Costi della politica, Misiti: si comincia bene e spesso si finisce male

“ In Italia si comincia bene e spesso si finisce male. Così è stato con l’ottimo primo ’68 che si è concluso con le brigate rosse ; si voleva migliorare la Costituzione e si è giunti invece alla sciagurata e confusa modifica de titolo V°; si è arrivati a dire che il Mezzogiorno è una grande risorsa del Paese e si può osservare facilmente come viene emarginato nei fatti dalla classe dirigente;due giornalisti pongono seriamente il tema dei costi della politica e ci si riduce a combattere la guerra santa contro i mulini a vento dei parlamentari, che volentieri accetterebbero il trattamento europeo,tedesco o francese;dopo tangentopoli si è più volte cambiata la legge elettorale della famigerata prima Repubblica e si è arrivati alla legge”porcata” di Calderoli .

Il Governo ha oggi il necessario consenso per intervenire e proporre al Parlamento soluzioni appropriate, come ad esempio:

– ridurre almeno del 50% i rimborsi elettorali alle liste dei cosidetti “partiti virtuali” odierni, che più di altri lanciano strali contro la “casta”;

– tagliare gli sprechi delle Camere, di Palazzo Chigi, del Quirinale, della Consulta ecc., come ad esempio i benefits degli ex, che devono ritornare ad essere comuni cittadini come si usa nei paesi civili;

– ridurre il numero dei parlamentari con la fine del bicameralismo perfetto , accorpare le Regioni a non più di sette;

– abolire le Province e portare il numero delle Amministrazioni comunali da oltre ottomila a un migliaio;

– adottare infine una buona legge elettorale per rendere protagonisti i cittadini.

La realizzazione di queste proposte rappresenterà di certo la ricucitura tra i cittadini e il palazzo”.



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