Gazzetta del Sud
Il nemico principale del Sud è certamente la malavita organizzata ma subito dopo (o prima?) viene il grave deficit di cultura moderna del viver civile. I rifiuti di Napoli sono figli di quesito deficit culturale. In un tale contesto si inseriscono tutte le speculazioni possibili: politiche, sociali, economiche e malavitose. A Napoli e in Campania ci sono tutti questi tipi di speculazione.
E’ inutile nascondersi dietro un dito: il danno è causato a pari merito della cultura pseudo-ambientalista dei verdi e dei loro epigoni, presenti in quasi tutti i partiti, specialmente in quelli della sinistra radicale. Costoro hanno impedito di passare dalla fase di smaltimento “artigianale” di un tempo alla fase di smaltimento moderno, basato sulla realizzazione di impianti che, come avviene nelle Regione del Centro Nord, è costituito da un sistema integrato, che va dalla differenziazione dei rifiuti, all’incenerimento e alla discarica.
Boicottare una sezione del sistema e cioè l’incenerimento, come ha fatto la politica pseudo-ambientalista, non poteva non portare che a quello sbocco.
La camorra ha trovato davanti a sé un vuoto assoluto e si è inserita agevolmente. Ciò è ripetibile nelle altre Regioni meridionali, e non solo nel campo dei rifiuti solidi urbani. E’ preoccupante la situazione dell’acqua e delle dighe. La stessa cultura pseudo-ambientalista fa danni anche in questo campo. Ieri ho assistito ad un breve ma significativo dibattito a Uno Mattina e mi sono venuti i brividi per il modo come Rai Uno ha presentato lo stato della diga del Menta in Calabria.
Una “ignoranza” totale del problema acqua era alla base del servizio televisivo. Naturalmente l’”ignoranza” ha anche caratterizzato il dibattito in studio. Bravo è stato il direttore del Dipartimento LL. PP. della Regione Calabria ing. Isola, che, con l’antica cultura del Ministero dei LL. PP., ha dato una testimonianza di uomo delle Istituzioni.
Ha chiarito che una diga è un’opera complessa. Quella in particolare è stata progettata in un periodo lontano in cui la programmazione del territorio era basata su tendenze di sviluppo non realistiche.
Tuttavia lo scopo dell’invaso, anche se ridimensionato, a causa di osservazioni territoriali ed ambientali ritenute valide, rimane validissimo: sostituire parzialmente l’acqua di pozzo inquinata dal cuneo salino, per dare a Reggio Calabria un “primo” apporto di acqua finalizzato ad abbandonare anche il desalinizzatore, che porta il costo del metro cubo a livelli non accettabile.
Anche in questo caso il testimone ambientalista calabrese, presente in studio, ha tentato di porre veti al completamento dei lavori.
Ancora bravo Isola che ha preso le difese dei reggini, che hanno il diritto di diventare cittadini di serie A. Non abbiamo notizie sulla presenza della ‘ndrangheta.
Aurelio Misiti
Segretario regionale IdV