ELEZIONI: MISITI, ECCO PERCHE’ NON MI CANDIDO

(ANSA) – CATANZARO, 22 GEN – Aurelio Misiti non compare tra i candidati al Parlamento della Calabria. ‘Ho ritenuto – dice – che sette anni di presenza in Parlamento siano gia’ troppi. Il nostro Parlamento, pur essendo il luogo principale dove si esercita la democrazia in un Paese occidentale, ha perduto purtroppo le prerogative originali assegnate dalla Costituzione di essere il centro di elaborazione e approvazione delle leggi, e si limita ormai a ratificare cio’ che viene elaborato e deciso dall’Esecutivo di sinistra, di destra o tecnico che sia. Molte sono state le proposte parlamentari non approvate in questa legislatura che meritavano di diventare legge ma dubito molto che nella prossima si potra’ cambiare l’andamento sopra descritto se non si riesce a modificare la Costituzione in alcuni punti essenziali come la composizione delle Camere, il bicameralismo perfetto, i poteri del Presidente del Consiglio e di quello della Repubblica. Ma per fare cio’ necessita che la XVII legislatura diventi costituente e di breve durata’. LEGGI TUTTO…

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Redazione ProCalabria: Intervista ad Aurelio Misiti

Redazione Associazione Politico-Culturale ProCalabria – 22 gennaio 2013

L’on. Aurelio Misiti non compare tra i candidati al Parlamento della nostra Regione.

L’abbiamo raggiunto questa mattina nel suo studio a Montecitorio per saperne di più ed avere un suo commento alle liste pubblicate dai siti online questa notte.

 

D: Come mai onorevole non si è ripresentato a queste elezioni politiche?

R: Ho ritenuto che sette anni di presenza in Parlamento siano già troppe. Il nostro Parlamento, pur essendo il luogo principale dove si esercita la democrazia in un Paese occidentale, ha perduto purtroppo le prerogative originali assegnate dalla Costituzione di essere il centro di elaborazione e approvazione delle leggi, e si limita ormai a ratificare ciò che viene elaborato e deciso dall’Esecutivo di sinistra, di destra o tecnico che sia.

D: Ma non le rimane qualche rimpianto per il lavoro forse non concluso per lo scioglimento anticipato delle Camere?

R: Molte sono state le proposte parlamentari non approvate in questa legislatura che meritavano di diventare legge ma dubito molto che nella prossima si potrà cambiare l’andamento sopra descritto se non si riesce a modificare la Costituzione in alcuni punti essenziali come la composizione delle Camere, il bicameralismo perfetto, i poteri del Presidente del Consiglio e di quello della Repubblica. Ma per fare ciò necessita che la XVII legislatura diventi costituente e di breve durata.

D: Quindi avrebbe voluto essere presente?

R: Non credo che la presenza di un singolo parlamentare possa modificare qualcosa, anzi qualche volta si può influire più dall’esterno, se la persona ha molto peso in settori chiave per l’ammodernamento della nostra Italia.

D: Ma lei che giudizio dà dei candidati presentati dai partiti?

R: Non devo dare voti alle persone ma certamente il quadro almeno in Calabria non è esaltante.

Sarei stato molto più soddisfatto se le personalità scelte avessero avuto un maggior peso specifico nella società calabrese e italiana al fine di poter influire con autorevolezza sulle decisioni dei Governi a favore del Mezzogiorno d’Italia. Apprezzo comunque quei partiti come il PdL di Berlusconi e il Pd di Bersani che comunque hanno trasmesso un messaggio all’opinione pubblica candidando personalità non compromesse nel campo giudiziario.

D: Ma allora vuole dire che gli altri non hanno presentato liste pulite?

R: Non dico questo ma noto con soddisfazione che i due partiti di massa, più vulnerabili per ragioni oggettive, hanno scelto con coraggio di non presentare i cosiddetti “incandidabili”, cioè persone che, pur non avendo subito condanne definitive, abbiano però pendenze pesanti di giustizia penale.

D: Lei ritiene che i piccoli partiti hanno presentato “in candidabili”? Si riferisce anche a Grande Sud?

R: Non faccio nomi né di persone né di sigle, ma mi riferisco in generale al fatto che per prendere qualche voto in più, ammesso che ciò si verifichi, i piccoli partiti tutti e perché no Grande Sud, sono propensi a non procedere a indagini e verifiche sulla eticità dei candidati.

D: Non basta però essere onesti per poter gestire bene la “cosa pubblica”, ci vogliono certamente altre caratteristiche o no?

R: Certamente si. La cultura dei deputati e dei senatori è essenziale nel lavoro parlamentare e per accertarsene basta scorrere i curricula, che spesso sono di una povertà desolante. Aver avuto esperienze gestionali, amministrative e politiche nel territorio è la base fondamentale per un parlamentare, altrimenti parla in via teorica senza legami con la realtà sociale. Sono convinto infatti che i futuri Governi, anche se presieduti da altissime personalità eletti dal popolo, debbano essere formati da personalità con grandi esperienze politico-professionali preferibilmente al di fuori degli eletti. Gli U.S.A. rappresentano il miglior esempio di quello che succintamente ho detto sopra.

D: Ma veniamo al dunque: lei ha sempre parlato dell’importanza dello sviluppo del Mezzogiorno per rilanciare il Paese; i partiti che rappresentano questo territorio le sembrano adeguati?

R: Purtroppo, contrariamente a quanto avviene nel Nord del Paese, le forze politiche del Mezzogiorno non sono adeguate alla bisogna. Il tentativo di Mpa di Lombardo, di Grande Sud di Miccichè e di altre piccole formazioni, non hanno raggiunto lo scopo di unificarsi in un vero partito del Sud, con un proprio programma ideale ed economico, per rompere il monopolio nordista; prova né è che, dopo la sconfitta netta di queste formazioni in Sicilia, non hanno potuto fare altro che tornare alla casa madre del PdL per poter sopravvivere. E il bello è che si sono adeguati alle richieste provenienti, non certo dalla parte migliore del PdL, di aiutare questo partito a impedire una maggioranza stabile nei due rami del Parlamento. Sono invece d’accordo in questo caso con il presidente Berlusconi, il quale ripetutamente invita gli italiani a votare PdL o Pd proprio per assicurare la governabilità completa del Paese e consentire a chi vince di riformare finalmente parti importanti della Costituzione e sconfiggere definitivamente un apparato burocratico che tende sempre a rendere suddito il cittadino, specialmente quello onesto.

D: Dalle sue risposte appare chiaro che non partecipare alla campagna elettorale è per lei quasi una liberazione?

R: Basta scorrere il mio curriculum e si può notare facilmente che nella mia vita lavorativa ho raggiunto i traguardi più importanti a cui una persona, proveniente da una famiglia di emigranti del Mezzogiorno, potesse aspirare. Pertanto la frequentazione delle aule parlamentari da parte mia non è stata certamente un mestiere o un punto di arrivo come avviene per tanti altri. Mi ritengo ancora in grado di poter essere utile alla mia Calabria, al Sud ma anche all’intero Paese, a cui ho dedicato con passione tutto il mio lavoro scientifico, tecnico e amministrativo.

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Mettere mano alla legge elettorale per ridare a cittadini diritto di scegliere

di Gianfranco Miccichè*

Ben vengano questi provvedimenti sui costi della politica, però è noto a tutti che questo tipo di provvedimento serve solo a salvare la faccia di noi politici che a superare la crisi. Tutto il lavoro poi verrà vanificato se poi non si metterà mano alla legge elettorale ridando ai cittadini il diritto di scegliere.
Se vogliamo una vera e propria azione di risparmio della politica dobbiamo renderci conto che bisogna mettere mano alla struttura della burocrazia oltre a quella dei politici. Noi politici, infatti, siamo odiati dalla gente non solo perché c’è qualcuno che ruba ma soprattutto perché non facciamo buone leggi. Produciamo provvedimenti che non interessano ai cittadini. Ma altrettanto odiati sono i burocrati perché appaiono come nemici dei cittadini. Non esiste una struttura amministrativa che aiuti il cittadino ma esistono solo strutture amministrative che rendono la vita difficile ai cittadini.
Noi di Grande Sud abbiamo appoggiato il governo Monti e anche ieri abbiamo votato la fiducia perché siamo gente seria che ha preso un impegno con gli elettori nella speranza che questo governo potesse aiutarci per risolvere i problemi dell’Italia. Ma non si sta facendo nulla, non ci si rende conto come queste leggi siano solo palliativi rispetto al disagio che c’è. Non pensiate più che la gente sia disponibile a pagare per una crisi che non si capisce da dove viene e non si capisce dove va. Per eliminare tutti questi balzelli, ad esempio, basterebbe eliminare una fondazione bancaria, di quelle che servono solo a fare arricchire le lobby.
* estratto della dichiarazione di voto alla Camera dei deputati sul decreto legge sui costi della politica negli enti locali

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ZAVOLI, MISITI (GRANDE SUD): FRATERNA SOLIDARIETA’, ADESSO PENE DEFINITIVE CERTE

(9Colonne) Roma, 4 dic – “Grande Sud condanna la vile e brutale aggressione subita dal senatore Sergio Zavoli che rappresenta un esempio luminoso nel giornalismo moderno del nostro Paese”. Lo afferma, in una nota, il capogruppo di Grande Sud alla Camera Aurelio Misiti. “I sentimenti affettuosi nei suoi confronti di tutto il mondo politico – aggiunge l’esponente del movimento arancione -, dei rappresentanti di ogni Istituzione, dei colleghi giornalisti e dei semplici cittadini sono la dimostrazione che in Italia gli episodi di violenza contro la persona non sono assolutamente tollerati. Le norme attualmente in discussione in Parlamento che vanno nella direzione di un miglioramento della situazione carceraria, con l’obiettivo della rieducazione di chi ha commesso piccoli reati non può essere confuso, come qualcuno sospetta, con una pretesa debolezza dello Stato di fronte al crimine”. “Grande Sud auspica che gli episodi di violenza si riducano drasticamente grazie alla azione sinergica e determinante delle forze dell’ordine e della Magistratura, e che le pene definitive siano certe, onde scoraggiare i potenziali delinquenti italiani o stranieri”, conclude Misiti.

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TAV: MISITI, ESITO VERTICE MONTI-HOLLANDE BUONA NOTIZIA ANCHE PER SUD

(AGENPARL) – Roma, 03 dic – “L’incontro odierno di Lione tra Hollande e Monti, non solo ha suggellato l’intesa per la costruzione della galleria nella tratta ferroviaria Torino – Lione, simbolo della convergenza di interessi economici e culturali tra i due Paesi, ma ha accelerato di colpo la realizzazione della grande opera”. Lo afferma il capogruppo di Grande Sud a Montecitorio Aurelio Misiti, già presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. “Tale opera – continua l’esponente del movimento arancione – consentirà ai due Stati di ritrovarsi più uniti in vista dell’integrazione politica delle principali Nazioni europee. Essa rivestirà particolare importanza non solo per il Nord ma anche per il Mezzogiorno, in quanto si realizzerà il collegamento tra i due principali corridoi europei: Lisbona – Kiev e Berlino – Palermo – conclude – nell’ambito del più ampio raccordo tra Helsinki e La Valletta.

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Maltempo: Misiti (Grande Sud), alluvione non e’ solo emergenza

(ASCA) – Roma, 15 nov – ‘L’informativa del Governo, rappresentato dal Sottosegretario D’Andrea, sugli eventi alluvionali verificatisi tra il 9 e il 14 di questo mese, e’ stata dettagliata e puntuale ma in essa non vi e’ traccia di una politica di prevenzione che attutisca gli effetti dei fenomeni naturali per il futuro nel nostro Paese’. Lo ha affermato il capogruppo di Grande Sud Aurelio Misiti, nel suo intervento di stamani alla Camera.
L’esponente del movimento arancione ha messo in rilievo ‘l’importanza di un impegno del Governo per via ordinaria, attraverso l’opera del Ministero dell’Ambiente e non soltanto della protezione civile. Ente indispensabile per aiutare gli alluvionati ma non idoneo ad affrontare una linea di attivita’ preventive come la manutenzione ordinaria dei letti e delle golene dei fiumi e soprattutto l’attuazione di piani regolatori comunali rispettosi della vita ordinaria delle aste fluviali’.
‘E’ necessario – ha continuato Misiti – attuare una politica di difesa permanente dei territori urbanizzati che preveda vasche di espansione e piccoli bacini collinari e montani, affinche’ le piene dei fiumi e dei torrenti, dovute alle piogge intense in tempi brevi, vengano attenuate e rese non pericolose per le abitazioni, gli immobili industriali e la stessa agricoltura. Per il futuro – ha aggiunto – e’ indispensabile un’azione sinergica tra lo Stato, le Regioni e i Comuni per impedire che l’attivita’ umana non contrasti ma favorisca il naturale deflusso delle acque, attraverso una costante manutenzione del corso d’acqua e delle golene, nonche’ – ha concluso Misiti – una gestione tecnicamente oculata del sistema idrico. Onde evitare danni alle cose e lutti alle persone, cosi’ come e’ avvenuto purtroppo per i tre dipendenti ENEL, che ignari percorrevano una strada che doveva essere chiusa al traffico’.

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CALABRIA: MISITI, UNA MOZIONE PER INTERVENTI RADICALI

SBLOCCO FONDI GIA’APPROVATI DAL CIPE; CONTRASTO A CRIMINALITA’ (ANSA) – ROMA, 10 SET – ‘Prendendo spunto dalle analisi di SVIMEZ e ISTAT, sulle condizioni economico sociali della Calabria il movimento ‘Grande Sud’ ha presentato una mozione in Parlamento per ottenere un piano straordinario di interventi e ridurre cosi’ le attuali difficolta’, avviando la ripresa economica e occupazionale’. A renderlo noto e’ il deputato di ‘Grande Sud’ Aurelio Misiti in un comunicato.
‘Il confronto del Pil pro capite annuo tra la Calabria, che risulta la meta’ di quello della Lombardia, con Paesi in via di sviluppo come Turchia, Croazia, Romania e Messico, dove le imprese italiane e calabresi delocalizzano i propri impianti, induce un’ inevitabile riflessione sulla necessita’ di rendere competitivi i territori calabresi e meridionali con quelli dei citati Paesi, il cui Pil, attualmente paragonabile a quello della Calabria, cresce in media dal 4 all’8%’.
‘Per far fronte a questa drammatica situazione Grande Sud’ chiede al governo di rafforzare il contrasto alla criminalita’ organizzata e a velocizzare la spesa in materia di fondi strutturali destinati a investimenti e gia’ deliberati dal Cipe o previsti in recenti accordi di programma’, aggiunge Misiti.
‘In particolare – si legge nella nota – si chiede lo sblocco dei fondi per la sicurezza del territorio, gia’ approvati dal Cipe il 20 gennaio 2012 e che ammontano a 220 milioni di euro per la sola Calabria. E di avviare un piano per l’adeguamento sismico di edifici strategici e manufatti ferroviari e stradali obsoleti’. ‘L’invito di Grande Sud – conclude – e’ anche per accelerare la bonifica delle aree industriali dismesse di Crotone a carico dell’Eni e a promuovere il potenziamento dei servizi di accoglienza dei siti archeologici di Sibari, Roccelletta di Borgia, Locri e Crotone. Infine proponiamo al governo di predisporre un piano pluriennale per realizzare l’alta velocita’ ferroviaria da Salerno a Palermo con i fondi per le aree sottoutilizzate’. (ANSA).

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REGGIO CALABRIA, MISITI (GRANDE SUD): NO A SCIOGLIMENTO CONSIGLIO COMUNALE

(9Colonne) Roma, 5 set – “Un provvedimento governativo che sciogliesse il Consiglio comunale della città di Reggio Calabria sarebbe un atto gravissimo”.
Così il capogruppo di Grande Sud alla Camera dei deputati Aurelio Misiti, sottolineando che “si tratterebbe, infatti, della sospensione del sistema democratico in una grande città del Mezzogiorno, per di più sede di una città metropolitana”. Per l’esponente del movimento arancione “si può essere critici sulla gestione politica o sul “modello Reggio”, affermatosi nell’ultimo decennio ma ciò non può influire minimamente sulla decisione degli organi dello Stato riguardante l’atto gravissimo dello scioglimento; dopo la legge del 1993 che stabilisce l’elezione diretta dei sindaci – aggiunge – la normativa sullo scioglimento va aggiornata dal Parlamento in modo da evitare che un sindaco non vada mandato a casa perchè qualche consigliere commette dei reati: questi va processato, punito e sostituito”. “D’altra parte, ciò va fatto a salvaguardia anche dello Stato, che sempre più spesso viene condannato dai TAR, con relativi mega-risarcimenti, come dimostra il recente caso di Amantea a cui lo Stato deve risarcire oltre un milione di euro”, conclude Misiti.

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GOVERNO: MISITI, TEMPI MATURI PER MONTI POLITICO

(ANSA) – ROMA, 26 LUG – ‘Il dl sviluppo segna di fatto il passaggio dal governo Monti ‘tecnico’ a quello ‘politico’.
Adesso, per affrontare le sfide della crescita economica e sociale e’ necessario che i partiti della maggioranza, piuttosto che dilaniarsi su questioni marginali, entrino direttamente a far parte del governo con i propri esponenti piu’ rappresentativi. Sarebbe un messaggio rassicurante per i mercati e per l’Europa, ovvero una piena assunzione di responsabilita’ da parte di tutte quelle forze politiche che intendono garantire nel futuro una continuita’ con quanto fatto in questi mesi attraverso l’azione di risanamento’. Lo afferma, in una nota, il capogruppo di Grande Sud alla Camera Aurelio Misiti.
‘L’ostacolo principale alla ripresa economica dell’Italia non e’ rappresentato solamente dai fantasmi del mercato – aggiunge l’esponente del movimento arancione – ma dal fatto concreto che il 40% del territorio nazionale, cioe’ il Sud, non e’ oggi competitivo nell’attrarre nuovi investimenti rispetto ai Paesi delle nuove economie emergenti. Grande Sud – spiega – ha le carte in regola e la ricetta per rimuovere l’ostacolo: bisogna fare emigrare la mafia e non i giovani, non solo attraverso il rafforzamento degli strumenti di contrasto alla malavita organizzata ma, soprattutto, con una rimodulazione del sistema dei rapporti tra i lavoratori e le imprese. Il contratto nazionale di lavoro per i nuovi assunti deve riguardare esclusivamente la parte giuridica, mentre l’aspetto economico deve essere frutto di un rapporto negoziale tra le parti, a livello regionale. L’obiettivo – conclude Misiti – e’ rendere conveniente per le aziende investire e assumere al Sud. Solo cosi’ l’Italia potra’ emulare quanto e’ stato fatto di buono in Germania con le regioni dell’Est’. (ANSA).

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Misiti (Grande Sud): “Servizi pubblici locali, privatizzare sì ma controllo pubblico. Vero”

           

PrismaNews                                           

di Alfonso Palumbo                                                                                                                                          Domenica 22 Luglio 2012 

Malgrado la Corte Costituzionale abbia dato il ko alla privatizzazione dell’acqua pubblica bocciando altresì l’art. 4 del provvedimento dell’ex-Tremonti, in Italia – e a Roma in specie – continua la polemica su vendita sì-vendita no di Acea.
Fra l’altro, il decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito dalla legge 22 dicembre 2011 n. 214 ha soppresso l’Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua, trasferendo all’Autorità per l’Energia elettrica e il Gas “le funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici”. Regolazione che si riferisce alla fornitura dei servizi e che mira a dare agli utenti servizi efficienti, con livelli di qualità almeno pari a predefiniti ‘standard minimi’, nel rispetto dell’equilibrio economico e finanziario del gestore.
Di tuto ciò parliamo con Aurelio Misiti, docente di ingegneria civile e ambientale, autore di oltre cento pubblicazioni di Idraulica, un passato che lo ha visto fra l’altro presidente di Acea e del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e con un presente politico che lo vede capo della colazione Grande Sud-Ppa e vicario del Gruppo Misto della Camera.
E allora: servizi pubblici locali, privatizzare o no? “Privatizzare sì ma a patto che vi sia un controllo pubblico. Vero. Perché è notorio che a volte il pubblico eviti di fare ciò che gli tocca per mandato”.
In tema di acqua, ciò che dovrebbe far preoccupare di più i consumatori cosa dovrebbe essere: la qualità dell’acqua potabile? Le perdite di rete? La mancanza d’acqua nel periodo estivo? “Problemi che a Roma non si registrano… No, nessuno dei tre eventi che lei enuncia. Ciò che in realtà deve far preoccupare sono gli uomini! Perché i problemi tecnici sono risolvibili, mentre quindi si parla di uomini… ovviamente mi riferisco alla generalità dei ruoli svolti, da utenti o da gestori”.
Ok privatizzare ma il referendum del giugno 2011? E comunque: ad Arezzo il privato ha combinato cose irriferibili, a Montecatini pare vi sia stata una sorta di rivolta da parte di molti hotel. Nella cittadina termale l’aumento in bolletta è stato del 120% circa! Mentre in altre zone d’Italia si paga stralciando la voce ‘remunerazione del capitale investito’. “A Montecatini protestano: ma, mi chiedo, lo fanno perché prima non pagavano? Il fatto è che ora pagheranno 1,50 euro a metro cubo mentre prima pagavano 0,50… Chi si lamenta che in Italia l’acqua costa troppo deve invece sapere che da noi si pratica il prezzo più basso in assoluto. Forse occorrerebbe ricordare a qualcuno che 1 metro cubo equivale a 1.000 litri. E pensare che c’è chi spende 1,50 euro – e forse pure di più – per bottigliette di contenuto inferiore al litro!”.
Onorevole, poche settimane fa ho seguito un seminario di AssoAmbiente in cui si parlava di liberalizzazione dei servizi idrici locali. Era presente anche Ermete Realacci (Pd) secondo il quale la scelta relativa privatizzazione sì-no deve essere ponderata caso per caso. Le domando: ma come mai un’azienda privata come Acea stenta a fare investimenti e una pubblica come l’Acquedotto Pugliese no? Non le sembra paradossale? “Palumbo: gli uomini!, torniamo alla mia prima risposta… Realacci ha detto così perché questa è la posizione alla quale è giunto, ma non era la sua di partenza. Occorre in ogni caso intendersi sui concetti: chi è ‘Privato’? Non dobbiamo riferirci alla figura dell’imprenditore che gestisce ma dobbiamo guardare alla gestione nel suo svolgersi… Voglio dire: dobbiamo guardare alla ‘gestione privatistica’ e non alla figura del privato monopolista che, fra l’altro, è pure una scelta stupida”.
Dalla Toscana alla Calabria. ‘Sorical’ possiamo valutarlo un esempio positivo? C’è chi afferma che aveva tentato di coinvolgere un’Azienda francese che però in eredità ha lasciato debiti per milioni di euro… “C’ero io in Calabria alla guida dell’assessorato ai Lavori Pubblici quando si decise di dar vita a Sorical. Era il periodo 2000-2003, prima della Giunta Loiero, e quel bando fu vinto da Enel. Accadde poi che Enel vendette ai francesi di Veolia… Ma il buco di cui parliamo non fu però imputabile a loro bensì ai Comuni che non pagavano! Sorical va in liquidazione a causa della morosità delle Amministrazioni locali che, allora come oggi, dicevano che l’acqua costava troppo, che il prezzo di 1 euro non era sopportabile. Conosco bene i fatti anche perchè AD di Sorical era un mio ex-allievo dell’università, l’ing. Maurizio Del Re”.
Bè, lei è stato – ed è – un luminare della materia… Ha formato un sacco di tecnici all’università. “… Come ad esempio l’ing. Biagio Eramo che era alla guida di Ato2 ed ora sta in Acea. O come l’ing. Marco Ranieri, adesso all’Acquedotto Pugliese”.
A proposito di Acea. Il Consiglio di Stato ne ha bloccato la vendita; il Centrodestra però vuole vendere, le associazioni dei cittadini si oppongono mentre il Pd non si capisce bene cosa voglia. La sua opinione? “Il Pd afferma che si deve vendere solo se ne vale la pena. Personalmente parla per me la mia esperienza in Acea, dove per cinque anni ho gestito con un criterio privatistico un’Azienda pubblica. Come la penso l’ho già detto, ma vorrei ricordare che con me Acea quadruplicò gli utili, nel 1987 la lasciai con ben 107 miliardi di vecchie lire. Non solo: fu con me che entrò nel settore dell’ambiente, fui io a dare vita al teleriscaldamento… sistema che a Brescia andò a regime solo dopo la sua realizzazione qui a Roma. Dopo che andai via, esattamente tre mesi dopo – e lo dico con dispiacere – chi mi precedette venne arrestato… Anche se le accuse mosse al nuovo presidente vennero avanzate per fatti accaduti quando egli era al vertice di Atac!”. LEGGI TUTTO…

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