigrare all’estero nelle università straniere.
Se, invece, rimangono in Italia possono dare un contributo significativo allo sviluppo dei settori industriali avanzati e all’uscita dalla crisi economica del nostro Paese.
Per quanto riguarda gli associati, il comma 5, dell’articolo 1, consente l’assunzione, ai sensi dell’articolo 29, comma 9, della legge n. 240 del 2010, tenendo fermi i limiti utilizzati per individuare gli atenei beneficiari degli interventi. Circa la proroga relativa all’assunzione presso la Presidenza del Consiglio, sarebbe stato meglio ricorrere ad un decreto dello stesso Presidente del Consiglio e non inserirla in questo milleproroghe.
Di grande importanza è la proroga dei termini per la verifiche sismiche sugli edifici definiti strategici, basate su un fondo istituito dall’articolo 32 del decreto-legge 30 settembre del 2003, n. 269. Finora sono stati verificati 36 mila edifici, mentre occorre almeno raddoppiare questo numero. Ciò consentirà di intervenire in via preventiva e di adeguare alle norme sismiche questi edifici per salvare così migliaia di vite umane sui futuri terremoti che, certamente, purtroppo, interesseranno il nostro Paese. Tra le opere strategiche vi sono le grandi dighe il cui il regolamento è in itinere e non si può ancora procedere alle verifiche sismiche.
La proroga prevista dall’articolo 4 riguarda i benefici ai comuni limitrofi alle regioni e alle province a statuto speciale, per impedire il referendum delle scelte di quei comuni, cosa che, però, alimenta molte polemiche nelle altre regioni.
La proroga all’articolo 5 è relativa all’inceneritore di Aversa, che in futuro va gestito in modo ordinario, con il massimo del rigore tecnico-scientifico. Scelgo per ragioni di Pag. 71tempo di non intervenire su altro e, invece, cerco di andare verso un articolo che è il più interessante dal mio punto di vista. Mi soffermo, quindi, sull’articolo 11 che tratta infrastrutture e trasporti. Dopo le proroghe positive su porti e aeroporti nei primi commi, il comma 5 e il comma 6 si riferiscono, invece, all’Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali, prevista dall’articolo 36 del decreto-legge n. 98 del 2011, che rappresenta l’unica vera riforma che è stata fatta negli ultimi tempi. Qui addirittura si ammette che, nei prossimi due mesi, potrebbe non essere possibile approvare lo statuto e un decreto di trasferimento del personale, nel qual caso non si costituirebbe più l’agenzia. Se questo significa che si vuole costituire un’agenzia più ampia, comprendente anche le infrastrutture ferroviarie, va tutto bene, ma se si vuole lasciare l’ANAS così com’è, che faccia la programmazione delle nuove opere, che diriga le opere degli altri, che approvi i progetti e che controlli le stesse concessionarie di fatto, allora non ci possiamo stare. La riforma dell’ANAS è sacrosanta e, quindi, ANAS deve essere la nuova azienda pubblica concessionaria e basta. Le rimanenti funzioni dell’attuale ANAS vanno inserite nell’agenzia, sotto il controllo del Ministero dell’economia e delle finanze e della stessa ANAS. Oggi ANAS e FS sono due monadi impenetrabili. Il controllo si limita all’approvazione del bilancio e basta. Insomma, Trenitalia e ANAS concessionaria devono entrare nel mercato e fornire il servizio migliore al prezzo più conveniente per l’utenza. Il cittadino al centro e non i bilanci aziendali, ecco che cosa vuole Grande Sud-PPA e con queste osservazioni annuncia di votare la fiducia e di votare poi il provvedimento che ne segue.



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