Odg presentato dall’On. Misiti sull’assegnazione dei fondi FAS

22 luglio 2008

PRESIDENTE. L’onorevole Misiti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1386/120.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, un recente rapporto Svimez ha chiarito che nel sud la crescita del PIL è sostanzialmente circa la metà di quella del centro nord, stando ai dati del 2007; inoltre, alcune di queste regioni tra cui la mia, la Calabria, hanno avuto, non una crescita zero, ma una decrescita dell’1 per cento con un’emigrazione di giovani di circa 7.800 unità.
Il sud è in una situazione drammatica e quindi, evidentemente, gli investimenti più immediatamente produttivi dovrebbero tendere a porre rimedio a tale situazione. Ma abbiamo visto che i recenti decreti-legge, le recenti iniziative – tra cui ad esempio quella per l’abolizione dell’ICI -, hanno ridotto proprio gli investimenti per le infrastrutture al sud, in particolare in Sicilia e in Calabria. Nel 2003, è stato istituito un Fondo aree sottoutilizzate (cosiddetto FAS) in modo tale da avere uno strumento generale di Governo della nuova politica nazionale e in rapporto alle singole regioni per la realizzazione di interventi in queste aree. L’adozione di una strategia unitaria nella programmazione degli interventi e la flessibilità nella allocazione delle risorse che caratterizzano tale Fondo, consentono di impostare una politica nazionale e regionale coerente con i principi e le regole di politica comunitaria. La strategia resa possibile dal Fondo aree sottoutilizzate permette di conseguire una maggiore capacità di spesa in conto capitale, condizione essenziale per soddisfare anche il principio di addizionalità che è scaturito proprio dagli impegni assunti dall’Italia con l’ Unione europea.
Il CIPE, in generale, con delibera del 21 dicembre 2007 ha definito la ripartizione finanziaria e delle procedure di utilizzo del FAS stabilendo che l’utilizzo di tali fondi aggiuntivi avverrà attraverso l’elaborazione di programmi, con valenza per il periodo 2007-2013, omologhi ai programmi attuativi delle politiche comunitarie. Il comportamento, invece, del Governo di prendere decisioni per legge, e non attraverso lo strumento della programmazione, che consentiva per lo meno una gestione unitaria e flessibile delle risorse in relazione alla capacità effettiva di utilizzazione,Pag. 112questo decidere per legge senza una visione precisa delle risorse effettivamente disponibili, ostacola la programmazione finanziaria, programmazione che attraverso le delibere del CIPE si tende invece a costruire. Definendo per le regioni meridionali un’ammontare di risorse del Fondo al di sotto dell’85 per cento, si inciderebbe negativamente sulle politiche di sviluppo e sui servizi sociali ed essenziali delle regioni del sud. Devo dire che il sottosegretario Vegas ha tantissima pazienza, perché ascolta tutti e credo che sarà sensibile al tema segnalato e si farà portavoce in questa direzione. È chiaro che con questo ordine del giorno chiedo al Governo di monitorare la situazione perché l’esperienza mi dice che poi questi fondi non saranno assegnati al sud per l’85 per cento in quanto o le regioni del sud non saranno in grado o comunque altri saranno più in grado di investire e questi fondi potrebbero prendere la via della «emigrazione» dal sud al nord, così come emigra la forza lavoro.
In questo caso, se il Governo procede a monitorare costantemente la ripartizione delle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate a favore delle regioni del Mezzogiorno (in particolare a confermare l’85 per cento di tali risorse) allora il Governo compie un’azione effettivamente buona. Chiedo, quindi, che il Governo (e speriamo anche l’Aula) accetti e approvi il mio ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).



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