La politica delle opere e non di chi la spara più grossa

Gazzetta del Sud
Nei giorni caldi elettorali si parla solo di casi critici su cui polemizzare: Alitalia e Malpensa sono i punti più trattati dagli schieramenti elettorali. Non attribuiamo grande importanza al salvataggio e al rilancio di Alitalia per il bene del Paese, dei lavoratori e del Mezzogiorno, i cui emigrati nel mondo la considerano un pezzo della loro patria. Da meridionali ma italiani, lontani mille miglia dalle approssimative “culture” leghiste, siamo convinti che il Sud, oggi meno ricco, non debba continuare a sostenere l’economia del Nord senza alcun tornaconto.
Ad esempio, negli ultimi venti anni il divario tra gli investimenti dello Stato in infrastrutture tra Nord e Sud si è allargato paurosamente; è arrivato quindi il momento di pensare seriamente alla prospettiva delle nostre regioni meridionali e in particolare della sfortunata Calabria.
Ci rendiamo conto che il suo avvenire è il nostro avvenire. Siamo consapevoli però che occorrerà un grande coraggio e un più grande sforzo per raggiungere un accettabile livello di vita per i cittadini; è auspicabile l’impegno di tutti e una politica unitaria e di solidarietà regionale.
La prima cosa a cui pensare è al modo come superare la crisi economica e la disoccupazione giovanile. Non è accettabile che la Regione si accontenti di produrre solo due terzi della ricchezza necessaria alla sua sopravvivenza. L’utilizzo dei fondi strutturali 2007-2013 sarà il vero banco di prova della nuova classe dirigente. Il superamento dell’assistenzialismo infatti passa per una maggiore produzione di beni, sia per accumulare risorse necessarie allo sviluppo che per rispondere alle esigenze dei cittadini. Tutti gli osservatori più seri però mettono in rilievo che, senza sconfiggere il “cancro” della illegalità diffusa e della malavita organizzata, non c’è alcuna possibilità di miglioramento.
É su questo che si dovrebbe concentrare l’attenzione della classe politica rinnovata parzialmente dallo scontro elettorale interno ed esterno ai partiti politici. E a costo di essere considerati noiosi, vogliamo insistere sui problemi concreti.
Di Pietro, come Ministro delle Infrastrutture, ha voluto dare un esempio di come si deve operare. Egli, su nostra iniziativa, ha voluto dedicare alla Calabria i suoi ultimi impegni di governo, costruendo le caserme di Locri, S. Luca, Gioia Tauro e Lamezia Terme, con mezzi straordinari e con un investimento di oltre venti milioni di euro. Ma quel che più conta ha utilizzato procedure speciali “secretate” per evitare lungaggini burocratiche. Ha inoltre finanziato il completamento del palazzo di giustizia di Locri con 12 milioni di euro: i lavori possono perciò riprendere e finalmente concludersi.
Il 27 marzo, inoltre, Di Pietro presenterà al Consiglio dei Ministri l’approvazione del finanziamento del megalotto della SS. n. 106 che va da Roseto Capospulico a Sibari; per esso è previsto un investimento di oltre 600 milioni di euro, che il Ministro molisano avrebbe potuto destinare alle regioni Abruzzo e Molise; invece ha scelto la 106 Ionica, perché l’ha ritenuta prioritaria. Queste sono le scelte concrete che vorremmo dai nostri governanti.

Aurelio Misiti
Segretario regionale di IDV Calabria



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