Sbagliare è umano, insistere diabolico

Calabria Ora – 11 marzo 2010

L’Italia dei valori ha deciso di allearsi con il PD in 12 regioni su tredici, escludendo la Calabria, dove De Magistris ha ottenuto di non sostenere  il candidato del centrosinistra. La motivazione è evidentemente legata alle vicende giudiziarie «Poseidone» e «Why Not» in cui lo stesso De Magistris ha inquisito il presidente uscente della regione Agazio Loiero, il quale è stato assolto con formula piena in ambedue i processi. E nonostante il galantomismo del presidente, che aveva affermato solennemente di rinunciare alla candidatura qualora il giudice terzo l’avesse condannato, lo stesso ex pm ha imposto a IDV di continuare a sostenere un terzo candidato.

Tale candidatura è oggettivamente a  favore del centrodestra in quanto, sottraendo qualche punto percentuale al presidente uscente Loiero, potrebbe far prevalere le destre. Una candidatura di parte si poteva giustificare fino alla scelta del candidato del centrosinistra con le primarie del 14 febbraio 2010; oggi non ha più senso visto che Loiero si è mostrato disponibile, così come avviene ad esempio in USA, di nominare Callipo suo Vice. Perché invece tanta insistenza che porta quella piccola coalizione (IDV, radicali e lista Callipo) in un vicolo cieco? La domanda è più che ovvia se si mette pure in conto che col passare dei giorni scatterà il “voto utile”, che si concentrerà sui due candidati principali del centrosinistra e del centrodestra. Il terzo non solo non entrerà in Consiglio Regionale ma condannerà le liste collegate a rinunciare “a priori” a un seggio nella distribuzione di quelli legati all’abolito listino.


Non è dato sapere perché Di Pietro, uomo inteligente e astuto, abbia commesso questo errore. Ma io, che non credo alla teoria  degli errori se non in matematica, tenterò di dare una spiegazione plausibile. Si vuole dimostrare che De Magistris ha fallito? Si vuole assestare un colpo a chi si era illuso di diventare il segretario nazionale al recente congresso IDV? Oppure c’è qualcosa di più personale tra i due, a cui mi ostino a non credere.
Di Pietro, come Loiero, Mastella e Prodi, nonché Chiaravalloti e tutti gli altri politici, pur avendo avuto qualche contatto diretto o indiretto con il capo di “obiettivo lavoro” imputato principale di “Why Not”, non  ha commesso alcun reato come dimostrano le assoluzioni degli altri. Perciò non può essere una pressione del De Magistris basata su questa, come vanno dicendo i detrattori dell’ex pm di Catanzaro, che di giorno in giorno diventano più numerosi dopo le assoluzioni di massa nei due famosi processi. C’è da notare inoltre che il candidato di De Magistris, nonostante le apparenze, sostiene posizioni singolari su un argomento chiave della lotta alla ‘ndrangheta come il pagamento o meno del “pizzo”. Egli non chiede agli imprenditori di non pagare e denunciare ma esprime comprensione per chi continua a pagare. Il centrosinistra invece è intransigente su questo punto: non bisogna pagare il pizzo in accordo con la posizione della Confindustria nazionale e siciliana. Ho la speranza che anche Italia dei Valori la pensi ancora così. In definitiva cos’è che impedisce un chiarimento con il centrosinistra? Conoscendo la serietà dell’uomo Di Pietro, ritengo che la possibile spiegazione ha solo carattere politico. Probabilmente l’accordo per la Calabria costituiva parte di un piano più ampio poi abortito, che si prefiggeva di raccogliere molti consensi al Sud, presentandosi da soli e chiedendo “all’impreparato” PD l’appoggio per il proprio candidato, così come avvenuto fruttuosamente per IDV in Abruzzo. Ormai però la frittata è fatta e c’è solo da invitare gli elettori di tutto il centrosinistra, compreso Italia dei Valori, di votare il proprio candidato Agazio Loiero.

Aurelio Misiti

deputato “Gruppo misto”



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