OSSERVATORIO – 7 Aprile 2010

ARGOMENTI DI OGGI

di Aurelio Misiti

Dopo le elezioni regionali si può proseguire nel progettare un’area politica di “centro radicale” che trascini la Calabria verso la normalità?
La risposta è positiva se si approfondiscono le dinamiche politiche elettorali e le caratteristiche degli eletti nel Consiglio Regionale.
Attualmente le forze politiche potenziali di questa area sono sparse; se ne trovano infatti nell’UDC, dove più ampio è il legame con l’elettorato moderato senza essere di destra , ma anche in IDV, Alleanza per la Calabria, Insieme per la Calabria, Slega la Calabria, Autonomia e Diritti e persino nelle due liste dei partiti maggiori.
Queste forze vanno unificate attraverso elaborazioni culturali che prescindano dall’appartenenza ai due schieramenti.
Banchi di prova saranno i punti comuni dei programmi elettorali:
– politica della salute;
– politica dell’occupazione;
– lotta senza quartiere al potere mafioso e criminale;
– valorizzazione dell’industria turistica attraverso un sistematico miglioramento infrastrutturale al suo servizio;
– valorizzazione delle tre grandi aree metropolitane ciascuna con le sue caratteristiche:
Reggio e la città dello Stretto con Taormina, li isole Eolie, l’Aspromonte e il porto di Gioia Tauro. Punti di attrazione dell’interro mediterraneo.
Catanzaro – Lamezia come fulcro burocratico in senso moderno di “capitale regionale” che amplifichi e valorizzi le grandi potenzialità della costiera del Vibonese, le Serre, il soveratese, la Sila catanzarese e gli immensi giacimenti culturali e le tradizioni artigianali – industriali del crotonese.
Cosenza – Rende  come grande parco della cultura e della scienza, al centro dei grandissimi parchi ambientali della Sila e del Pollino. La valorizzazione della nostra religione attraverso S. Francesco di Paola (venerato nel mondo) e la tradizione bizantina del rossanese, nonché le grandi potenzialità marinare di Corigliano.
Questa Calabria dovrebbe essere cucita da un comune sentire, legato dall’antica cultura greca e medioevale, per potere sperare di rincorrere la “normalità”.
Su questi temi è necessario un continuo confronto che porti a scelte condivise dal nostro popolo.



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