Gazzetta del Sud
L’improvvisa sostituzione del Commissario delegato per lo smaltimento dei rifiuti in Campania con il Prefetto di Napoli, costituisce la prova più evidente dell’incapacità di una intera classe politica di gestire correttamente un servizio primario per la popolazione.
L’influenza nefasta, sul piano culturale prima che sul piano politico, dell’ambientalismo da “cortile, penetrato nella cultura amministrativa di molti politici, ha portato alla disastrosa situazione.
La crisi Campana, ormai conosciuta in tutto il mondo, non fa onore all’Italia. Per questa crisi la Commissione Europea ha avviato una procedura di infrazione contro il nostro paese.
Molti osservatori sostengono che la gestione caotica abbia favorito la penetrazione ampia della criminalità organizzata nel settore.
Ci sono fatti e doveri che i politici campani hanno trascurato, se è vero come è vero, che non sono riusciti a trovare un accordo su un Piano regionale dei rifiuti, basato sulle Direttive Europee e sulle leggi italiane.
Il fallimento, già verificatosi con la Giunta Rastrelli, si è evidenziato con le Giunte Bassolino a Napoli e nella Regione.
In un Paese avanzato le conseguenze sarebbero state: una severa autocritica e l’uscita di scena degli amministratori.
Siamo stati facili profeti in Parlamento, quando abbiamo chiesto la fine del commissariamento, ritenendo inoltre che la scelta del Capo della Protezione civile sarebbe stata l’ultimo errore dei Governi nazionale e campano.
Il Parlamento , la scorsa settimana, ha varato una nuova legge, in cui si sono scelti i siti delle discariche e le misure per passare alla normalità entro la fine dell’anno.
Si è accennato alla crisi campana per richiamare l’attenzione dei calabresi sui pericoli che corrono. Vi è il fondato timore, infatti, che la Calabria stia seguendo le orme di quella Regione.
Ovunque nascono comitati antidiscarica, antiinceneritori, antitutto e ciascuno giustifica la sua azione con la difesa del “proprio” ambiente. Stiamo attenti, cari concittadini!
Già siamo commissariati anche noi e le Procure ci avvertono che la ‘ndrangheta si sta inserendo nell’affare.
A Crotone non si vuole la discarica, a Gioia Tauro il raddoppio dell’inceneritore.
Castrovillari, Bisignano e altri comuni del cosentino, hanno rifiutato ogni tipo di impianto.
Il Governo regionale è inerte, perché addossa ogni responsabilità al Commissario.
E’ mai possibile che occorra aspettare il disastro per prendere provvedimenti?
Italia dei Valori vuole la fine del commissariamento. La Regione prenda in mano la situazione e in 15 giorni modifichi il Piano regionale, assegnando il compito a ogni Provincia di smaltire i propri rifiuti, secondo le norme di legge. Nelle more ci può stare la solidarietà di quei territori già forniti di impianti, ma solo per tempi brevissimi. La Calabria non guardi alla Campania, ma faccia riferimento a Milano, Brescia, Vienna, Bologna, Forlì, Treviso, Torino. La Calabria, insomma, segua quegli esempi che portano sviluppo, legalità e propensione al più elevato vivere civile.
on. Aurelio Misiti
deputato di Italia dei Valori
www.aureliomisiti.it