Crollo del ponte di Baltimora. Commento del prof. Aurelio Misiti, già Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Da l’ecodelsud.it – 26/03/2024

“Il ponte di Baltimora su un fiume navigabile, fu costruito nel 1977 in ferro, con una campata massima di 345 metri.
Ben diversi sono i ponti Akashi e quello turco dei Dardanelli , costruiti sugli stretti marini, aventi campata principale di circa 2000 metri.
In questi casi, come pure negli altri ponti simili, la navigabilità è autorizzata solo al centro della campata in un tratto di circa 300 metri. Inoltre, qualora ci fosse una nave in avaria che non è più governabile dai piloti, se si avvicinasse all’area di base dei pilastri si scontrerebbe
con i cassoni di acciaio ripieni di calcestruzzo, di diametro 80 metri, fissati sul fondo marino a protezione dei pilastri posti al centro del cassone.
In altri termini, se un autoveicolo perde il controllo su un ponte in autostrada va a sbattere sul guardrail, che se è realizzato bene impedisce la caduta nel fiume; così se si perde il controllo di una nave e va a sbattere sul cassone protettivo del pilastro, la nave subirà danni ma il ponte resterà intatto.

I grandi ponti devono avere una grande attenzione alla sicurezza, per evitare tragedie; le costruzioni del passato non sempre hanno garantito la massima sicurezza”

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