I morti e i feriti di Refrottolo nel trevigiano costituiscono un tragico avvertimento alla nostra classe dirigente e in special modo a quella governante: “va cambiato profondamente il modo di governare il territorio italiano”.
Nonostante le ripetute tragedie dovute a frane, alluvioni e terremoti gli italiani non comprendono l’importanza della cultura della prevenzione rispetto a quella dell’emergenza.
I Governi si limitano a emanare decreti di calamità naturali accompagnati da finanziamenti per riparare i danni e, quando va bene, per risarcire i danneggiati. Niente o quasi per la prevenzione.
Che fine hanno fatto i Piani di assetto idrogeologico, che ogni Regione avrebbe dovuto approvare e realizzare?
Le classi dirigenti più avvedute – come ad esempio quella statunitense – sanno che per superare la crisi economica è prioritario varare e realizzare “un piano nazionale di manutenzione di opere pubbliche e cioè manutenzione dei ponti stradali e ferroviari, dei fiumi e delle vallate, manutenzione degli edifici strategici”.
Nel caso dell’Italia la difesa idrogeologica in particolare necessita di un lavoro di manutenzione continuo per assecondare i fenomeni naturali e garantire la sicurezza dei cittadini. Ma questo richiede un’ inversione nella cultura di governo non facile da realizzare nel nostro paese.
MISITI – IL CLIMA DI OGGI ESIGE MAGGIORE ATTENZIONE AL TERRITORIO
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MISITI, IL CONTROPIEDE DELLA CORTE DI APPELLO MILANESE
La sentenza di assoluzione per Berlusconi sta provocando reazioni, sopratutto in Italia ma anche all’estero, che definirle insensate si fa un complimento. “LA SENTENZA FORSE E’ GIUSTA MA DISONORA IL PAESE” titola il giornale di De Benedetti, che ha salvato la sua azienda grazie ai soldi dell’ex cav. assegnati con una sentenza forse ingiusta di certa magistratura che condanna su base indiziaria.
La cosa più ridicola riguarda il tentativo di presentare Berlusconi comunque colpevole anche se assolto con formula piena, pur affermando di rispettare le sentenze.
“Le sentenze si rispettano ma si possono commentare!” Nel commentarle però si dice “peste e corna” della sentenza che non piace. Di tutti i santoni dei processi a Berlusconi come Travaglio, Lerner, Annunziata, Grillo, Ingroia, Santoro e Di Pietro, solo quest’ultimo ha commentato – si fa per dire – le sentenze dei due gradi di giudizio dando torto ai due collegi giudicanti per aver condannato Berlusconi per due reati inesistenti.
Tutti però si sono affannati a dimostrare che comunque rimane un pregiudicato.
Bene ha fatto Renzi a ribadire che, condanna o non condanna, le riforme in Italia si fanno in base all’Accordo PD-FORZA ITALIA.
Sarebbe molto più giusto ritenere che le sentenze non fondate su prove certe, non solo si commentano ma vanno criticate e anche respinte ai mittenti.
Purtroppo gli errori di questi uomini e donne magistrati cambiano i destini delle persone e spesso anche quello dei Governi.
Qualcuno ancora è convinto che nel 2011 il Governo sia caduto per cause esterne al Paese e non per il caso Ruby?
Gli osservatori politici più indipendenti sostengono che i “media”, diffondendo in modo acritico le iniziative delle procure, sono stati fondamentali nell’estate 2011 per frammentare la maggioranza, allontanando dal gruppo parlamentare numerosi deputati e senatori e costringendo così il Governo a dimettersi.
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MISITI – INIZIATIVA UNIONCAMERE UTILE ALLA CALABRIA
Il rapporto delle Camere di Commercio calabresi sull’economia della Regione e’stato presentato dal Presidente Dattola alla stampa con un livello di serietà apprezzabile in quanto fondato su dati reali certamente negativi con un occhio però ai messaggi positivi provenienti dalla società civile.
La fotografia del sistema economico calabrese corrisponde alla crisi in essere nel Sud Italia con un saldo drammatico netto di 3548 imprese scomparse e 60.000 posti di lavoro persi negli ultimi cinque anni. Ma il rapporto – controcorrente rispetto ai soliti basati su stucchevoli piagnistei – si occupa anche di esaminare le possibilità per uscire dalla crisi fondate sulle proprie forze senza fare affidamento su aiuti gratuiti provenienti da Roma o da Bruxelles.
Se questa e’ la sfida che l’economia regionale intende lanciare credo che la struttura guidata da Dattola troverà alleati tra le forze sociali più oneste e prestigiose che vanno dai bacini culturali come le università alle piccole e medie imprese guidate da giovani e persino alle comunità religiose in primis quella cattolica di papa Francesco.
In questa prospettiva l’incontro del 14 luglio a Lamezia Terme si colloca come un punto di partenza non solo per un proficuo dibattito ma anche come concreto riferimento per individuare insieme “mondo del lavoro e istituzioni” il cammino verso una maggiore produzione di beni che porti a un nuovo equilibrio di bilancio tra quanto si produce e quanto si consuma entro i confini regionali.
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MISITI: LA CALABRIA E’ NELL’AGENDA DI RENZI?
Le indagini ISTAT pubblicati oggi mostrano una fotografia allarmante della situazione sociale nelle regioni del Sud e in particolare in Calabria. Pil sotto di quattro punti rispetto all’anno passato e disoccupazione prossima al venti per cento. E’ una tragedia ma non se ne parla. Per carità la processione di Oppido Mamertina con inchino “assurdo e grottesco” e’ una notizia ma le condizioni di vita misere di circa mezzo milione di persone meritano la prima pagina o no?
Il Governo però non parla.
Caro Renzi se vuoi imitare la Germania eccoti servito. Fai come Kohl! Egli ha puntato sulla Germania est e ha lanciato l’intero Paese. La Calabria e il SUD attendono un cenno per rilanciare l’Italia.
Il porto di Gioia Tauro non ha bisogno di grandi investimenti per espandersi. Potrebbe crescere a colpi di un milione l’anno di teus senza grandi problemi se l’Italia volesse fare concorrenza a Rotterdam o ad Amburgo. Arrivare a Berlino in 24 ore e non in una settimana con un treno di container non e’ cosa da poco in termini concorrenziali. Ciò è possibile se il Paese lo vuole.
I nostri governanti sanno che in pochi anni si può passare dagli attuali occupati a un numero dieci volte superiore e per giunta con personale specializzato?
Oggi la Regione incassa dalla sua maggiore industria – il porto – non meno di 60 milioni di€ all’anno. Nei prossimi dieci anni potrebbe decuplicare detto introito.
I porti asiatici, Singapore in primis, inviano in Europa circa 20 milioni di container/annui. A Gioia Tauro ne giungono poco meno di tre. Abbiamo grandi possibilità di arrivare a 6-7 milioni e oltre.
L’intero SUD ne beneficerebbe. Che aspetta Renzi che la signora Angela sia d’accordo? Non lo sarà mai.
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MISITI – LA GERMANIA DEVE FARE DA LOCOMOTIVA DELLO SVILUPPO
Renzi fatichera’ tanto per ottenere flessibilita’legata alle nostre riforme. Egli deve riuscire a passare dalle parole ai fatti non perdendo tempo nello pseudo dialogo con i cinque stelle, impegnati invece a dimostrare l’incapacita’ del Parlamento di nominati che non puo’fare alcuna riforma. Il Premier pero’ deve battagliare con la Merkel perche’ la Germania diventi la locomotiva dell’economia europea abbassando il surplus commerciale con l’estero e immettendolo nel mercato interno tedesco. Su questo trovera’ sostegno in Europa e sopratutto in USA. Vinca su questi due tavoli e cosi’ il semestre italiano sara’ ricordato per l’uscita dalla crisi del continente europeo.
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MISITI: LE DIGHE SONO GRANDISSIME OPERE
COSTRUIRE UN GRATTACIELO, UN PONTE, UNA LUNGA GALLERIA, UNA AUTOSTRADA, UNA FERROVIA E’ POSSIBILE E QUASI RUTINARIO PER UN GRANDE PAESE COME L’ITALIA CHE NELLA SECONDA META’ DEL SECOLO SCORSO HA MOSTRATO DI ESSERE IN PRIMA FILA TRA LE NAZIONI PIÙ AVANZATE.
ALTRA COSA E MOLTO PIÙ COMPLESSA INVECE È LA REALIZZAZIONE DI UNA DIGA PER GESTIRE MILIONI DI METRI CUBI DI ACQUA, RACCOLTA IN LAGHI ARTIFICIALI SITUATI A QUOTE ELEVATE.
PER RIUSCIRCI E’ NECESSARIO UN SISTEMA PAESE MOLTO FUNZIONANTE E UNITO, CHE IN ITALIA, SPECIALMENTE AL SUD, RISULTA DI DIFFICILE REALIZZAZIONE.
QUESTA CONSAPEVOLEZZA DIFFUSA NELLA CLASSE DIRIGENTE ITALIANA DEL SECONDO DOPO GUERRA HA PORTATO ALLA COSTITUZIONE DELLA “CASSA DEL MEZZOGIORNO”, CHE TRA LE GRANDI OPERE HA REALIZZATO ALCUNE DIGHE DI STRAORDINARIA RILEVANZA.
ALTRE GRANDI OPERE, TRA CUI NUMEROSE DIGHE, PIANIFICATE DALLA CASSA, NON SONO STATE COMPLETATE PER LA PREMATURA ABOLIZIONE DELL’ENTE.
NEGLI ANNI NOVANTA UNA COMMISSIONE DI ESPERTI NOMINATA DAL MINISTRO MERLONI,CHE IO STESSO HO COORDINATO, HA INDICATO AL GOVERNO QUALI DI QUESTE OPERE ANDAVANO COMPLETATE E QUALI NO.
TRA LE GRANDI OPERE DA COMPLETARE, OLTRE AL PORTO DI GIOIA TAURO, VENNERO INDICATE NUMEROSE DIGHE IN TUTTO IL SUD E IN PARTICOLARE ALCUNE NELLA REGIONE CALABRIA. TRA QUESTE SPICCAVANO QUATTRO DIGHE:MENTA E METRAMO NEL REGGINO, MELITO NEL CATANZARESE E ESARO NEL COSENTINO.
LE PRIME DUE SONO COMPLETATE IN QUANTO ALL’ATTO DELLO SCIOGLIMENTO DELLA CASSA ERANO COSTRUITE CIRCA AL 90 PER CENTO, MENTRE LE ALTRE DUE SONO RIMASTE INDIETRO PER LE CARENZE GESTIONALI CHE VIA VIA SI SONO MANIFESTATE.
LA PRIMA NEL CATANZARESE E’ AFFIDATA AL CONSORZIO DI BONIFICA LOCALE CHE PER LA PRIMA VOLTA SI CIMENTA CON LA COSTRUZIONE DI UNA GRANDE OPERA COME UNA DIGA. PER REALIZZARLA E’INDISPENSABILE UNA VOLONTA’ COMUNE DEL CONSORZIO,DEL COMUNE CAPOLUOGO PERCHÉ RISOLVEREBBE DEFINITIVAMENTE COSÌ IL PROBLEMA IDRICO DELLA CITTÀ,DELLA REGIONE E SOPRATUTTO DEL GOVERNO NAZIONALE. UNA PRECONDIZIONE E’ POI LA STABILITÀ POLITICA A TUTTI I LIVELLI, IN MODO CHE AL CAMBIARE DEI GOVERNI NON CAMBI LA DECISIONE DI REALIZZARE L’OPERA.
LA STAMPA HA UN RUOLO FONDAMENTALE NELL’ORIENTAMENTO DI TUTTE LE COMPONENTI DELLO STATO VERSO LA POSIZIONE SOPRA ILLUSTRATA E NON SOLO QUELLO DELLA GIUSTA CRITICA SUI RITARDI E SUI PRESUNTI SPRECHI.
LA DIGA SULL’ESARO INVECE È AFFIDATA DIRETTAMENTE ALLA REGIONE CALABRIA, PER CUI VALGONO LE STESSE RIFLESSIONI SVOLTE PER QUELLA SUL MELITO.
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IL SUD SI SVILUPPA CON LE REGOLE E IL LAVORO
MISITI: LE REGOLE E IL LAVORO CONDIZIONI PER LO SVILUPPO
CI SONO PERIODI NELLA VITA DI UN POPOLO IN CUI SONO NECESSARIE MISURE STRAORDINARIE PER METTERE TUTTI NELLE STESSE CONDIZIONI DI PARTENZA.
IL GIORNO DELLE DECISIONI E’ ARRIVATO, TUTTI DEVONO CONTRIBUIRE SECONDO LE PROPRIE POSSIBILITA’.
NEI PROSSIMI TRE ANNI VANNO REALIZZATI DUE OBIETTIVI : I CONTRATTI REGIONALI DI LAVORO E LE OPERE DI MANUTENZIONE NEL TERRITORIO.
IL PRIMO PUNTO RIGUARDA LA TRASFORMAZIONE DEI CONTRATTI DI LAVORO DA NAZIONALI A REGIONALI NELLA SOLA PARTE ECONOMICA,CHE DEVE TENER CONTO DELLE REALTÀ LOCALI. CIÒ SARÀ FONDAMENTALE PER LO SVILUPPO DEL MEZZOGIORNO D’ITALIA. AD ESEMPIO TERMINI IMERESE NON SAREBBE STATA CHIUSA SE LA FIAT, INVECE DI PERDERE MILLE EURO A MACCHINA PRODOTTA, LE AVESSE GUADAGNATO.
IL SECONDO PUNTO RIGUARDA L’APERTURA IN SEI MESI DI ALMENO CINQUANTAMILA CANTIERI PER CREARE UN MILIONE DI POSTI DI LAVORO.
NEI TERRITORI ITALIANI INFATTI C’E’ UN GRAN BISOGNO DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA IN TANTI SETTORI COME I PONTI STRADALI E FERROVIARI,GLI EDIFICI SCOLASTICI DISSESTATI,EDIFICI STRATEGICI DA RENDERE ANTISISMICI,DISSESTO IDROGEOLOGICO.
I RELATIVI INVESTIMENTI SONO MOLTO CONTENUTI E I TEMPI DI APERTURA DEI CANTIERI SONO MINIMI CONCENTRANDO GLI APPALTI SU POCHE E ATTREZZATE STAZIONI APPALTANTI.
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Scuole vecchie
SCUOLE VECCHIE E CADENTI: UNA SU DUE NON E’ A NORMA
Lo rivela l’indagine del Censis sullo stato della nostra edilizia scolastica.
Si stima che in 24.000 istituti su 41 mila gli impianti (elettrici, idraulici, termici) non funzionano, sono insufficienti o non sono a norma.
Sono 9.000 le strutture con gli intonaci a pezzi. In 7.200 edifici occorrerebbe rifare tetti e coperture.
Sono 3.600 le sedi che necessitano di interventi sulle strutture portanti (tra queste mura 580.000 ragazzi trascorrono ogni giorno parecchie ore) e 2.000 le scuole che espongono i loro 342.000 alunni e studenti al rischio amianto.
Il 30% delle scuole è ospitato in edifici vecchi e storici, costruiti prima del 1960. E nella maggioranza dei casi quello che manca è la manutenzione ordinaria.
Secondo una stima del ministero delle Infrastrutture di fine 2013 andando avanti a questo ritmo si finirebbe di restaurare il patrimonio edilizio scolastico in 110 anni.
In più secondo le valutazioni dei dirigenti scolastici, che hanno considerato la qualità degli interventi realizzati in più di 10.000 edifici scolastici pubblici negli ultimi tre anni, sono più di un quarto le strutture in cui sono stati effettuati lavori ritenuti scadenti o inadeguati.
Gli interventi straordinari che via via sono stati programmati dopo il tragico crollo della scuola di San Giuliano hanno mobilitato poco meno di 2 miliardi di euro rispetto a un fabbisogno stimato di 13 miliardi.
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CRISI DEI RIFIUTI A ROMA
DICHIARAZIONE DI AURELIO MISITI, ORDINARIO DI INGEGNERIA SANITARIA-AMBIENTALE PRESSO UNIVERSITA’ SAPIENZA, GIA’ PRESIDENTE DELL’ACEA
LE ALLARMANTI NOTIZIE SULLA CRISI DELLA RACCOLTA E DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI A ROMA DEVONO INDURRE LA CLASSE DIRIGENTE E SPECIALMENTE QUELLA POLITICA ROMANA E LAZIALE A FARE UNA PROFONDA E ACCURATA AUTOCRITICA SULLE PROPRIE INCAPACITA’ DI REALIZZARE UNA POLITICA AMBIENTALE, SPECIALMENTE NELLA CAPITALE, IN GRADO DI FAR FRONTE CON METODI MODERNI ALLA GESTIONE CORRETTA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI PRODOTTI NEL TERRITORIO.
LA CRISI DI OGGI E’ IL FRUTTO DI UNA TRENTENNALE MIOPIA DI QUESTA CLASSE DIRIGENTE, CHE, PER MANCANZA DI CULTURA ADEGUATA SI E’ LASCIATA GUIDARE DA PICCOLI INTERESSI DI BOTTEGA SPESSO LEGATI ALLE CONSULTAZIONI ELETTORALI.
NON C’E’ STATA LA VOLONTA’ POLITICA, ANCHE SFIDANDO L’IMPOPOLARITA’, DI REALIZZARE I CINQUE GRANDI SISTEMI DI SMALTIMENTO PROPOSTI E APPROVATI NEL 1986 CONTENUTI NEL PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI; CIO’ AVREBBE CONSENTITO AL LAZIO E IN PARTICOLARE A ROMA DI DIVENIRE UNA REGIONE NORMALE COME L’EMILIA ROMAGNA, LA TOSCANA E LA LOMBARDIA.
A DISTANZA DI 30 ANNI QUEL PIANO SI E’ FINALMENTE REALIZZATO, AGGIORNATO SOLO CON LE NUOVE TECNOLOGIE INTRODOTTE DALL’OPERATORE PRIVATO E DALL’AZIENDA MUNICIPALE AMA, DOVE OPERANO ANCORA ALCUNI ECCELLENTI DIRIGENTI TRASFERITI DALL’ACEA NEL 1985, NON SOMMERSI DALLE ONDATE DI PARENTOPOLI.
LE DICHIARAZIONI DELL’AVVOCATO MANLIO CERRONI, ALDILA’ DEL LINGUAGGIO COLORITO CHE SEMPRE UTILIZZA NEL SUO DIRE, MOSTRANO QUANTA RAGIONE EGLI HA RISPETTO AL TORTO DELLA CLASSE POLITICA DEGLI ULTIMI DECENNI, CHE NON E’ STATA IN GRADO NEMMENO DI TROVARE UN SITO IDONEO PER INSTALLARE LA DISCARICA CONTROLLATA PER I RESIDUI DELLE LAVORAZIONI EFFETTUATE NEGLI IMPIANTI.
IL SINDACO MARINO, CHE HA POCHE RESPONSABILITA’ PREGRESSE, HA DOVUTO FAR RICORSO AI SUOI POTERI PER ORDINARE TEMPORANEAMENTE LA RIPRESA DELL’OPERATIVITA’ DEGLI IMPIANTI DEL PRIVATO, SEQUESTRATI DALLA MAGISTRATURA COME SE FOSSERO DEI CONTI CORRENTI. SIAMO CERTI CHE LA MAGISTRATURA GIUDICANTE FARA’ PRESTO CHIAREZZA SULLE PERSONALI RESPONSABILITA’ O MENO DEGLI INDAGATI, MA E’ INDISPENSABILE CHE
TUTTI SAPPIANO CHE, SENZA L’UTILIZZO DI QUEGLI IMPIANTI, ROMA SEGUIRA’ INELUTTABILMENTE LA SORTE DI NAPOLI, CON RIFLESSI GRAVISSIMI NELLA OPINIONE PUBBLICA MONDIALE.
E’ UNA BUONA NOTIZIA QUELLA DATA DALL’AVVOCATO CERRONI SULLA SUA DISPONIBILITA’ A CEDERE ALL’AZIENDA DEL COMUNE I PROPRI IMPIANTI E A FAR GARANTIRE LE SUE AZIENDE DA UN GRAN SIGNORE CHE RISPONDE AL NOME DEL SENATORE GIA’ SUPER PREFETTO DI REGGIO CALABRIA LUIGI DE SENA.
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MISITI: BUONE E CATTIVE NOTIZIE
Le nomine di Renzi dei manager delle grandi aziende pubbliche sono da considerarsi buone scelte perché innovano e nello stesso tempo tengono in considerazione l’esperienza e la cultura degli uomini e delle donne nominate.
La presenza di giovani uomini e donne non solo nei vertici ma anche negli organismi di gestione delle aziende pubbliche dimostra ancora una volta la volontà del nuovo gruppo dirigente della politica italiana di svoltare rispetto al passato spesso glorioso e positivo con proposte che hanno tutte le caratteristiche di mantenere il ben fatto e di voler puntare sempre più in alto.
Ovviamente restano vuote caselle importanti come quelle di FERROVIE DELLO STATO, che si auspica possano essere riempite con persone provenienti da R.F.I. e TRENITALIA a garanzia di un’esperienza del tutto positiva in rapporto a quanto previsto dalla normativa vigente.
Si tratta in questo caso di spingere per una riforma profonda del sistema ferroviario che superi le difficoltà che oggi incontrano i lavoratori pendolari in generale e particolarmente l’insieme del Mezzogiorno d’Italia.
La parte positiva della recente azione di governo non finisce qui ma si estende ad altri temi come il lavoro e le riforme della Costituzione e della legge elettorale giustamente concordate tra maggioranza di Renzi e opposizione di Berlusconi.
La parte negativa, ma negativa assai, è invece costituita dalla scomparsa di ogni traccia di politica diretta meridionalista del Governo e del Parlamento.
Non mi riferisco al mutismo sui piani indispensabili di completamento delle infrastrutture stradali e ferroviarie meridionali, in quanto ritengo che oggi sarebbe urgente un piano di opere pubbliche minori e diffuse nel territorio (come la manutenzione dei ponti con oltre 50 anni di vita o quella del territorio per guardarsi dalle alluvioni, dalle frane e dagli eventi sismici), ma cito un esempio che vale come linea politica immediata nei riguardi della disoccupazione giovanile.
Mi riferisco alla scelta sciagurata di tagliare circa 40 mila posti nel settore militare e simile, che come a tutti è noto per oltre il 90% trattasi di giovani meridionali, ormai senza alcuna prospettiva di lavoro ravvicinata.
Capisco che questa scelta è stata determinata dalla politica di difesa atlantica che non ha consentito di dimezzare l’acquisto dei 90 aerei F35, ma sarebbe stato meglio tagliare altre spese inutili che lo stesso Commissario Cottarelli avrebbe potuto ricercare nel pozzo senza fondo di alcuni settori ministeriali e di diverse Regioni che, stante il vigente Titolo V della Costituzione, ritengono di poter essere prodighi con spese inutili e fondi messi a disposizione dai cittadini contribuenti onesti.