seduta n. 13 di Mercoledì 4 giugno 2008
On. Aurelio Salvatore MISITI – Al Ministro per l’attuazione del programma. – Per sapere – premesso che:
la competitività del Paese si misura ed è direttamente collegata alla coerenza delle sue strutture e infrastrutture ed alla capacità della sua rete di trasporto;
tale aspetto non è soltanto collegato ad una dimensione nazionale, bensì ad una realtà continentale ed anche intercontinentale, che non si può ignorare e che ha inevitabilmente innalzato il tasso di competitività necessario affinché un sistema Paese resti al passo con gli altri;
da anni nel nostro Paese è all’ordine del giorno la «questione Alitalia», questione di importanza elevata, in quanto riguarda una compagnia che ha avuto un ruolo eccezionale nell’affermare il sistema Italia nel mondo, mentre oggi, grazie a diversi fattori, tra cui l’intromissione nella gestione industriale dei partiti politici, è divenuta un problema gravissimo da risolvere;
su un tema come questo, indice essenziale della competitività generale del nostro sistema Paese, infatti, sarebbe stato opportuno evitare speculazioni elettorali, anche per rispetto agli utenti e, soprattutto, ai lavoratori coinvolti;
il Governo del Paese su scelte legate allo sviluppo ed alla salvaguardia di nodi strategici fondamentali è tenuto ad un comportamento sobrio, concreto, lineare e attento, onde evitare sovrapposizioni normative che rendono meno trasparenti le decisioni che si vogliono adottare-:
quali siano allo stato, anche per evitare possibili rilievi in sede comunitaria, le reali linee politiche ed industriali del Governo rispetto al problema Alitalia, quali gli strumenti che intenda adottare per far uscire dalla crisi la compagnia e che soluzione concreta, al di là degli annunci, abbia intenzione di presentare al Parlamento ed al Paese.
Gianfranco Rotondi: Signor Presidente, la ringrazio anche per gli auguri. Vorrei tranquillizzare l’onorevole Misiti: non è affatto tardi. Il Governo, fin dal suo insediamento, ha intrapreso le iniziative volte alla ricerca di un nuovo azionista di controllo per Alitalia, capace di apportare alla società le necessarie risorse finanziarie e patrimoniali.
La conversione del decreto-legge approvato dal precedente Governo – riguardante il cosiddetto prestito ponte di 300 milioni di euro a favore della compagnia – sta proseguendo il suo iter. Il Governo ha approvato un’ulteriore disposizione che, modificando i termini del prestito, consente di superare rischi di procedure liquidatorie che finirebbero, inevitabilmente, per compromettere il processo di privatizzazione della società. L’orizzonte resta la privatizzazione di Alitalia.
La procedura avviata nel dicembre 2006 è stata dichiarata chiusa nel luglio 2007. Alitalia ha attivato un processo finalizzato all’individuazione di un partner industriale o finanziario capace di consentire il risanamento. Tale processo si è concluso senza esito positivo con il ritiro di Air France, non essendosi verificate le condizioni di efficacia del contratto nel frattempo sottoscritto.
Preso atto che i precedenti tentativi di privatizzazione si sono conclusi senza esito positivo, il Governo si è dotato di strumenti di flessibilità operativa per individuare un soggetto capace di acquisire il controllo della società, dotandola di mezzi finanziari e patrimoniali. A tal fine, ha adottato il 30 maggio un decreto-legge che ha previsto una specifica deroga alla legge 30 luglio 1994, n. 474, relativamente alle modalità con cui procedere alla dismissione della partecipazione dello Stato nel capitale Alitalia. Tale deroga trova la sua motivazione nella richiamata situazione di eccezionalità ed urgenza derivante dall’aggravarsi della situazione di Alitalia e, naturalmente, dalla necessità di individuare un partner capace di rilanciarla.
In tale contesto, il Consiglio dei ministri, con propria delibera dello stesso 30 maggio, ha preso atto di una comunicazione di Alitalia, con la quale la società informa che, a seguito di contatti intercorsi con Intesa Sanpaolo, l’istituto bancario ha dato la propria disponibilità, in qualità di advisor, a valutare soluzioni per la crisi della compagnia, anche individuando i soggetti industriali e finanziari interessati a partecipare al risanamento, allo sviluppo e al rilancio di Alitalia.
Tenuto conto di tale comunicazione, il Consiglio dei ministri ha assunto una delibera con la quale viene individuata Intesa Sanpaolo come advisor. La compagnia ha sottoposto la disponibilità manifestata da Intesa Sanpaolo all’attenzione del consiglio di amministrazione del 30 giugno 2008.
Il Governo, quindi, sta agendo con assoluta tempestività in uno scenario che si è deteriorato, da una parte in forza dei conti della società e dall’altra in forza di interessi del mercato, peggiorati a causa degli aumenti dei costi di carburante.
Stanti tali contesti, il Governo sta facendo quanto necessario per venire incontro a questa situazione eccezionale.
Aurelio Misiti: Signor Presidente, signor Ministro, in relazione al suo esordio come rappresentante del Governo, non posso dichiararmi soddisfatto da quanto ha riferito in quest’Aula. In altri termini, si torna punto e a capo: si torna indietro e si tenta di andare avanti attraverso semplificazioni, che vanno contro la linea delle liberalizzazioni.
Sappiamo benissimo che l’advisor prescelto è una banca – con tutto il rispetto per la banca – che faceva parte di una delle cordate che, in precedenza, ha partecipato alle gare. Ciò, pertanto, dovrebbe avvisarci che ci troviamo in un campo alquanto difficile: stiamo andando avanti con grande difficoltà. In altri termini, signor Ministro, non ha risposto sul fatto se vi sia un progetto, un vero programma industriale per rilanciare la compagnia.
Ciò viene chiesto non solo dai ventimila lavoratori di Alitalia, ma dal Paese per le ragioni esposte poc’anzi in sede di illustrazione.
In altri termini, riteniamo che vi sia uno stato confusionale, perché, effettivamente, i 300 milioni di euro – che prima erano un prestito ponte e che adesso sono diventati parte del patrimonio – vengono presi da investimenti produttivi: 205 milioni, addirittura, da incentivi per le piccole imprese, che devono aumentare la competitività, mentre gli altri fondi vengono presi da servizi essenziali per la popolazione.
Riteniamo che la copertura di queste spese debba essere modificata. Abbiamo presentato, sicuramente, alcune proposte per modificarla. Noi dell’Italia dei Valori ci attendiamo che il Governo ripensi a questo tipo di copertura e vada incontro, invece, alle esigenze della piccola industria italiana e della società che richiede interventi nella solidarietà umana