MASSIMO TU QUOQUE
I telespettatori di Ballarò del 4 maggio hanno assistito a un duro scontro inusuale tra il condirettore del Giornale Alessandro Sallusti e nientemeno che Massimo D’Alema. Diciamo subito che il becero attacco del giornalista è stato del tutto strumentale ma il presidente D’Alema ha sbagliato clamorosamente il tipo di risposta.
Il giornalista si era permesso di paragonare la vicenda dell’affitto di un appartamento di ente pubblico a equo canone, che D’Alema occupava dagli anni settanta, con la vicenda Scajola che “inconsapevolmente” avrebbe ricevuto in dono da una impresa di costruzioni di fiducia dello stesso ministro un appartamento al Colosseo. A questa grave provocazione il Nostro avrebbe dovuto rispondere con un sorriso di sufficienza beffarda, così come egli usa fare, e come si conviene a un grande politico.
La delusione nostra e dei telespettatori è stata grande di fronte alla sua scomposta reazione: “vada a farsi fottere”, “bugiardo e mascalzone”; queste le espressioni colorite uscite dalla bocca di un D’Alema scosso e sorpreso. Siamo certi che egli ancora vale molto di più di quanto ha mostrato in tv. Ma santo iddio, possibile che anche lui, il più intelligente dei politici, il leader maximo, abbia imboccato il viale del tramonto?