(ANSA) – GALATRO (REGGIO CALABRIA), 3 AGO – Federalismo totale e non soltanto fiscale, alta formazione mirata a sviluppare le vere risorse della regione, nuova assunzione di responsabilita’ da parte di partiti, sindacati, forze sociali e produttive. E’ questo in sintesi lo spunto di riflessione che il segretario regionale di Italia dei Valori, Aurelio Misiti, ha offerto alla discussione durante l’incontro organizzato a Galatro dalla Cgil in accordo con Cisl e Uil sui temi dello sviluppo della piana di Gioia Tauro.
”Si tratta del solo modo – ha detto Misiti – per consentire alla Calabria di recuperare i decenni perduti e costruire un percorso di crescita e sviluppo contando sulle proprie forze, risorse e capacita’. Il Federalismo deve essere totale. Il meridione e la Calabria devono pretendere cioe’ che lo Stato faccia nel sud gli investimenti in infrastrutture che ha sinora riservato solo al centro nord; che si investa per il turismo e non solo per la piccola e media impresa del nord; devono pretendere il giusto risarcimento per i danni provocati dai gasdotti che attraversano la Calabria, deturpandone il paesaggio e colpendo il sistema idrologico, per portare il prodotto dal Mediterraneo al nord Italia; devono chiedere che venga quantificato e compensato il contributo in produzione di ossigeno che il meridione offre al resto del paese industrializzato, grande generatore di gas nocivi, e che consente al nostro Paese di poter sottoscrivere gli accordi internazionali (tipo Kioto) sull’ambiente; devono pretendere che le merci che arrivano a Gioia Tauro paghino l’iva e i dazi doganali sul posto e che i soldi rimangano nelle casse della regione, impedendo che lo possano fare – pur attraversando il confine europeo a Gioia – in altre citta’ o porti italiani”.
”Questo e’ il federalismo – ha proseguito – che vogliamo, insieme a quello fiscale, un federalismo cioe’ che ci dia la possibilita’ di valorizzare le nostre risorse, senza dover essere costretti a chiedere solidarieta’ a nessuno. I 33 comuni della piana, con i suoi 170 mila abitanti possono diventare il quartiere portuale della grande citta’ calabrese del porto, cosi’ come e’ impostato nel Por Calabria 2007-2013 della giunta regionale. Ma la piana di Gioia ha anche un’altra enorme opportunita’ in questa fase di crescente crisi economica e alimentare che sta interessando in modo globale l’intero pianeta, con i prezzi dei principali generi alimentari che negli ultimi mesi si sono moltiplicati: si puo’ immaginare cioe’ di investire per raddoppiare la produzione agricola dell’area, sfruttando sempre di piu’ l’acqua della diga sul fiume Metramo.
Per fare questo pero’ serve indirizzare, con l’aiuto delle nostre universita’, la formazione dei giovani calabresi verso i punti di eccellenza sui quali la regione immagina di programmare il proprio rilancio: il porto di Gioia Tauro e quello che dentro e intorno al porto si sta realizzando, dall’industria del freddo al rigassificatore; l’agricoltura, il turismo e l’ambiente”.
”Ma questo risultato – ha concluso – potra’ essere raggiunto se i sindacati sapranno essere maggiormente propositivi, superando la logica della mera contrattazione tradizionale e se lo stesso sapranno fare i partiti politici, che devono accantonare l’enorme litigiosita’ che li paralizza e confrontarsi sempre di piu’ sulle proposte e sui progetti, e le forze sociali e produttive, che dovranno indirizzare le proprie attivita’ di rischio e investimento coordinandosi con le linee strategiche che la politica deve indicare in un sistema di sicurezza che lo Stato, naturalmente, dovra’ essere in grado di garantire. E’ il solo modo questo per far crescere il prodotto interno lordo della Calabria, che nel 2007 e’ addirittura diminuito dell’uno per cento rispetto all’anno precedente”.
03-AGO-08 11:39