Temo che il presidente dell’Anas abbia male interpretato le osservazioni da me fatte in merito all’abbandono delle strade nel Mezzogiorno d’Italia. Non si discute di certo l’impegno personale dei dirigenti e degli amministratori che cercano di soddisfare le esigenze dei territori, ma il risultato oggi è comunque che le strade e le autostrade più moderne non ritrovano di certo al Sud.
Per quanto riguarda i finanziamenti che l’Anas rivendica, si tratta di fondi finanziati da diversi anni che continua a trascinarsi senza riuscire ad utilizzarli per la realizzazione delle strade calabresi . I 2,8 miliardi di euro per la nuova Jonica sono in gran parte gli stessi previsti almeno otto anni fa.
Per la SA-RC spero che sia vero il termine del 2013, ma non si capisce cosa voglia dire l’Anas quando afferma che saranno pronte le “opere principali”. Non sarà certo pronto il viadotto di Pizzo, né il tratto intorno a Rogliano e neppure il lotto tra Scilla e Villa san Giovanni.In nessuna parte del mondo si chiude al traffico per cinque anni una carreggiata autostradale per usarla come strada a servizio dei cantieri. Ciò per giunta è avvenuto tra Gioia Tauro e Scilla, proprio nel tratto in cui il nuovo tracciato coincide solo per il 15% con il vecchio. Le spese affrontate dallo Stato e le perdite dei cittadini e delle imprese di Calabria e Sicilia sono molto più grandi di quanto si sarebbe speso per realizzare una strada di servizio in collina e le discenderie verso i cantieri. Ciò avrebbe consentito il normale traffico nell’autostrada preesistente.
Il nostro non è certo un attacco personale, ma solo la constatazione che il gap viario tra il Sud e il Nord rimane ampio come del resto la stessa Anas conferma. L’elenco degli interventi nelle altre regioni sono gli stessi che il vecchio Ministero dei Lavori Pubblici aveva avviato negli anni 2001/2005 sotto la spinta dei commissari straordinari.