Partito Democratico: le primarie possono essere solo una farsa

Gazzetta del Sud
La crisi del sistema politico italiano è nota ormai anche fuori dai confini del nostro paese.
Gli inviati dei principali giornali e delle televisioni esteri sottolineano con sempre maggiore frequenza le anomalie di un sistema che non ha eguali nelle democrazie di tipo occidentale.
Sedici partiti, presenti in Parlamento, formano due coalizioni litigiose anche al loro interno; esse, negli ultimi anni, non hanno mostrato adeguate capacità di governare un paese, che avrebbe invece bisogno più che mai di riforme strutturali, onde poter utilizzare le grandi potenzialità del suo popolo.
Gli intellettuali più illuminati ricordano sempre più spesso alla classe politica la necessità di cambiare , se si vuole rimanere nel gruppo dei paesi più avanzati.
Le due coalizioni invece vanno avanti, invertendo anche i ruoli ma senza poter incidere in profondità, dovendo conciliare discordanti pareri sulle principali riforme, che, se attuate, metterebbero l’Italia nelle condizioni di poter competere con successo nel mercato globalizzato.
E’ pure vero che, prima il centro-destra, e oggi il centro-sinistra, hanno menato vanto di aver approvato leggi “importanti” ma è anche vero che quelle leggi, anche se buone leggi, vengono boicottate quasi sempre dalla coalizione opposta, che attende solo il momento di subentrare per smontarle e approvarne altre, poco incisive, frutto di estenuanti compromessi interni.
In parole povere lo “spezzatino” dei partiti condiziona ogni possibilità di cambiamento.
E’ per questo fondamentale motivo che l’Italia dei Valori apprezza con entusiasmo il tentativo dei partiti più grandi, di sinistra e di destra, di semplificare il sistema politico italiano. In particolare vede con estremo favore la proposta di costituire il Partito Democratico, alla cui formazione avrebbe voluto apportare un proprio originale contributo. Sarebbe stato così possibile scrivere insieme le regole per costruire dal basso il nuovo Partito.
Invece DS e Margherita hanno voluto procedere da soli, varando un regolamento, che favorisce esclusivamente i loro apparati. Le primarie di ottobre rischiano così di trasformarsi in una vera e propria parata mediatica, se non addirittura in una farsa.
Il cittadino elettore, che sborsa cinque euro, non vota Veltroni, Rosy Bindi oppure Enrico Letta, ma le liste collegate; quindi vota i membri degli apparati che si insedieranno nell’Assemblea Costituente. Infatti il segretario del nuovo Partito è stato scelto prima dello svolgimento delle Primarie.
Di Pietro, quindi, oggi il più popolare politico nel Governo, non è stato accettato come candidato a segretario, non perché avrebbe rifiutato di sciogliere il proprio partito, ma semplicemente perchè intendeva modificare il regolamento per fare eleggere il leader direttamente dagli elettori, senza intermediazioni delle segreterie degli attuali partiti.
Detto questo però, l’Italia dei Valori non intende affatto contrapporsi al nascente Partito Democratico, ma ha tutta l’intenzione di confrontarsi con esso nel merito dei programmi e operare con determinazione per affermare la propria linea politica, fondata sui valori fondamentali della democrazia occidentale.
Insieme ad altre forze democratiche e liberali l’Italia di Valori si batterà per elevare la competitività del paese, a favore dei più deboli, dei consumatori, dei giovani e del Mezzogiorno, affinché venga superato al più presto lo storico dislivello economico e sociale con il resto del paese. Per raggiungere questi obiettivi Italia dei Valori e Partito Democratico possono cooperare anche in una futura coalizione di governo o di opposizione, specialmente se nel frattempo sarà semplificato il sistema politico italiano.

on. Aurelio Misiti
deputato di Italia dei Valori
www.aureliomisiti.it



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