Investire in Calabria non sia solo prerogativa degli eroi

Gazzetta del Sud
Non scrivo quasi mai di persone con nome e cognome ma oggi voglio farlo.
Nutro grande stima per il vice Ministro Marco Minniti, per il presidente Agazio Loiero e per il suo vice Nicola Adamo. Ho riposto fiducia in loro e in tanti altri Amministratori della “cosa pubblica” come Sandro Principe, Giuseppe Morabito, Michele Traversa, Mario Oliverio e tanti altri Amministratori delle principali città e di molti piccoli centri. Con molti di loro ho condiviso ansie, timori e difficili scelte. Questi uomini e donne come Lo Moro, Catizone, Intrieri, Bianchi, Santelli, D’Ippolito e tante altre sono punti di riferimento anche fuori dai confini regionali.
Eppure la Regione non decolla; non ce la fa. Perché? Forse la nostra classe politica è di valore inferiore a quella di altre Regioni? Non lo posso credere. I nostri Amministratori stanno facendo tutto il possibile. Il possibile però non basta: il Prodotto Interno Lordo cresce poco, le Esportazioni pure, le Nuove Tecnologie non vengono trasferite al sistema produttivo, la Sanità langue, la disoccupazione giovanile non decresce, la criminalità dilaga, scoraggiando anche l’unica industria presente e cioè il turismo.
“Investire in Calabria non è da persone normali ma da eroi”. Giovedì scorso ho sentito con le mie orecchie la frase di Montezemolo nel Pala-Lexus di Cortina d’Ampezzo. Di tutto il discorso del presidente di Confindustria quella frase mi si è impressa nel profondo e mi ha fatto soffrire e riflettere.
Un noto studioso calabrese di antropologia afferma che la Calabria, per salvarsi, ha bisogno di più cultura. Anche questo è vero; ma chi saranno i docenti e quanti anni dovremo aspettare? La Calabria ha bisogno “ora” di produrre più ricchezza, per riequilibrare il rapporto tra produzione e consumo. Ma allora che dobbiamo fare? La risposta è: battere la malavita organizzata.
Da tempo abbiamo individuato la lotta alla criminalità come la prima emergenza da superare, ma mai abbiamo saputo proporre la soluzione. Siamo convinti che i calabresi dovranno risolvere i problemi con i propri mezzi a disposizione, accettando anche dolorosi sacrifici.
A che serve infatti investire risorse in opere pubbliche o in servizi se prima non si smantellano le ‘ndrine, controllori di ogni movimento di denari? Ecco il punto.
Occorre agire con rapidità e con determinazione. Finora non l’abbiamo fatto. Non lo ha fatto nemmeno lo Stato.
Il “povero magistrato” Luigi De Magistris su La Stampa di ieri ha detto: <<ho dovuto riparare il computer portatile, che uso per lavoro a mie spese. Sono sotto tutela ma la benzina devo pagarla io, altrimenti mi dicono: ti arrangi. Non è una questione economica. Voglio solo spiegare in che modo si combatte la criminalità. Dateci i mezzi: il resto sono solo chiacchiere>>. Ha ragione! Evidentemente “in alto loco” c’è qualcuno che desidera andare avanti così.
Carissimi Minniti, Loiero, Adamo, Principe e tutti gli altri, nella “giornata della legalità” da Voi stabilita per il 28 agosto 2007, si dia mandato al Governo nazionale di emanare un “Decreto Calabria” sulla legalità, finanziato interamente con fondi già assegnati alla Regione, per un valore triplo della spesa attuale sostenuta dalle Forze dell’ordine e dalla Magistratura, per una durata di cinque anni.
Un attacco così convinto e frontale alla criminalità organizzata e i conseguenti relativi successi, assicureranno certo un sereno sviluppo sociale, economico e politico. Ciò ovviamente costituisce il primo passo, ma esso è decisivo. Gli investimenti su cultura, scienza, infrastrutture, servizi, saranno così non solo realizzabili, ma anche ad alto rendimento. Il nostro appello è rivolto a tutti i parlamentari calabresi di ogni colore politico affinché sostengano l’iniziativa. Vogliamo dimostrare così di poter agire con le nostre forze senza attendere la “manna dal cielo” che non viene più.

on. Aurelio Misiti
deputato di Italia dei Valori
www.aureliomisiti.it



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