Osservatorio dell’8 maggio 2010

LA GRANDE CRISI DEI PARTITI NAZIONALI, L’AVVENTO DEI PARTITI TERRITORIALI

Sono passati quasi venti anni dalla fine della prima Repubblica e dei grandi partiti del dopoguerra DC, PCI, PSI e ancora non si vedono sostituti. A sinistra le divisioni storiche fondate sulle diverse interpretazioni del marxismo sono state sostituite da spaccature funzionali a gruppi che aspirano a inserirsi nella gestione di interessi economici parcellizzati o di nuovi business derivanti dalle stantie e superficiali ambizioni ambientalistiche. A destra le spaccature si delineano sulla base di grandiinteressi economici, gestiti direttamente o per conto terzi. Tra questi due grandi filoni, oggi rappresentati da PD e PdL, si incuneano formazioni che vogliono essere interpreti di settori particolari come la chiesa, la magistratura e le forze dell’ordine – UdC-IdV – o di interessi diffusi territoriali nelle zone ricche del Paese, come la Lega Nord. Quest’ultima, che oggi preferisce chiamarsi soltanto Lega, si è ormai impadronita delle regioni più ricche del Paese e domina l’azione del Governo nazionale, dando così un colpo mortale all’ambizione maggioritaria del PdL
che, a causa di questo detonatore esterno, vive una grande lacerazione interna, che mette in seria discussione l’egemonia berlusconiana. Rimane un grande spazio territoriale a sud di Bologna che viene occupato, specialmente dopo Roma, da formazioni politiche nazionali che hanno il compito di tenere buoni i cittadini e di aiutare i governi a continuare ad assegnare al Nord il compito di produrre beni e ricchezze e al Sud di fornire risorse umane, finanziarie e mercato per le merci del Nord. È giunto però il momento di svegliarsi. La Sicilia ha cominciato. Il Movimento per l’Autonomia siciliana governa la regione più estesa d’Italia. In Calabria, Basilicata, Puglia e Campania, sulla base dei risultati alle recenti elezioni, ci sono le condizioni per fondare Movimenti per le Autonomie nelle singole regioni. Insieme si potrà realizzare un partito nazionale con al centro del programma la rinascita generale del Mezzogiorno.
Il Movimento per l’Autonomia della Calabria può partire.



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