BOSSI: IL NORD E’ STANCO DI ASPETTARE
NOI SIAMO STANCHI DI SENTIRLO
Bossi e i suoi godono per la lite in diretta tra Fini e Berlusconi e alzano il prezzo della Lega al di sopra del “valore di mercato”.
La spinta viene dalla base – dicono i leghisti – e infatti se si ascolta radio padania e si leggono gli scritti del foglio “La padania” c’è da rimanere esterrefatti. Spopolano le frasi più sconce, non solo contro Fini, ma contro chiunque non si allinei alla lotta contro il Sud per il bene del Nord.
C’è un tentativo di espansione pericoloso come dimostrano i risultati elettorali delle regioni limitrofe alla così detta “padania”. Addirittura la Lega, immemore degli attacchi giornalieri “agli sporchi meridionali”, ha l’ardire di piantare bandierine anche al Sud, nominando ad esempio i responsabili provinciali in Calabria. Forse nella Lega pensano che i calabresi hanno l’anello al naso?
Noi ci organizzeremo per ribattere punto per punto i ragionamenti leghisti. Ciò significa unire coloro che lottano per fare uscire il Sud dalla “depressione economica”, facendolo camminare al passo con il resto del Paese. Non vogliamo esportare il nostro pensiero di “sudisti”, ma semplicemente desideriamo una Nazione unita, tollerante e solidale.
E’ questo il nostro federalismo: responsabilizzazione della classe dirigente del Sud e bilanciamento delle entrate e delle uscite nelle nostre regioni.
E’ la fine dell’assistenzialismo ed è la consapevolezza di potercela fare da soli in un tempo determinato ma breve.
Questo è anche il principio su cui si fonda l’azione di ProCalabria e della forza politica che intendiamo costruire insieme a chi non è molto lontano dalle nostre idee.
LA NUOVA GIUNTA REGIONALE: SI POTEVA FARE DI PIU’
Con tutto il rispetto per le persone dei nuovi assessori regionali, da Scopelliti ci si aspettava qualcosa di più. E’ pur vero che il materiale umano a disposizione era quello, ma è anche vero che si poteva fare uno sforzo maggiore per inserire personalità calabresi di statura nazionale.
Quando l’on. Nino Foti aveva invocato il ritorno dei grandi cervelli calabresi ci eravamo illusi che il centrodestra, se avesse vinto le elezioni, avrebbe fatto ricorso a quelle personalità, ma ciò non è stato. Ancora una volta è prevalso un po’ di provincialismo, che non contribuirà certo a far uscire la regione dal ghetto in cui si trova dal 1970.
C’è però ancora tempo per rimediare. Il nuovo presidente, sebbene giovane, ha l’esperienza necessaria per verificare se gli assessori capiscano gli argomenti che trattano. Infatti raramente, vista anche la qualità della burocrazia regionale, i medici – ad esempio – possono costruire i ponti o sistemare le città.
Si obietterà che il politico non deve sapere tante cose, ma solo saper “comandare”. Se fosse vero questo in Calabria avremmo già attuato la Costituzione, che per la regione prevede il solo compito di legiferare e programmare, lasciando agli enti locali tutte le fasi attuative.
Purtroppo dalle nostre parti più che altrove ancora questa è utopia, qualunque sia il colore della maggioranza consiliare.