7 luglio 2008
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, l’intervento di carattere generale, per l’Italia dei Valori, è stato già svolto dall’onorevole Cambursano, pertanto mi riferirò soltanto ad alcune questioni di carattere settoriale.
In primo luogo, devo notare che il settore dell’ambiente, che doveva costituire un capitolo specifico del DPEF, è sostanzialmente ignorato dal Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2009-2013. Nella sostanza, potrebbe apparire che, in futuro, vi sarà un assorbimento di un Ministero nell’altro – mi riferisco al Ministero delle infrastrutture e trasporti – e ciò spiegherebbe tale situazione. Tuttavia, invece, vi è un perentorio e limitatissimo riferimento ad una questione legata al tema ambientale, cioè la produzione di energia nucleare, attraverso la definizione delle tipologie d’impianti, procedure autorizzative, criteri e localizzazione dei siti.
Tale concisa enunciazione – contenuta, peraltro, in un capitolo intitolato «Interventi per lo sviluppo» – non fa alcun riferimento alle competenze delle regioni e degli enti locali in materia di governo del territorio, né alla necessaria valutazione dell’impatto ambientale degli impianti: non si definisce, infatti, in modo coerente e credibile alcun orizzonte temporale e normativo di riferimento per un’affermazione apodittica che non lascia neppure capire se ci si riferisca ad impianti di terza o di quarta generazione (come si dice oggi). Non si comprende, quindi, chi e in quale sede debba definire queste due tipologie di impianti e i criteri di riferimento, né alcun cenno è fatto alla partecipazione dei cittadini e degli enti locali al processo decisorio.
Per quanto riguarda, invece, le infrastrutture, l’allegato non contiene alcun paragrafo di riferimento settoriale, né tanto meno dedica particolare attenzione a quello che doveva essere il rilancio della politica infrastrutturale. In altri termini, vi sarebbe la necessità di 14 miliardi di euro, richiesti dal Ministro delle infrastrutture e trasporti, e sarebbero, altresì, necessari 10,6 e 11,6 miliardi di euro, rispettivamente per l’ANAS e le Ferrovie dello Stato, per un totale di 36,2 miliardi di euro. Tuttavia, è chiaro che, in quel caso, la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero dell’economia e delle finanze, avrebbero consigliato al Ministro Matteoli di procedere secondo il metodo, molto concreto, affermato dal Ministro Di Pietro, di selezionare, quando la logica seguita non è quella delle cifre, le priorità e indicare, in base al loro avanzamento, le necessità e i fabbisogni. Tale strada non è stata seguita e, quindi, come al solito, avremo sempre una scatola vuota riferita a non si sa quale obiettivo. L’allegato infrastrutture, inoltre, parla di 64 miliardi di euro per il prossimo triennio, di cui il 50 per cento dovrebbe provenire dal mondo privato. È chiaro – lo sappiamo benissimo – che dal mondo privato non verrà alcunché, perché esso interviene quando vi è certezza dell’inizio, della fine e della realizzazione delle opere.
Vi è poi una questione che, evidentemente, riguarda il nostro Mezzogiorno. Guardate bene le cifre! I sottosegretari ci comunicano alcune cose, ma in realtà vi è solo la novità del ponte sullo Stretto, questione che, evidentemente, non si riferisce a fondi precisi. Infatti, i fondi pubblici del ponte sullo Stretto sono stati già utilizzati dal CIPE. Anche i fondi ex Fintecna, destinati ad opere importanti ed infrastrutturali per la Calabria e la Sicilia, sono stati portati via e, quindi, non si hanno né quelli del ponte, né quelli delle opere infrastrutturali.
Questa non è la via giusta, perché la via giusta è quella di un bilanciamento. Il federalismo si deve attuare anche in ciò. Il federalismo, infatti, significa anche investimenti proporzionati al territorio, alle sue necessità e alla popolazione. Ma se non considerate più la questione del sud, evidentemente, questo è il risultato.
Infine, per quanto riguarda la questione dei trasporti – la quale, oggi, ci occupa terribilmente – tutti noi sappiamo benissimo cosa sta accadendo. È in atto uno sciopero terrificante; come Parlamento e come Governo dobbiamo riguardare tutto ciò che attiene alla questione del trasporto, soprattutto locale, dobbiamo dare una mano, aiutare e, quando il datore di lavoro è pubblico, impedire che intercorra un largo lasso di tempo tra la fine del contratto e il rinnovo dello stesso.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
AURELIO SALVATORE MISITI. Concludo, signor Presidente. Pertanto, ritengo che anche su questi settori si è mancato. Non parliamo, poi, della politica della casa, che è stata stravolta con una promessa – magari fatta dal Giappone – che vi sarà un grande piano casa che porterà ventimila appartamenti (o cose del genere) a 300 euro al mese. Beato chi ci crede! La comunicazione è tutto e, forse, solo nel mondo comunicativo e virtuale si possono fare queste affermazioni.