Signor Presidente, è ovvio che quando esaminiamo un provvedimento di questo genere – e purtroppo avviene ogni anno – vuol dire che facciamo una confessione un po’ di malfunzionamento del contesto e dell’attività della pubblica amministrazione. Abbiamo bisogno sempre di riguardare e rivalutare i tempi di attuazione delle norme che approviamo in questo Parlamento. Credo che più si restringe il campo delle proroghe annuale, più si va verso una legislazione che tiene conto della realtà effettiva della situazione della nostra pubblica amministrazione. D’altra parte, però, dobbiamo dire che il giudizio complessivo su questo provvedimento, rispetto ad altri del passato, non può non essere positivo, ferma restando la necessità di emendare alcuni articoli ed integrarne altri, così com’è avvenuto già in sede di discussione nelle Commissioni I e V. Certamente l’Aula non solo dovrebbe confermare quanto avvenuto nelle citate Commissioni, ma dovrebbe probabilmente inserire qualche altra modifica che, comunque, non comporti maggiori oneri per la spesa pubblica.
È chiaro che esaminando uno per uno i 30 articoli del decreto «milleproroghe» non si può dare un giudizio positivo riguardo a tutti gli articoli. Certamente, il primo contiene delle proroghe che sono, ovviamente, indispensabili per quanto riguarda alcuni settori fondamentali come i nostri giovani ricercatori e i giovani docenti delle università. È evidente, quindi, che quei commi sono assolutamente indispensabili visti i ritardi con cui si è proceduto in passato e si continua a procedere all’interno delle università nella formazione delle commissioni e nell’iter tortuoso che hanno queste assunzioni. È indispensabile questa proroga al 31 dicembre 2012. È semmai da vedere se non era possibile portare dallo 0,50 per cento ad una percentuale più alta l’utilizzo dei fondi che derivano dalle cessazioni dal servizio nel 2010. Tuttavia, ci dobbiamo accontentare di ciò e credo che questo posso dare un piccolo sospiro di sollievo a queste categorie di giovanissimi che, spesso, sono portati ad andare all’estero per continuare la loro attività di ricerca. La stessa cosa voglio dire per il comma 5 dello stesso articolo che consente la possibilità di assumere dei professori associati, ai sensi dell’articolo 29, comma 9, della legge n. 240 del 2010, tenendo fermi i limiti utilizzati per individuare gli atenei beneficiari degli interventi. È chiaro che tutto va bene, ma perché prorogare pure i termini di efficacia delle graduatorie per l’assunzione a tempo indeterminato del personale che aspirerebbe ad entrare alla Presidenza del Consiglio dei ministri quando noi sappiamo che il numero del personale della Presidenza del Consiglio risulta esorbitante da tutti i punti di vista? Si può benissimo procedere con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri stesso che ha già previsto una proroga simile il 28 marzo 2011. Non vedo, quindi, per quale motivo viene riportato all’interno dell’articolo 1 del decreto «milleproroghe». La proroga, poi, dell’incarico di commissario straordinario della Croce Rossa fino al 30 settembre 2012 va bene se non si continua a superare quel limite, perché la riforma di questo settore si può fare anche in tempi più brevi e, comunque, speriamo che non si superi il limite del 30 settembre. Poi c’è l’articolo 3 che a me risulta molto importante perché riguarda una proroga delle verifiche sismiche per tutto il 2012 per consentire di portare avanti una benemerita indagine sul numero degli edifici strategici grazie al fondo apposito istituito dall’articolo 32-bis del decreto-legge n. 269 del 30 settembre 2003, convertito dalla legge n. 326 del 2003. A tutt’oggi siamo solo a metà del lavoro, con 36.000 schede, 36.000 visite sul territorio nazionale, e si tratta di farne altrettante. Quindi, è giusto che evidentemente si richiami l’attenzione sui criteri di priorità di questi interventi, che dovranno trovare il sostegno della pubblica amministrazione, ma anche della pubblica opinione. Tra le opere strategiche vi sono le grandi dighe, in attesa dell’emanazione delle norme tecniche in base alle quali dovrebbero essere fatte le verifiche. Quindi, è chiaro che il fondo previsto nel futuro va molto implementato per procedere all’adeguamento sismico, a partire dalle opere strategiche, incentivando anche i proprietari dell’edilizia privata. Ciò potrebbe portare ad una riduzione degli effetti devastanti dei terremoti, una riduzione rispetto a precedenti terremoti (e tutti sappiamo quanti morti, quanti lutti e quanto spreco di risorse vengano ogni volta che si abbandona l’idea di prevedere l’azione del sisma). Voglio considerare un’anomalia all’interno del Governo: è a disposizione uno dei tecnici più importanti del settore, direi che io lo ritengo il più importante, che è stato segnalato dal Ministro Matteoli all’attenzione del Presidente Monti, ma questi è stato indirizzato a fare il sottosegretario all’agricoltura. Mi sembra una questione effettivamente poco edificante. Con l’articolo 4 si estende a tutto il 2012 il beneficio economico ai comuni limitrofi delle regioni e province a statuto speciale, previa istruttoria e verifica dei progetti di valorizzazione di quei territori. Questo è chiaro che è un elemento di privilegio – mi riferisco alla quota dello 0,6 per cento di quanto distribuito a favore di quei territori – che evidentemente tende a non incentivare i referendum per spostarsi dalle regioni a statuto ordinario a queste regioni a statuto speciale, che avrebbero dei privilegi. Tuttavia questo, chiaramente visto con gli occhi delle altre regioni, non ci sembra un fatto positivo. Poi c’è la proroga, prevista dall’articolo 5, per trasferire l’impianto di Acerra alla regione o ad un soggetto privato oppure alla protezione civile. L’impianto di Acerra è il termovalorizzatore che tiene sulle spalle la maggior parte della distruzione di rifiuti della regione Campania, che in modo anomalo, invece, insiste e preferisce spostare questi rifiuti su nave verso l’Olanda o verso altri Paesi, facendo gravare non solo sui cittadini campani, ma sul resto dei cittadini italiani tutto il peso della triplicazione della spesa per questa attività. È indispensabile, poi, l’articolo 6, in materia di lavoro: è chiaro che la proroga agevola i lavoratori occasionali, di tipo accessorio, senza incidere sulla finanza pubblica. Questo mi sembra un articolo estremamente importante, come pure importante è l’articolo 7, che ci pone in difficoltà per ragioni interpretative da parte della nostra magistratura, per sequestri di immobili di altri Paesi. Quindi è chiaro che anche quello va bene, purché si arrivi ad una soluzione più favorevole possibile allo Stato italiano. Ci sono le proroghe per gli interessi dei colonnelli e dei generali alla difesa, che non devono essere messi in aspettativa quando vi sono carenze in altri ruoli. Io credo che sia estremamente positivo il fatto di non mettere in aspettativa persone di grande attività, che possono rendersi molto utili alla nostra difesa. Poi, vi sono altre proroghe, su cui non mi soffermo. Mi soffermo soltanto su alcune, in particolare sull’articolo 11, sulla questione infrastrutture e trasporti. Bene le agevolazioni alle autorità portuali, la proroga dei diritti aeroportuali. Tuttavia, per quanto riguarda i commi 5 e 6, che prevedono la proroga di taluni termini riguardanti l’Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali, sebbene le Commissioni riunite abbiano già trattato l’argomento e abbiano proposto uno spostamento della scadenza dei termini dal 31 marzo al 30 giugno, credo che su questo sia necessario fare chiarezza. È indispensabile che si formi una Agenzia, anche se non soltanto di strade e autostrade: facciamola dei trasporti, facciamola di strade, autostrade e ferrovie, facciamola in modo tale da eliminare lo strapotere attuale di due grandi aziende dello Stato che, di fatto, non sono controllate; esse sono controllate solo nell’assemblea dei soci, quando un funzionario delle finanze o del Ministero dell’economia va lì e sottoscrive il bilancio. Noi dobbiamo riportare all’interno del Ministero dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero dell’economia il controllo totale di queste attività e lasciare fuori da questo l’ANAS Spa: che resti solo concessionaria in modo tale che entri sul mercato e agisca nell’attività di manutenzione, di costruzione di nuove strade, cosicché le nostre strade, soprattutto nel Meridione d’Italia, non siano mulattiere, cosa che corrisponde esattamente a quello che l’ANAS oggi consente. La stessa cosa dicasi per le ferrovie: è necessario introdurre il mercato anche sulle ferrovie; Trenitalia si liberi di RFI, sia autonoma e partecipi alle gare. I treni devono essere puliti, devono essere in orario, in tutto il territorio nazionale, perché non è vero che bisogna mettere al centro il bilancio delle due società; bisogna, invece, mettere al centro l’interesse dei cittadini che hanno bisogno di viaggiare, hanno diritto alla mobilità, al prezzo più basso e nello stesso tempo con il servizio migliore. Ciò non significa che un’Agenzia ferroviaria o autostradale elimini la necessità di fare l’Autorità dei trasporti. L’Autorità è una cosa, l’Agenzia è un’altra; l’Autorità, anche questa complessiva, va bene; però l’Autorità deve soltanto dare delle indicazioni, stabilire i prezzi, stabilire i pedaggi; non può fare quello che oggi fa l’ANAS, cioè il bello e il cattivo tempo sulla programmazione delle opere, sulla progettazione, sul controllo, su ogni cosa senza rendere conto a nessuno. L’Autorità, quindi, va fatta perché deve regolare e l’Agenzia va fatta perché deve svolgere il ruolo che oggi svolgono l’ANAS e RFI. Naturalmente, ci sono tanti altri argomenti importanti come quelli in materia ambientale previsti dall’articolo 13, la tracciabilità dei rifiuti, la proroga del Pag. 32Consiglio nazionale della pubblica istruzione, la proroga relativa al personale dei vigili del fuoco, agli enti locali, ai segretari comunali, alle nuove province; certo queste sono proroghe resesi indispensabili per quella carenza di cui denunciavo l’essenza all’inizio del mio intervento. Credo che sia importante l’articolo 16 che riguarda la proroga in materia di investimenti degli enti previdenziali in Abruzzo, regione martoriata dal terremoto de L’Aquila. Signor Presidente, mi avvio a concludere, ma vorrei ricordare ancora che è necessario non eccedere in commissariamenti e in prosecuzioni di commissariamenti come quelli, per esempio, previsti dall’articolo 17 per le nuove strutture carcerarie. Bisogna fare una programmazione molto più precisa, in base a riforme della giustizia che evidentemente non richiedano un raddoppio della volumetria delle carceri. La stessa cosa vale per l’ENEA, la stessa cosa per le norme che riguardano il settore postale. Spero che l’anno prossimo si faccia un decreto «milleproroghe» che almeno riduca alla metà le proroghe di quest’anno e che via via si realizzi una tendenza all’azzeramento di tutte le proroghe, perché ciò vorrebbe dire che in quel momento funzionerebbe bene la pubblica amministrazione.