In passato i giovani si sono sempre appellati alle forze politiche e alle Istituzioni per aprire le porte del loro avvenire; oggi siamo nella condizione opposta: i giovani ci devono indicare la via che abbiamo smarrito.
Questa mia affermazione non è affatto peregrina se è vero come è vero che l’unica efficace reazione all’omicidio politico di Franco Fortugno è stata quella dei ragazzi di Locri.
Il mondo compassato dei “grandi” non si è scomposto e anzi ha vissuto con fastidio quella “reazione” giovanile e ha tentato, a più riprese, di assorbirla per ritornare al “quieto vivere”.
La mia vita trascorsa tra i banchi e i laboratori delle Università, insieme a tante generazioni di giovani, mi ha insegnato che bisogna partire da questi per avere i cambiamenti più consistenti nella società. E questa volta il cambiamento non può che essere di natura culturale. Va sconfitto chi vede la cultura divisa in due filoni: quello umanistico e quello scientifico – tecnologico; l’esperienza ci insegna che l’unità è la strada maestra da percorrere.
Il Sud, per rinascere, ha bisogno di giovani colti e fiduciosi nei propri mezzi, che abbiano però le opportunità di realizzare i loro sogni.
L’Italia ha bisogno di un nuovo Sud per competere in Europa e nel Mondo, ma al Sud non servono i fucili di Bossi e Lombardo, occorre invece la modernità e le nuove tecnologie.
Scelgano i giovani l’impegno morale e sociale!
Sconfiggano la falsa moralità del “quieto vivere” e la illegalità!
Pretendano di passare dalle parole ai fatti!
Si impegnino nel fare impresa!
Essi così saranno i costruttori di un futuro virtuoso per le successive generazioni, contribuendo a superare l’assuefazione quasi medioevale e a far vivere un nuovo Rinascimento.
Per il tempo che ci sarà dato noi saremo con loro.
On. Aurelio MISITI
Segretario regionale di Italia dei Valori
candidato alla Camera dei Deputati