Osservatorio del 9 maggio 2010

IL FEDERALISMO COME PANACEA?

Nelle giornate turbolente delle finanze mondiali, che vedono il crollo delle borse e l’assalto alla moneta unica, prosegue la litania del ministro leghista Calderoli che afferma, senza dimostrazione alcuna, che il suo federalismo salverà l’Italia. Si preoccupa addirittura per l’unità del Paese, affermando che senza il federalismo l’Italia è destinata a spaccarsi in due. Beato lui che riesce a prevedere il futuro, noi invece ragioniamo sulle cose concrete del presente.
Il federalismo è una legge dello Stato che va applicata. Molti di noi meridionali hanno votato a favore del disegno di legge del governo, ma per ragioni forse opposte a quelle della Lega. Oggi però i nodi vengono al pettine attraverso i decreti attuativi, che trattano di cose concrete.
Prendiamo ad esempio il trasferimento dei beni demaniali alle regioni. I dati sono spietati e danno la dimostrazione piena della disparità degli investimenti tra nord e sud nei 150 anni di unità nazionale. Mediamente i beni sono situati nel centro-nord del Paese per almeno il 90% del valore. Ma questi beni, come ad esempio le caserme militari, appartengono ai cittadini del centro-nord e del sud dell’Italia e se saranno ceduti alle regioni si deve calcolare pure il risarcimento ai meridionali. È del tutto evidente quindi che dovrà essere previsto un congruo fondo perequativo demaniale che comprenderà anche i benefici che il nord incasserà e ha incassato con l’uso per conto degli stessi beni.
Possiamo fare decine di esempi di questo tipo, ma come calabresi ne facciamo uno per tutti: il porto di Gioia Tauro. Attuare il federalismo qui significa che le operazioni di sdoganamento della merce in arrivo al porto saranno effettuate in loco e non più a Milano o a La Spezia.
Cari amici del nord, basterebbe solo questo per ridurre lo sfruttamento morbido del Mezzogiorno di almeno cinque miliardi l’anno.
Promettiamo di ritornare ancora a illustrare altri aspetti dei decreti attuativi del federalismo che risultano favorevoli al sud. Fin d’ora però annunciamo che inviteremo tutti i parlamentari di destra, centro e sinistra ad appoggiare le nostre sacrosante e giuste rivendicazioni.



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