Verso le regionali in Calabria e Campania

da Opinione.it – 13 Novembre 2009                      di Ruggiero Capone

 Calabria Campania dove osano le procure

Misiti e Scopelliti
Ma se in Puglia c’è maretta nel centro-sinistra ed in Campania si piange sia in casa Pd che Pdl, in Calabria l’uomo jolly è Aurelio Misiti. Quest’ultimo è l’unico eletto dell’Italia dei valori che risulta simpatico sia al centro-destra che al centro-sinistra. Tant’è vero che entrambi vorrebbero candidarlo per sconfiggere sia l’avversario che il battitore libero Di Pietro. Aurelio è un autentico politico italiano. Nativo di Reggio Calabria (Melicucco per essere precisi) nella vita non pubblica svolge l’attività di professore d’ingegneria. Ma è un abile mediatore, a dispetto della sua grande precisione ingegneristica: negli anni ’60, quando militava nel Pci, veniva corteggiato da tutti i partiti, persino dai “Boia chi molla” di Reggio (quelli della rivolta). La sua abilità venne presto riconosciuta, la Cgil scuola-università lo premiava negli anni ’70 con il trono di segretario nazionale. Da quel giorno non s’è più fermato. Presidente dell’Acea dall’83 all’87, e poi una lunga sequela d’incarichi, e nel ’95 Lamberto Dini lo sedeva sulla presidenza del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Misiti è stato Commissario straordinario per le grandi opere del Sud, assessore regionale nella giunta di centro-destra guidata da Giuseppe Chiaravalloti, e non c’è partito che, sbarcando in Calabria, non lo corteggi. Da due legislatire è deputato dell’Idv, ma non va daccordo con Di Pietro, di cui bacchetta l’antiberlusconismo estremo e viscerale. Il Pd teme Misiti, troppo autonomo per i suoi gusti. Soprattutto non piace ai dalemiani di Reggio-Calabria. Così qualche esponente della ex An sta cercando di convincere Misiti ad appoggiare una autorevole candidatura del Pdl per la Calabria. “Se Misiti aiutasse la candidatura di Giuseppe Scopelliti alla Regione – dice un addeto ai lavori – Loiero, Idv e Pd morirebbero all’istante”.

Le mire di De Magistris
In Campania è ormai evidente che le iniziative delle procure agevolano il centro-sinistra. “Una parte del centro-sinistra – obietta un addetto ai lavori -. Hanno detto ad Antonio Bassolino fatti amputare qualche dito, lasciati coinvolgere qualche familiare in fatti di camorra, cose inconsitenti. Così al centro sinistra amputiamo mezza mano ed invece al Popolo delle libertà ammazziamo l’intero corpo politico”. E così sarebbe andata. “Hanno sparato a pallettoni su Nicola Cosentino, coordinatore del Pdl campano e sottosegretario – aggiunge il tipo – e lo hanno fatto per ammazzare con le solite voci anche Italo Bocchino e Mario Landolfi, tutte persone perbene. Forse Cosentino ha fatto qualche raccomandazione, ma nulla di più, in Campania ai politici viene sempre chiesto l’aiutino”. Ma col Pdl davanti al plotone d’esecuzione e con il Pd ferito chi s’avvantaggia? “Chi pensava che me ne sarei stato buono buono al Parlamento europeo si è proprio sbagliato”: così Luigi De Magistris (eletto alle ultime europee come indipendente nell’Italia dei Valori) ha rivelato a l’Espresso le sue mire politiche in Campania. “Per la presidenza della Campania mi vengono in mente i nomi di Roberto Saviano, di Raffaello Magi, l’estensore della sentenza Spartacus contro il clan dei Casalesi, di Raffaele Cantone, pm anti camorra di Napoli – ha sentenziato De Magistris -. Questo è il messaggio che dovrebbe passare. Naturalmente la scelta è al Pd, è il partito più forte. Ma non si può proporre Vincenzo De Luca, ottimo amministratore a Salerno, ma imputato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Bisogna uscire dalla logica del consociativismo del sistema di potere”. “Io calmo non sono”, ha sottolineato De Magistris, lanciando l’opa sull’Idv.  Ma la situazione campana potrebbe anche portare ad una riscossa del Popolo delle libertà. Infatti Landolfi e Bocchino ipotizzano di candidare Viespoli al posto di Cosentino. Pasquale Viespoli, già sindaco di An di Benevento, proviene dal Msi ed è considerato uomo vicino a Fare Futuro (fondazione di Gianfranco Fini). E’ in Parlamento dal 2001, ed alle ultime elezioni è stato eletto in Senato. Attualmente è sottosegretario a Lavoro, salute e politiche sociali: viene definito un finiano di ferro, “ottimo papa di transizione per la presidenza campana”.



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