Aurelio Misiti sul gap tra Nord e Sud

Gazzetta del Sud 24/5/2011

Per recuperare lo svantaggio rispetto al Nord

variamo al Sud un programma di infrastrutture

Aurelio Misiti*

Può piacere o non piacere ai più, ma il nostro paese sta vivendo la gravissima crisi finanziaria e economica mondiale senza grandi sussulti e vistosi fallimenti che hanno caratterizzato invece le società avanzate del mondo occidentale. Centinaia di banche sono fallite negli Usa mentre in altri Paesi si sono avute percentuali altissime di disoccupazione indotta dalla crisi. Fortunatamente vi è stata la tenuta dell’Europa finanziaria e dei paesi principali come Germania, Francia e Italia, che possiedono l’industria manifatturiera avanzata come spina dorsale dell’economia. Ciò ha consentito a questi Paesi di agganciarsi, tramite l’export e l’import, a Cina, India, Brasile, Russia, Sud Africa, Turchia, che non solo sono stati risparmiati dalla crisi, ma con la crisi hanno avuto un incremento di crescita del Pil. L’Italia ha mantenuto il suo alto debito pubblico pregresso e nella fase più critica ha combattuto con strumenti di politica del risparmio come il taglio delle spese superflue degli Enti pubblici e l’utilizzo delle risorse destinate alle aree depresse per sostenere i lavoratori espulsi dai processi produttivi del Nord tramite l’allargamento della cassa integrazione. Il superamento della fase acuta della crisi ci induce a modificare la politica dei sacrifici e a impostare alcune iniziative tendenti a incrementare la crescita “spontanea” che nel 2011 si attesterebbe intorno all’1%. Il ministro dell’Economia ha affermato che, mentre il Nord cresce a ritmo quasi tedesco, il Sud trascina verso il basso la media nazionale del Pil. Se si vuole quindi stare al passo della Germania, occorre far crescere il Sud con lo stesso trend del Nord. Ciò sarà reso possibile solo se il piano del Sud presentato dal Governo metterà al centro il settore delle costruzioni pubbliche e private, che notoriamente rappresenta la locomotiva dell’economia dei Paesi sviluppati. Va varato subito un programma di infrastrutture ferroviarie e stradali da finanziare con fondi strutturali e risorse provenienti dai mercati finanziari privati. Il programma deve comprendere la realizzazione nel prossimo decennio del quadruplicamento ferroviario tra Salerno e Palermo al fine di rendere omogeneo l’asse principale del corridoio uno europeo. I finanziamenti saranno pubblici come quelli già impiegati nel resto d’Italia. Si possono utilizzare i Fas e i fondi strutturali, che normalmente nel Mezzogiorno rischiano di essere perduti. La ripresa economica ormai alle porte dovrebbe favorire la restituzione al Sud dei Fas già spesi e l’utilizzo di quelli programmati entro il 2013. Il piano del Sud dovrebbe tener conto di un tale recupero da attuare nel prossimo decennio in concomitanza con la progettazione e la realizzazione del nuovo sistema ferroviario meridionale. E poiché il Sud è considerato il territorio idoneo a riportare l’Italia tra i grandi dell’Europa, va previsto l’avvio di un ammodernamento del sistema autostradale sostenuto anche dal mercato finanziario internazionale. Due sono le condizioni che il mondo della finanza internazionale ritiene indispensabili per finanziare una grande infrastruttura: la prima è avere un progetto esecutivo approvato da tutti gli Enti preposti; la seconda che l’investimento venga garantito dallo Stato. Per procedere in questa direzione vanno rese più moderne le strutture tecniche, amministrative, gestionali delle amministrazioni pubbliche a partire dalle due grandi aziende dello stato Fs ed Anas, che pure hanno già effettuato modifiche organizzative importanti per affrontare le situazioni nuove del mercato dei trasporti italiani. Sarà tuttavia necessario un ulteriore sforzo per rendere più agevole e più rapida la fase decisionale ed approvativa onde evitare tempi lunghi e costi lievitati oltre misura, che in fin dei conti saranno pagati dai cittadini. Nello stesso tempo è necessario e a mio modo di vedere indispensabile avviare una politica per la casa fondata soprattutto su recupero e adeguamento sismico del costruito, attraverso incentivi adeguati e sotto il controllo rigoroso delle autorità locali e regionali. Ciò consentirà, insieme ai provvedimenti sull’edilizia pubblica annunciati dal Governo, di mettere in moto un’attività indotta che contribuirà di certo alla ripresa economica diffusa sul territorio nazionale.

*Sottosegretario di Stato

Ministero Infrastrutture e Trasporti



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