Diga dell’Esaro – Stop ai piccoli interventi, l’opera va completata

Gazzetta del Sud 08/09/2011

Il vice-ministro alle Infrastrutture Aurelio Misiti è stato nella cittadina dell’Esaro sabato scorso per la commemorazione in onore del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Quale occasione migliore per apprendere dalla sua viva voce quant’è stato previsto per il futuro della Diga sull’Alto Esaro. «Noi abbiamo inteso avviare – ha affermato – un programma di completamento delle opere che sono state lasciate incompiute da tutte le precedenti amministrazioni ed anche quelle dello Stato. Sono opere progettate durante il periodo dell’ex Casmez e sono di grande prospettiva per la vita ed il benessere delle popolazioni in quanto si tratta di arricchire della risorsa idrica territori che non ne hanno attraverso una raccolta in laghi artificiali che possono avere un uso plurimo (irriguo, potabile, idroelettrico). Questa Diga dell’Esaro fa parte di un sistema (c’è anche il Basso Esaro). In Calabria sono due le strutture importanti: oltre a questa dell’Esaro c’è quella del Melito. È evidente che questa dell’Esaro sta più avanti nel senso che è stata già appaltata e sebbene le varie vicissitudini con delle interruzioni di carattere politico più che tecnico, oggi c’è un resuscitato interesse verso un’opera di questo genere. Noi ne abbiamo approfittato per finanziare i lavori di completamento e di superamento dei vari contenziosi che ci sono stati dalla progettazione all’esecuzione. Centoventidue milioni di euro costituiscono la cifra che ci è stata indicata dai tecnici per completare la Diga».
La seconda conferma di Misiti (già presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ed ex assessore regionale allo stesso ramo nel governo Chiaravalloti, che consegnò l’ultimo appalto del 2003), tanto per sgombrare il campo da illazioni e primogeniture, riguarda, dunque, il «nuovo finanziamento di 122 milioni di euro arrivati solo tramite una delibera Cipe che fa parte del Piano per il Sud varato dal Governo. È questa, oltretutto, la ragione fondamentale – ha precisato – per cui ho accettato di far parte del Governo, ritenendo importante l’attuazione del Piano per il Sud basato soprattutto sulle infrastrutture piccole, medie e grandi. Devo dire che è stata accolta questa mia spinta e varato un piano d’infrastrutture che non si è caratterizzato per marchingegni finanziari o di banche ma solo per il piano varato dal Cipe ancora da completare di cui la Calabria ha avuto un miliardo e duecentonovantadue milioni di euro». Per il futuro, si ripartirà quindi con il progetto originario dell’Invaso e, qual è, secondo lei, la funzione di Sorical nella vicenda? «La Sorical, intanto, è uno strumento che vuole utilizzare la Regione perché da sé non può essere in grado di costruire dighe. Sorical deve, però, occuparsi della gestione unitaria di tutto il ciclo delle acque; quando si è occupata di progetti l’ha fatto perché è stata la Regione stessa a commissionarli per un ridimensionamento dell’opera: il “deus” non può essere, quindi, Sorical, ma la Regione. È evidente che, quindi, a monte ci sono stati errori politici e non tecnici. La Sorical non deve fare i progetti ma fornire l’acqua primaria: i progetti devono farli i progettisti. Oggi, invece, vogliamo cambiare registro: sono tornato perché voglio che la Diga sia completata ed è per questo che, come membro del Governo, ho voluto che fosse finanziata l’intera opera per chiudere questo “balletto” dei piccoli interventi, delle gallerie, della messa in sicurezza. Qui si tratta di costruire l’intera opera e senza alcuna divisione in spezzoni di sorta» (Alessandro Amodio)



Commenti e Pings non sono al momento consentiti.